lunedì 12 febbraio 2018

Darklight Children - Capitolo 64


CAPITOLO 64

Preparativi del raduno

 
Gabriel sonnecchiava, rannicchiato sul pavimento della sua stanza. Da settimane aveva perso una dopo l’altra le abitudini tipicamente umane e pur avendo un letto comodo in cui dormire, si era abituato a usare come materasso le assi di legno del parquet.
Dilatò d’istinto le narici e percepì una moltitudine di nuovi odori, solleticarono il suo olfatto, svegliandolo bruscamente.
Gabriel si rigirò, posizionandosi a quattro zampe e annusò con forza l’aria. Pur avendo dormito poco a causa di una nenia che Carovus aveva ripetuto incessantemente per tutta la notte e buona parte della mattina, i suoi sensi erano abbastanza vigili da assicurargli che ci fossero cinque o sei intrusi nella villa.
Uscì dalla camera e scese le scale guardingo. Giunto al piano terra si mise in posizione eretta e constatò di non essersi sbagliato. Sei figure erano inginocchiate intorno al divano, su cui era stravaccato il suo coinquilino dalle squame blu, e a differenza di loro, i nuovi arrivati presentavano delle caratteristiche che fornivano l’aspetto da ibrido metà umane e metà demoniache.
«Ben svegliato, Gabriel» lo salutò Carovus, puntandogli gli occhi addosso.
«Chi sono questi mostri?» gli domandò, sostenendo lo sguardo.
«Non è carino parlare in quel modo dei propri simili» rispose l’altro con un sorriso. Allungò la mano artigliata e accarezzò la testa a un uomo dai capelli castani corti, con scaglie vermiglio intorno ai contorni del volto, che si estendevano lungo collo e spalle, fino alle punte delle dita. Accanto a lui, un altro con i capelli biondi scostati a celare parte delle piccole corna color avorio e squame giallo spento sparse sulle guance e sul petto, messo in mostra dalla maglietta sfilacciata, si fece avanti per avere le attenzioni del demone. «Hai visto come sono carini? Sono come cuccioli. Questo è il momento giusto per svezzarli.»
Tornando a guardare l’altro demone completo, Gabriel notò che aveva uno strano medaglione rosso al collo e fu sicuro di non averglielo mai visto addosso i giorni precedenti.
Pur incuriosito, non ne fece parola e chiese: «Perché li ha portati qui?»
«Sono venuti da soli. Hanno sentito il mio richiamo. In realtà l’ha sentito l’embrione nell’uovo che hanno in corpo, ma presto non farà differenza.»
Gabriel osservò disgustato quella scena. Anche gli altri quattro uomini, provvisti di macchie squamate viola, marrone, verde smeraldo e azzurre, in evidenza sui lembi di pelle scoperti, e che spuntavano dai vestiti strappati, si ammassarono intorno alla mano di Carovus, come tanti fedeli animaletti che cercano l’affetto del loro padrone. Per la prima volta fu contento che la sua trasformazione fosse avvenuta spontaneamente, quando non c’era nessuno a comandarlo. Non avrebbe sopportato di ritrovarsi in quello stato.
«Va bene piccolini, è arrivato il momento.» Carovus afferrò il medaglione rosso e lo strinse con il pugno destro talmente forte, che le squame schioccarono sulle sue dita.
I sei mezzi uomini si contorsero sul pavimento. Urlarono di dolore, si strinsero in posizione fetale e il loro fisico subì una mutazione violenta. La pelle sparì, invasa totalmente dalle squame colorate che si intravedevano dai loro vestiti e questi ultimi si lacerarono definitivamente, ricadendo in terra in piccole matasse accanto a loro.
Dopo qualche secondo, le sei figure si alzarono debolmente, mettendosi a quattro zampe. Non avevano più alcuna traccia umana, ormai erano demoni completi.
Gabriel li guardò confuso e sconvolto. «Ma come…?» 
«Adesso, Gabriel vi porterà a fare colazione» disse Carovus con un tono melenso, che contrastava con la rudezza della sua voce. Alzò la testa e si rivolse al compagno. «Andrai al negozio di magia e con questo piccolo esercito sistemerai il conto in sospeso con il proprietario. Se dovessi ritrovarti davanti i ragazzini, fai attenzione a Sara Martini. Non attaccarla: è l’unica abbastanza forte da distruggervi tutti.»
«E tu non vieni?» domandò Gabriel sospettoso.
«Ho bisogno di riposo. L’incantesimo per richiamare questi sei e trasformarli mi ha richiesto un notevole sforzo.»  
Gabriel lo fissò dubbioso. Se era stanco e debole, quella poteva essere la sua occasione per ribaltare la situazione e riprendere il comando. Di sicuro non gli sarebbe capitato una seconda volta.
Carovus parve intuire le sue intenzioni. «C’è qualche problema?» domandò, scrutandolo con i suoi occhi scuri e mettendosi in piedi come a reclamare il suo territorio.
Gabriel scosse la testa. Qualcosa nella sua mente e nel suo corpo lo spinsero rabbrividire e allontanarono il suo impulso a ribellarsi. «Andiamo» ringhiò poi ai nuovi demoni inginocchiati, passando davanti al divano e diretto all’esterno della villa.
I sei demoni guardarono prima Carovus, aspettando la sua approvazione, poi notando che non si opponeva, si misero in piedi barcollando e seguirono ubbidienti l’altro simile.

Terminato l’orario scolastico, Davide e Naoko si erano accordati per continuare la lettura dei Registri nel suo negozio di Angelo Moser. Nella stanza sotterranea adibita a magazzino, allo stesso tavolo intorno a cui si erano seduti qualche giorno prima, si dedicavano in  maniera diversa a cercare di risolvere il mistero sulla possibilità che Leonardo fosse ancora vivo.
Davide aveva abbandonato il suo Registro nello zaino e sfogliava avidamente quello dell’amico morto. Cercava nelle trascrizioni della sua vita passata ogni informazione o fatto legato all’uso del potere originale del ragazzo. La proiezione astrale era l’unico indizio che avevano trovato e su cui si basava tutta la loro teoria.
Naoko invece, aveva il Registro che la riguardava aperto sotto gli occhi, ma sfogliava le pagine sempre più insoddisfatta.
«Grazie per aver mantenuto il segreto con gli altri» disse Davide.
Lei alzò la testa per guardarlo. «Non devi ringraziarmi. È una decisione che condivido, penso sia inutile dare agli altri false speranze. E poi, come mi ha insegnato mia nonna, quello che sto facendo è anche un modo per rimediare agli errori dell’altra vita » Abbassò il capo e aggiunse: «. Purtroppo il mio Registro non dice nulla di rilevante su Lucen che ci aiuti ad avere altre indizi sul reale stato di Leonardo… anche se…»
Davide la fissò inquieto: sembrava le fosse venuto in mente qualcosa. «A cosa stai pensando?» 
«Ci siamo concentrati sulla proiezione astrale, ma forse la risposta non è in queste vecchie carte» rispose. «Dov’è il suo corpo?»
«Che vuoi dire?»
«Che fine ha fatto il corpo di Leonardo? Se quella che abbiamo visto morire era davvero la manifestazione del suo inconscio, allora dov’è la sua parte fisica?»
«Giusta osservazione.» Davide si fermò a riflettere, se la teoria del potere originale di Leonardo era corretta, concordò che quello era il particolare su cui dovevano indagare. «Probabilmente è rimasto nel luogo dove si trovava quando la sua mente si è separata dal corpo.»
«Esatto, ma come mai non si è fatto vivo dopo che abbiamo cancellato il suo ricordo da tutti? Dovunque si trovasse al momento della separazione, dopo avrebbe dovuto riunirsi e venire a cercare qualcuno di noi per vedere se lo riconoscevamo.»
«Be’… ci sarà una spiegazione…»
«E quale?»
Davide la guardò scocciato. «Che ti prende? Credevo lo volessi ritrovare anche tu.»
«Infatti è così» replicò Naoko. «Però c’è qualcosa che non funziona nel nostro ragionamento.»
«Vuoi dire che stiamo perdendo tempo?»
 Lei si alzò in piedi. «No. Sto dicendo che ci serve qualcuno più esperto di noi, qualcuno  che forse  può vedere particolari che a noi sfuggono.» Aggirò il tavolo e si diresse verso le scale che portavano al piano superiore.
Davide balzò in piedi e con uno scatto le fu dietro «Aspetta. Cosa vuoi fare?»
«Voglio parlarne con il signor Moser.» 
«Eravamo d’accordo di non dirlo a nessuno finché non ne fossimo sicuri» ribatté. «Poco fa la pensavi come me.»
«È diverso» gli rispose seria. «Angelo Moser sa più cose di noi sul nostro passato e su come funzionano questi poteri,  può spiegarci se questa nostra idea è folle o possibile, evitando di farci perdere tempo.»
Davide si morse il labbro inferiore. Aveva ragione, era davvero la scelta più sensata. «D’accordo. Ma dovrà mantenere il segreto.»
Salirono al piano superiore e trovarono l’uomo dietro al bancone, occupato a sfogliare svogliatamente un quotidiano. Sentendoli arrivare, si voltò e chiese: «Posso aiutarvi?»
Davide fece un passo avanti, superando la compagna. «Può darsi, ma dovrà ascoltarci e non raccontare a nessuno quello che diremo.»
«Non siamo sicuri» si affrettò a precisare Naoko. «Però supponiamo che Leonardo… ecco… potrebbe non essere veramente morto.»
Angelo li guardò scettico. «E cosa ve lo fa pensare?»
«Quando le ho chiesto di avere il Registro di Leonardo era per scoprire qualcosa sul nostro… legame. Poi però leggendolo, mi sono domandato quale fosse il suo potere, dato che lei ci aveva detto che in origine non possedeva il teletrasporto» rispose Davide «E ho trovato che Lucen era in grado di usare la proiezione astrale.»
«A quel punto ci è venuto in mente che Sara ha sviluppato la telepatia» intervenne Naoko. «E così abbiamo concluso che poteva trattarsi del suo potere originario, anziché di uno nuovo.»
«E avete supposto che in questo stesso modo anche in Leonardo potrebbe essersi risvegliata la capacità della proiezione astrale» commentò Angelo. «Non è un’ipotesi tanto assurda. Ma Sara ha detto di averlo visto morire e che anche voi eravate presenti.»
«Esatto, ma non è rimasto nessun cadavere» rivelò Davide.
«Leonardo è semplicemente scomparso. Senza lasciare traccia» disse Naoko.
Angelo parve rallegrarsi nel ricevere quella notizia. «Tutto torna! Non c’è da stupirsi: è una reazione normale. Una forma non corporea può lascare dietro di sé una traccia psichica, che però non è rilevabile a occhio nudo. In pratica la proiezione mentale del vostro amico potrebbe trovarsi ancora nel luogo in cui credete che sia morto.»
«Ne è sicuro?» domandò Naoko. «Dopo che è svanito, non avrebbe dovuto rientrare nel suo corpo?»
Angelo scosse la testa. «Se il colpo che la proiezione mentale ha subito è stato molto violento, il suo corpo ha avuto uno shock e per difendersi ha spezzato il legame con la mente. In questo momento, Leonardo può trovarsi in qualche luogo in uno stato simile al coma.»
«C’è un modo per svegliarlo?» chiese Davide.
«Sì. Ma dobbiamo ricongiungere mente e corpo.» Angelo passò in mezzo a loro e andò di corsa nel magazzino. Udirono che spostava degli scatoloni e poi tornò sorridente con un libricino blu in mano. «Qui c’è il rituale per richiamare la mente dispersa. Dove è scomparsa la proiezione di Leonardo?»
«Eravamo nel magazzino del Full Moon» rispose Davide.
«Ma è stato ristrutturato dopo l’incendio» ricordò Naoko.
«Non ha importanza» disse Angelo. «La mente di Leonardo è bloccata in quel luogo. Come se fosse in un limbo. Riverniciarne le pareti o cambiare l’arredamento non lo ha aiutato a staccarsi da lì.»
Davide era pronto a esultare, ma la porta del negozio si spalancò all’improvviso, Scintilla e Ombra saettarono all’interno e frenarono solo davanti ai piedi della padrona. Balzarono sul bancone e li vide fissarla intensamente negli occhi. Capì che stavano comunicando mentalmente con lei.
L’amica sbiancò e aprì la bocca in una smorfia di timore. Davide irrigidì i muscoli della schiena. «Cosa succede?»  
«Siamo nei guai» annunciò Naoko. «Un gruppo di demoni sta per arrivare al negozio. E non hanno buone intenzioni.»

 

Continua…

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