CAPITOLO 64
Preparativi del raduno
Gabriel
sonnecchiava, rannicchiato sul pavimento della sua stanza. Da settimane aveva
perso una dopo l’altra le abitudini tipicamente umane e pur avendo un letto
comodo in cui dormire, si era abituato a usare come materasso le assi di legno
del parquet.
Dilatò d’istinto
le narici e percepì una moltitudine di nuovi odori, solleticarono il suo
olfatto, svegliandolo bruscamente.
Gabriel si rigirò,
posizionandosi a quattro zampe e annusò con forza l’aria. Pur avendo dormito
poco a causa di una nenia che Carovus aveva ripetuto incessantemente per tutta
la notte e buona parte della mattina, i suoi sensi erano abbastanza vigili da
assicurargli che ci fossero cinque o sei intrusi nella villa.
Uscì dalla
camera e scese le scale guardingo. Giunto al piano terra si mise in posizione
eretta e constatò di non essersi sbagliato. Sei figure erano inginocchiate
intorno al divano, su cui era stravaccato il suo coinquilino dalle squame blu,
e a differenza di loro, i nuovi arrivati presentavano delle caratteristiche che
fornivano l’aspetto da ibrido metà umane e metà demoniache.
«Ben svegliato,
Gabriel» lo salutò Carovus, puntandogli gli occhi addosso.
«Chi sono questi
mostri?» gli domandò, sostenendo lo sguardo.
«Non è carino
parlare in quel modo dei propri simili» rispose l’altro con un sorriso. Allungò
la mano artigliata e accarezzò la testa a un uomo dai capelli castani corti,
con scaglie vermiglio intorno ai contorni del volto, che si estendevano lungo
collo e spalle, fino alle punte delle dita. Accanto a lui, un altro con i
capelli biondi scostati a celare parte delle piccole corna color avorio e
squame giallo spento sparse sulle guance e sul petto, messo in mostra dalla
maglietta sfilacciata, si fece avanti per avere le attenzioni del demone. «Hai
visto come sono carini? Sono come cuccioli. Questo è il momento giusto per
svezzarli.»
Tornando a
guardare l’altro demone completo, Gabriel notò che aveva uno strano medaglione
rosso al collo e fu sicuro di non averglielo mai visto addosso i giorni
precedenti.
Pur incuriosito,
non ne fece parola e chiese: «Perché li ha portati qui?»
«Sono venuti da
soli. Hanno sentito il mio richiamo. In realtà l’ha sentito l’embrione
nell’uovo che hanno in corpo, ma presto non farà differenza.»
Gabriel osservò
disgustato quella scena. Anche gli altri quattro uomini, provvisti di macchie
squamate viola, marrone, verde smeraldo e azzurre, in evidenza sui lembi di
pelle scoperti, e che spuntavano dai vestiti strappati, si ammassarono intorno
alla mano di Carovus, come tanti fedeli animaletti che cercano l’affetto del
loro padrone. Per la prima volta fu contento che la sua trasformazione fosse
avvenuta spontaneamente, quando non c’era nessuno a comandarlo. Non avrebbe
sopportato di ritrovarsi in quello stato.
«Va bene piccolini,
è arrivato il momento.» Carovus afferrò il medaglione rosso e lo strinse con il
pugno destro talmente forte, che le squame schioccarono sulle sue dita.
I sei mezzi
uomini si contorsero sul pavimento. Urlarono di dolore, si strinsero in
posizione fetale e il loro fisico subì una mutazione violenta. La pelle sparì,
invasa totalmente dalle squame colorate che si intravedevano dai loro vestiti e
questi ultimi si lacerarono definitivamente, ricadendo in terra in piccole
matasse accanto a loro.
Dopo qualche
secondo, le sei figure si alzarono debolmente, mettendosi a quattro zampe. Non
avevano più alcuna traccia umana, ormai erano demoni completi.
Gabriel li
guardò confuso e sconvolto. «Ma come…?»
«Adesso, Gabriel
vi porterà a fare colazione» disse Carovus con un tono melenso, che contrastava
con la rudezza della sua voce. Alzò la testa e si rivolse al compagno. «Andrai
al negozio di magia e con questo piccolo esercito sistemerai il conto in
sospeso con il proprietario. Se dovessi ritrovarti davanti i ragazzini, fai
attenzione a Sara Martini. Non attaccarla: è l’unica abbastanza forte da
distruggervi tutti.»
«E tu non
vieni?» domandò Gabriel sospettoso.
«Ho bisogno di riposo.
L’incantesimo per richiamare questi sei e trasformarli mi ha richiesto un
notevole sforzo.»
Gabriel lo fissò
dubbioso. Se era stanco e debole, quella poteva essere la sua occasione per
ribaltare la situazione e riprendere il comando. Di sicuro non gli sarebbe
capitato una seconda volta.
Carovus parve
intuire le sue intenzioni. «C’è qualche problema?» domandò, scrutandolo con i
suoi occhi scuri e mettendosi in piedi come a reclamare il suo territorio.
Gabriel scosse
la testa. Qualcosa nella sua mente e nel suo corpo lo spinsero rabbrividire e
allontanarono il suo impulso a ribellarsi. «Andiamo» ringhiò poi ai nuovi
demoni inginocchiati, passando davanti al divano e diretto all’esterno della
villa.
I sei demoni
guardarono prima Carovus, aspettando la sua approvazione, poi notando che non
si opponeva, si misero in piedi barcollando e seguirono ubbidienti l’altro
simile.
Terminato
l’orario scolastico, Davide e Naoko si erano accordati per continuare la
lettura dei Registri nel suo negozio di Angelo Moser. Nella stanza sotterranea
adibita a magazzino, allo stesso tavolo intorno a cui si erano seduti qualche
giorno prima, si dedicavano in maniera
diversa a cercare di risolvere il mistero sulla possibilità che Leonardo fosse
ancora vivo.
Davide aveva abbandonato
il suo Registro nello zaino e sfogliava avidamente quello dell’amico morto.
Cercava nelle trascrizioni della sua vita passata ogni informazione o fatto
legato all’uso del potere originale del ragazzo. La proiezione astrale era
l’unico indizio che avevano trovato e su cui si basava tutta la loro teoria.
Naoko invece,
aveva il Registro che la riguardava aperto sotto gli occhi, ma sfogliava le
pagine sempre più insoddisfatta.
«Grazie per aver
mantenuto il segreto con gli altri» disse Davide.
Lei alzò la
testa per guardarlo. «Non devi ringraziarmi. È una decisione che condivido,
penso sia inutile dare agli altri false speranze. E poi, come mi ha insegnato
mia nonna, quello che sto facendo è anche un modo per rimediare agli errori
dell’altra vita » Abbassò il capo e aggiunse: «. Purtroppo il mio Registro non
dice nulla di rilevante su Lucen che ci aiuti ad avere altre indizi sul reale
stato di Leonardo… anche se…»
Davide la fissò
inquieto: sembrava le fosse venuto in mente qualcosa. «A cosa stai pensando?»
«Ci siamo
concentrati sulla proiezione astrale, ma forse la risposta non è in queste
vecchie carte» rispose. «Dov’è il suo corpo?»
«Che vuoi dire?»
«Che fine ha
fatto il corpo di Leonardo? Se quella che abbiamo visto morire era davvero la manifestazione
del suo inconscio, allora dov’è la sua parte fisica?»
«Giusta
osservazione.» Davide si fermò a riflettere, se la teoria del potere originale
di Leonardo era corretta, concordò che quello era il particolare su cui
dovevano indagare. «Probabilmente è rimasto nel luogo dove si trovava quando la
sua mente si è separata dal corpo.»
«Esatto, ma come
mai non si è fatto vivo dopo che abbiamo cancellato il suo ricordo da tutti?
Dovunque si trovasse al momento della separazione, dopo avrebbe dovuto riunirsi
e venire a cercare qualcuno di noi per vedere se lo riconoscevamo.»
«Be’… ci sarà
una spiegazione…»
«E quale?»
Davide la guardò
scocciato. «Che ti prende? Credevo lo volessi ritrovare anche tu.»
«Infatti è così»
replicò Naoko. «Però c’è qualcosa che non funziona nel nostro ragionamento.»
«Vuoi dire che
stiamo perdendo tempo?»
Lei si alzò in piedi. «No. Sto dicendo che ci
serve qualcuno più esperto di noi, qualcuno che forse
può vedere particolari che a noi
sfuggono.» Aggirò il tavolo e si diresse verso le scale che portavano al piano
superiore.
Davide balzò in
piedi e con uno scatto le fu dietro «Aspetta. Cosa vuoi fare?»
«Voglio parlarne
con il signor Moser.»
«Eravamo
d’accordo di non dirlo a nessuno finché non ne fossimo sicuri» ribatté. «Poco
fa la pensavi come me.»
«È diverso» gli
rispose seria. «Angelo Moser sa più cose di noi sul nostro passato e su come
funzionano questi poteri, può spiegarci
se questa nostra idea è folle o possibile, evitando di farci perdere tempo.»
Davide si morse
il labbro inferiore. Aveva ragione, era davvero la scelta più sensata. «D’accordo.
Ma dovrà mantenere il segreto.»
Salirono al
piano superiore e trovarono l’uomo dietro al bancone, occupato a sfogliare
svogliatamente un quotidiano. Sentendoli arrivare, si voltò e chiese: «Posso
aiutarvi?»
Davide fece un
passo avanti, superando la compagna. «Può darsi, ma dovrà ascoltarci e non
raccontare a nessuno quello che diremo.»
«Non siamo
sicuri» si affrettò a precisare Naoko. «Però supponiamo che Leonardo… ecco…
potrebbe non essere veramente morto.»
Angelo li guardò
scettico. «E cosa ve lo fa pensare?»
«Quando le ho
chiesto di avere il Registro di Leonardo era per scoprire qualcosa sul nostro…
legame. Poi però leggendolo, mi sono domandato quale fosse il suo potere, dato
che lei ci aveva detto che in origine non possedeva il teletrasporto» rispose
Davide «E ho trovato che Lucen era in grado di usare la proiezione astrale.»
«A quel punto ci
è venuto in mente che Sara ha sviluppato la telepatia» intervenne Naoko. «E
così abbiamo concluso che poteva trattarsi del suo potere originario, anziché
di uno nuovo.»
«E avete
supposto che in questo stesso modo anche in Leonardo potrebbe essersi
risvegliata la capacità della proiezione astrale» commentò Angelo. «Non è
un’ipotesi tanto assurda. Ma Sara ha detto di averlo visto morire e che anche
voi eravate presenti.»
«Esatto, ma non
è rimasto nessun cadavere» rivelò Davide.
«Leonardo è
semplicemente scomparso. Senza lasciare traccia» disse Naoko.
Angelo parve
rallegrarsi nel ricevere quella notizia. «Tutto torna! Non c’è da stupirsi: è
una reazione normale. Una forma non corporea può lascare dietro di sé una
traccia psichica, che però non è rilevabile a occhio nudo. In pratica la
proiezione mentale del vostro amico potrebbe trovarsi ancora nel luogo in cui
credete che sia morto.»
«Ne è sicuro?»
domandò Naoko. «Dopo che è svanito, non avrebbe dovuto rientrare nel suo corpo?»
Angelo scosse la
testa. «Se il colpo che la proiezione mentale ha subito è stato molto violento,
il suo corpo ha avuto uno shock e per difendersi ha spezzato il legame con la
mente. In questo momento, Leonardo può trovarsi in qualche luogo in uno stato
simile al coma.»
«C’è un modo per
svegliarlo?» chiese Davide.
«Sì. Ma dobbiamo
ricongiungere mente e corpo.» Angelo passò in mezzo a loro e andò di corsa nel
magazzino. Udirono che spostava degli scatoloni e poi tornò sorridente con un
libricino blu in mano. «Qui c’è il rituale per richiamare la mente dispersa.
Dove è scomparsa la proiezione di Leonardo?»
«Eravamo nel
magazzino del Full Moon» rispose Davide.
«Ma è stato
ristrutturato dopo l’incendio» ricordò Naoko.
«Non ha
importanza» disse Angelo. «La mente di Leonardo è bloccata in quel luogo. Come
se fosse in un limbo. Riverniciarne le pareti o cambiare l’arredamento non lo
ha aiutato a staccarsi da lì.»
Davide era
pronto a esultare, ma la porta del negozio si spalancò all’improvviso,
Scintilla e Ombra saettarono all’interno e frenarono solo davanti ai piedi
della padrona. Balzarono sul bancone e li vide fissarla intensamente negli
occhi. Capì che stavano comunicando mentalmente con lei.
L’amica sbiancò
e aprì la bocca in una smorfia di timore. Davide irrigidì i muscoli della
schiena. «Cosa succede?»
«Siamo nei guai»
annunciò Naoko. «Un gruppo di demoni sta per arrivare al negozio. E non hanno
buone intenzioni.»
Continua…
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