«Cosa vuol dire qualcuno ha ricreato la
Bocca dell’Inferno?» domandò Michelle.
«Non lo so, è inutile che continui a
chiederlo» sbuffò Betty, incrociando le braccia davanti al petto. «Ti ho solo
ripetuto quello che ci ha detto Kenny prima dell’attacco dei vampiri.»
Michelle mise il broncio. «Anche io vi
ho raccontato cosa mi è successo con Dana quando non c’eravate, ma sono stata
più chiara.»
«Ragazze abbassate la voce.» Billy si
guardò intorno. Erano in piedi in cerchio nel cortile della scuola, su suo
consiglio avevano deciso di spostare lì la loro riunione di aggiornamento,
invece di ritrovarsi in aula multimediale. Dopo gli eventi della sera prima, pensava
fosse meglio evitare di farsi sentire parlare di quelle stranezze e un buon
modo era essere all’aperto e in pausa pranzo, quando anche gli altri ragazzi erano
impegnati a rilassarsi e parlare dei fatti loro.
Donovan gli diede un’amichevole pacca
sulla spalla. «Rilassati, nessuno fa caso a noi.»
Zec si voltò verso Michelle «Tornando a
mia sorella, ti ha solo detto che voleva la collana per salvarsi in una possibile
crisi, ma non ti ha detto cosa intendesse. Anche lei è stata vaga.»
«Forse anche stavolta il suo obbiettivo
sei tu» rispose Betty.
«Non credo» intervenne Billy. «È
comparsa dopo che Zec è uscito a cercarmi. Però il suo comportamento e le
parole di Kenny potrebbero essere collegate.»
Donovan aggrottò la fronte. «E in che
modo?»
Billy si strinse nelle spalle. «Non ne
ho idea. Ma è stata la prima a suggerirci la teoria della Bocca dell’Inferno e
Kenny l’ha confermata. Non penso sia una casualità.»
«Ok, ammesso che sia così, di cosa
voleva avvertirti Kerry dicendoti di non fidarti di nessuno?» domandò Betty,
distendendo di nuovo le braccia lungo il corpo. «Più che essere vaga, mi è
sembrata minacciosa.»
Donovan si grattò la testa confuso. «Se
dobbiamo pensare che è una persona a creare la Bocca dell’Inferno, poteva
intendere che chiunque può essere il responsabile. Anche uno di noi.»
«Credo non ci sia una vera motivazione»
intervenne Zec. «Ho l’impressione gli stia solo antipatico Billy e non si
sforzi troppo per nasconderlo.»
«Già come quando ha tirato fuori quella
storia dell’oscurità dentro di lui» concordò Michelle.
Betty abbassò lo sguardo. «O forse ci
stava dando un avvertimento anche in quel caso…»
Zec la fulminò con gli occhi. «Cosa
significa?»
«Be’ il suo sesto senso ci ha salvato
diverse volte, ma non sa spiegarsi da dove arriva e come mai si è sviluppato
dal nulla» spiegò Betty. «E se ci fosse qualcos’altro?»
«Certo che c’è qualcos’altro e si chiama
Bocca dell’Inferno» continuò Zec. «È come per me e Michelle, o per i gemelli:
questi poteri soprannaturali vengono da lì.»
Billy scrutò il volto di Betty. Non era
offeso per le sue parole, al contrario gli avevano fatto scattare una sorta di
campanello di allarme nella testa. Sunday aveva sottolineato a sua volta di
percepire qualcosa di più oscuro in lui. E il modo in cui Kerry lo aveva
guardato quando aveva ribadito lo stesso concetto, gli aveva dimostrato quanto
fosse convinta delle sue parole. Come se riuscisse a vedere indistintamente
quell’oscurità addosso a lui.
«Calma Zec, nessuno sta accusando di
niente il tuo ragazzo» s’intromise Donovan. «Però se la teoria che tutte le
rivelazioni di ieri sera sono in qualche modo collegate tra loro è vera,
dovremmo provare a cercare delle risposte.»
«Hai ragione. E anche Betty» disse
Billy, notando di aver sorpreso tutti. «Dobbiamo indagare e io devo farlo su me
stesso. Se ho davvero una parte oscura così evidente, voglio capire a cosa è
dovuta.»
«E da dove dovremmo cominciare?» domandò
Michelle.
«Voi potreste partire da uno dei casi
non legati ai vampiri» propose Billy. «Magari qualcuna delle vittime sopravvissute
ha qualche indizio per aiutarci a capire chi può aver creato la Bocca
dell’Inferno su cui ci troviamo.»
Betty lo fissò dubbiosa. «E tu cosa
farai?»
«Tornerò al cimitero, la prima volta che
ho avuto una sensazione sul male soprannaturale, mi trovavo davanti alle lapidi
dei miei genitori.»
«Vengo con te» disse Zec. «Se non è un
problema.»
Billy non osava chiederglielo davanti ai
compagni e si sentì sollevato dalla sua proposta volontaria. «No, anzi, mi fa
piacere. Ma è meglio se aspettiamo tutti venerdì sera per iniziare le indagini.»
«Perché?» chiese Betty sospettosa.
«Adesso gli eventi dell’auditorium sono
troppo freschi, la polizia e altre persone potrebbero fraintendere» spiegò
Billy. «È meglio far passare qualche giorno, così da non rischiare che qualcuno
finisca con il ritenerci responsabili dell’attacco durante la recita.»
«Sono d’accordo.» Zec gli strinse la
mano e aggiunse. «Allora venerdì ci vediamo alle otto davanti al cimitero.»
«Cavoli, sembra quasi abbiate un
appuntamento» fece Donovan.
Billy sorrise. «Direi che possiamo
definirlo anche così.»
Billy vide Zec avanzare verso di lui dal
fondo della strada. Si staccò dal cancello a sbarre chiuso e alzò il braccio
sinistro e la mano in segno di saluto.
Zec lo raggiunse aumentando la sua
andatura. «Sei già qui. Scusa se ti ho fatto aspettare.»
Billy scosse la testa. «Sono appena
arrivato anche io. Sei puntuale.»
«Donovan aveva ragione. Sembriamo proprio
una coppia al primo appuntamento» gli rispose con un sorriso.
Billy si grattò la nuca imbarazzato. «In
effetti l’idea era quella… cioè volevo uscire solo con te, ma non volevo
offendere gli altri e mettere la minaccia della Bocca dell’Inferno da parte.
Però se non finiamo tardi, dopo le ricerche possiamo andare a mangiare una
pizza o a bere qualcosa.»
«Certo. Molto volentieri.» Zec si voltò
a guardare il cimitero oltre le sbarre del cancello. «Comunque un primo
appuntamento come il nostro è quantomeno originale.»
«Poco ma sicuro.» Billy si chinò e mise
le mani intrecciate vicino ai piedi del ragazzo. «Vieni, ti do una spinta per
scavalcare.»
Zec si piegò e lo fece alzare. «Non
serve. Ho un modo più comodo per entrare.»
Billy lo fissò senza sorpresa mentre il
suo aspetto cambiava e attivava i suoi poteri. «Oh… giusto.» Si strinse a lui, intuendo la sua idea e, con
i poteri telecinetici di Zec, si sollevarono dal marciapiede e levitarono oltre
il cancello. Atterrarono poi delicatamente sul sentiero di terra all’interno
del cimitero e Zec tornò alla normalità.
«Ormai hai pieno controllo della
trasformazione» constatò Billy.
«È merito tuo. Mi hai insegnato il primo
giorno a non essere sopraffatto da questo potere» disse. «E devo ammettere che
quando ti sono vicino è ancora più facile.»
Billy fece scivolare la mano in quella
di Zec, stringendola. La sua spontaneità era stata la prima cosa a farlo
interessare a lui e a far scoccare la cosiddetta scintilla. «Vieni, voglio
presentarti ai miei genitori.» Lo condusse gentilmente nel sentiero tra l’erba
e le lapidi, illuminati dal debole chiarore della luna e dalle lampade
elettriche. «Spero non ti sembri troppo macabro.»
Zec gli strinse forte le dita intorno
alle sue. «Non c’è niente di macabro, parlare con i propri morti è un modo per
non dimenticarli.»
Billy avanzò sicuro, provando un po’ di
malinconia per non essere più tornato a far visita alle tombe di sua madre e
suo padre. Poi si bloccò all’improvviso, spalancando la bocca confuso.
«Qualcosa non va?» domandò Zec.
«Questo monumento funebre, non dovrebbe
essere qui» replicò. Davanti a loro si stagliava un mausoleo. Era in pietra
grigia e di forma quadrata e sulla parte superiore c’era la statua di una
figura incappucciata, con una lunga veste e le mani sul volto per coprirsi gli
occhi. «In questo spiazzo ci sono sempre state le lapidi dei miei genitori.»
«Sei sicuro?» chiese Zec comprensivo.
«Forse ti sei confuso. Con il buio è facile sbagliarsi.»
Billy scosse la testa. «So dove sono
seppelliti i miei genitori. Ed è proprio qui davanti a noi. Questo mausoleo non
è mai esistito.» Lasciò la mano al compagno e andò verso la porta. La spinse
leggermente e questa si aprì con un cigolio, mise quindi un piede in avanti per
entrare.
«Aspetta» lo fermò. «Cosa vuoi fare?»
«Voglio capire come è arrivato qui e scoprire
che fine hanno fatto le tombe dei miei genitori.»
Zec sospirò. «D’accordo. Non è più
assurdo di quello che abbaiamo fatto negli ultimi mesi. Ma almeno vediamo a
quale famiglia stiamo per violare la tomba.» Si avvicinò a lui e scrutò la
superficie che avevano di fronte. Era vuota. «Strano, non c’è nessuna targa con
il nome.»
«Magari è all’interno.» Billy non capiva
perché ci fosse bisogno di tutta quella cautela. Il luogo dove riposavano i
suoi genitori era scomparso, quello
era il vero problema. E non gli importava quali morti bisognava offendere per
scoprire la verità.
Avanzò, seguito da Zec e gli ci volle
qualche istante per abituarsi all’oscurità della camera, mitigata solo
dall’illuminazione esterna. Scrutò l’ambiente e tra le ombre gli parve di
scorgere dei movimenti. «Stai all’erta.»
«Il tuo sesto senso soprannaturale ti
manda dei segnali?»
«No, ma mi sembra di aver visto
qualcuno.»
«Abbiamo pensato ai paletti e all’acqua
santa, ma non a portarci delle torce» commentò Zec.
Billy si mosse con attenzione e
strizzando gli occhi e tastando il vuoto davanti a sé, si accorse che in quello
spazio non c’era nessuna tomba, o sarcofago o costruzione per ospitare i resti
di un defunto. «Zec, stammi vicino. Questo posto non è quello che sembra.»
«Che intendi dire?»
La porta del mausoleo si chiuse con un
boato alle loro spalle. Entrambi sussultarono e Billy afferrò istintivamente il
braccio di Zec, attirandolo vicino a sé. A un passo dalla parete di fronte a
loro si accese un debole fuoco e proiettò sul muro delle lunghe ombre. Le
figure, che sembravano danzare sulla pietra, assunsero la forma di uomini
incappucciati, avvolti in una lunga veste nera e si staccarono dalla parete e
presero a camminare in circolo intorno alle fiamme. Erano cinque, ma dalle
ombre generate erano pronti a uscirne altri.
«Chi siete? Che posto è questo?» domandò
Billy aggressivo.
Il primo Essere Ombra ad aver raggiunto
il fuoco, si girò nella sua direzione e con le palpebre chiuse, disse in una eco
spettrale: «Questo è il luogo della prima apparizione. Noi siamo i Protettori
dell’Oscurità Maggiore.»
«Prima apparizione di chi?» insistette
Billy.
L’Essere Ombra questa volta si voltò
verso le fiamme e lo ignorò.
«Dobbiamo fare qualcosa. Questi tizi sembrano
far parte di una specie di culto e non mi sembra nulla di buono.» Zec strinse i
pugni e poi alzò le braccia come per sollevare un peso invisibile. Ma non accadde
nulla. «I miei poteri non funzionano.»
Billy lo osservò. Il suo volto non
presentava infatti i segni tipici della trasformazione. «Deve essere opera
loro.»
«Come li sconfiggiamo?»
«Non lo so.» Billy era spaventato
all’idea di non saper come affrontare quei nemici, ma gli balenò in mente anche
un’altra soluzione. «Forse non è necessario combatterli. Guardali, non stanno
facendo niente di male a nessuno.»
Zec li osservò a sua volta.
I cinque esseri giravano intorno al
fuoco, ma non parevano intenzionati a scontrarsi con loro.
«Vuoi lasciarli qui? E come la mettiamo
con le tombe dei tuoi genitori?»
Billy non sapeva cosa ribattere, però su
quella questione non intendeva cedere. Si staccò da lui, fece un passo avanti e
chiese: «Dove sono finiti i corpi dei miei genitori? Le loro lapidi erano poste
proprio qui.»
L’essere Ombra che aveva già parlato, tornò
a rispondere senza girarsi. «Questo è il luogo che sorvegliamo. Noi proteggiamo
l’Oscurità Maggiore.»
«Ho capito, ma non è quello che vi ho
chiesto» ribatté Billy. «Perché avete scelto questo posto? C’erano dei morti
che riposavano in pace.»
«Nessun morto. Nessuna pace» replicò
l’Essere Ombra. «Solo noi proteggiamo l’Oscurità Maggiore.»
Billy perse la pazienza. «Cosa diavolo
significa? Siete a guardia della Bocca dell’Inferno? Si trova qui l’entrata?»
L’Essere Ombra si spostò fluido,
scivolando a una spanna da lui. Con gli occhi chiusi gli puntò un dito
affusolato contro. «Proteggiamo l’origine. Proteggiamo l’Oscurità Maggiore.
Proteggiamo te.»
Billy ammutolì a quella rivelazione.
Scrutò il volto impassibile del suo interlocutore e fu certo non stesse
mentendo.
L’Essere Ombra spalancò le braccia e lo
stesso fecero i suoi compagni. La porta del mausoleo si aprì con un tonfo
uguale a quello con cui si era chiusa. Una forza invisibile artigliò il corpo
di Billy e quello di Zec. Senza il tempo e la possibilità di opporsi e reagire,
vennero trascinati all’esterno e rotolarono nell’erba.
«Stai bene?» domandò Billy, tastando le
braccia a Zec.
«Sì, mi sento solo stupido» rispose
l’latro, ripulendosi i capelli dalla terra.
Billy balzò in piedi. «Non mi faccio buttare
fuori così.»
Corse verso la porta del mausoleo, ma
non la trovò. Era scomparsa dopo che erano stati espulsi. Lo ispezionò per i
quattro lati, ma non c’era più segno di un ingresso. Incredulo tornò accanto a
Zec.
«Hai capito cosa è successo?» domandò
l’amico, confuso quanto lui.
«Ho l’impressione non amassero le mie
domande e ci hanno cortesemente accompagnato all’uscita.»
«Cosa significa quello che ripeteva? E
perché dice che proteggono te?»
«Non ne ho idea» mentì Billy. Una teoria
stava prendendo forma nella sua testa e non era piacevole da condividere.
Zec lo prese per mano. «Mi dispiace per
i tuoi genitori, però credo sia meglio andarcene. Torneremo a indagare, ma
prima dobbiamo fare altre ricerche e capire da dove sbucano e cosa sono quei
tizi in tunica nera.»
Billy annuì. S’incamminarono in silenzio
e se Zec stava elaborando i suoi stessi dubbi, non lo diede a vedere. Lui però
non riuscì ad allontanare quei pensieri. Continuò a rimuginare sugli indizi
trovati e la conclusione gli parve ovvia. Era andato fin lì per risposte sulla
sua oscurità e aveva trovato chi affermava di proteggere l’Oscurità Maggiore e
lui.
Anche se non lo espresse ad alta voce,
non poteva fare a meno di sospettare che fosse lui quell’Oscurità Maggiore e che questo lo collegava con chi
controllava la Bocca dell’Inferno.
Continua…?
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