lunedì 7 agosto 2017

Darklight Children - Capitolo 45


CAPITOLO 45
Senza pace di giorno e di notte

 

Il profumo dell’erba appena tagliata si insinuò delicatamente nelle sue narici. Sara  era a piedi nudi e camminava tranquillamente mano nella mano con suo fratello Leonardo.
Si trovavano in un immenso campo di girasoli, tutti in fila uno accanto all’altro, con i lunghi gambi che dondolavano sotto la carezza della brezza leggera. Il centro del fiore cambiava lentamente tonalità, quando si avvicinava ai petali larghi e gialli, passando da un verde scuro fino ad arrivare a un’arancione tenue.
I fili d’erba radi e sottili, solleticavano la pelle delle piante dei piedi di Sara. «Dove stiamo andando?»
«È una sorpresa» le rispose Leonardo.
«Dammi almeno un indizio.»
«Ci siamo quasi.»
Un telo a quadretti rossi e bianchi era steso sul terreno, circondato dai fiori colorati e con sopra un cestino di vimini beige. Una serie di contenitori bianchi con il coperchio trasparente erano disposti in ordine sparso in mezzo al telo, e accanto a ognuno c’era una forchetta di plastica.
«Ti piace? È da un sacco di tempo che non facciamo un pic-nic, io e te da soli» Leonardo allargò il braccio sinistro per mostrale la sua opera.
«Non ricordo di averne mai fatti insieme.»
«Su, accomodati» la sollecitò, porgendole la mano destra. La fece sedere sul telo e si inginocchiò. Estrasse poi dal cesto una coppia di bicchieri dal collo fine e una bottiglia di vino bianco. Esercitò una leggera pressione sul tappo e lo sollevò, versò il contenuto in un bicchiere dalla pancia e lo consegnò a sua sorella.
«Da quando hai iniziato a bere vino?» domandò stupita.
«Non saprei… ma la vita è troppo breve e ho deciso di provare prima che sia troppo tardi.» Si versò mezzo bicchiere a sua volta e lo alzò verso il cielo sereno, per brindare. «A noi due! Destinati a essere gemelli inseparabili.»
Sara avvicinò il suo bicchiere, facendolo tintinnare. Lo portò alla bocca e bevve un sorso. Fissò rapita per pochi secondi le bollicine che salivano in superficie, poi posò nuovamente lo sguardo su Leonardo e ne rimase sconvolta.
Il ragazzo stringeva il suo bicchiere nella mano sinistra, mentre con la destra si tamponava una ferita sanguinante in pieno petto. I rivoli di sangue correvano come fiumi in piena, attraversavano il suo busto e scendevano lungo le cosce, dando origine  a piccoli affluenti che terminavano sui piedi.
«Cosa ti succede?» urlò allarmata.
Lui la guardò dritta in volto, puntò l’indice della mano macchiata verso lei e con rassegnazione, disse: «Tu.»
Sara abbassò lo sguardo e scoprì di stare stringendo un pugnale con la lama sporca di sangue, nella mano in cui poco prima reggeva il vino. «No, non è vero!»
Il sangue non accennava a fermarsi e il suo fluire s’ingrossò, raggiunse il telo imbandito e fagocitò ogni oggetto, come le onde rubino di un mare in tempesta.
Sara si alzò terrorizzata, mentre i petali dei girasoli diventavano fiamme alte e minacciose, che consumavano l’ambiente circostante. Corse verso Leonardo, ma lui si accasciò al suolo e la sua figura divenne evanescente, fino a scomparire tra il fumo dell’incendio.

Seduta sul pavimento con la schiena contro il muro, Sara spalancò gli occhi guardando con attenzione il luogo in cui si trovava. Si era rifugiata nel magazzino del Full Moon, da poco fatto ristrutturare dai genitori di Yuri, dopo che il loro scontro l’aveva danneggiato.
Nessuno sapeva la verità su quell’incidente e  si trovava in quel luogo per una sola ragione: era l’ultimo in cui aveva visto suo fratello.
Si morse il labbro inferiore per non ricominciare a piangere. Era una reazione inevitabile, ogni volta che tornava con il pensiero a lui. Le prime lacrime iniziarono comunque a inumidirle gli occhi. Fissò il muro ritinteggiato di fronte a sé, dandosi della stupida e scorse una strana figura. La visuale era appannata, i contorni erano fugaci, ma la sagoma che si delineò in pochi secondi, le era familiare. Spalancò la bocca incredula. Leonardo era a mezz’aria, a pochi centimetri da lei.
«S…Sara...» sussurrò la figura.
D’istinto Sara si coprì gli occhi con le mani. Le lacrime sgorgarono sulle guance e urlò:  «No! Non ce la faccio!» Non riusciva più a sopportare gli scherzi della sua mente, da un mese e mezzo il rimorso la tormentava accompagnato da illusioni e allucinazioni simili.
«Basta!» Allontanò lentamente le mani dagli occhi e scoprì che, come era logico,  non c’era nessun altro, era completamente sola. «D’ora in avanti, sarò sempre sola» si disse. Si rese conto di essere stata una privilegiata, perché fin da quando era nata era stata affiancata a qualcuno, ma adesso poteva contare unicamente su se stessa. La forza per andare avanti, doveva trovarla dentro sé.
Non poteva neanche incolpare qualcuno. Era stata una sua scelta tagliare fuori tutti gli altri da quel dolore e ora doveva accettare le conseguenze. Quando la situazione si faceva pesante, però si rifugiava sempre lì, scoprendo di non aver ancora imparato a convivere con quel dolore.
Sara si strofinò gli occhi e attribuì l’incubo, e anche quella visione, alle continue notti insonni in cui si rigirava nel letto senza sosta. Si rimise in piedi e i capelli neri le ricaddero sulle spalle. In realtà c’era qualcuno con cui poteva condividere la sua angoscia, anche se non ne aveva tanta voglia. Gli unici che erano stati responsabili di quella decisione insieme a lei e che la stavano aspettando davanti all’entrata del Full Moon.
Si tastò un’ultima volta il viso, per essere certa che non ci fosse più traccia delle lacrime. Trasse un lungo sospiro e chiuse gli occhi. La brezza del teletrasporto l’avvolse e scomparve dal magazzino.

Sabrina notò Yuri solo davanti all’ingresso del Full Moon. È la mia occasione per parlargli pensò. Velocizzò il passo per raggiungerlo, appena gli fu accanto, disse: «Sei in anticipo anche tu?»
Yuri si voltò. «Uh… sì.»
«Gli altri arriveranno sicuramente tra poco. Non c’è mai l’occasione per restare soli e vorrei parlarti in privato» disse tutto d’un fiato, prima che potesse interromperla, come era successo negli ultimi tempi. «Dopo che siamo stati insieme… non abbiamo avuto il tempo di discutere della nostra situazione.»
«La nostra situazione?» ripeté aggrottando la fronte.
«Sai cosa intendo. Con tutto quello che è successo dopo, non abbiamo avuto modo di parlarne apertamente, ma immagino che tra di noi sia cambiato qualcosa.»
Yuri la fissò interdetto. «Non voglio offenderti e nemmeno darti un’idea sbagliata. Devi aver frainteso quello che è accaduto. Credo che il modo migliore per definire quello che c’è stato tra di noi, sia “un momento di debolezza”.»
«Come? Ma io pensavo che…»
«Davo per scontato che fossi d’accordo con me di non pensarci più» la interruppe. «Eravamo sconvolti e ci siamo consolati a vicenda.
Sabrina non riuscì a trattenere la rabbia. «Tutto qui? Mi stai dicendo che è stata solo una sc…»
«Ehi ragazzi! Siete già qui» Davide comparve, avanzando verso di loro. Si accorse poi delle loro facce imbarazzate e aggiunse: «Ho interrotto qualcosa?»
«No, niente» rispose Yuri.
Il ragazzo si allontanò e seguendolo con lo sguardo, Sabrina vide che Sara era appena comparsa dal nulla e lui le stava andando incontro.  
«Manca solo Naoko. Andiamo dentro ad aspettarla. Qui fa troppo freddo.» Yuri fece un cenno con il capo a lei e Davide ed entrò con Sara nel Full Moon.
Sabrina li fissò sentendo di essere sul punto di scoppiare, ma non voleva correre il rischio di attivare i suoi poteri telecinetici e fare un disastro. Strinse i pugni e si calmò, per quanto le era possibile. Avanzò verso l’entrata e scorse Davide alzare le spalle con noncuranza e seguirla.
Si diressero sicuri verso l’ultimo tavolo in fondo al locale, che da un mese e mezzo era diventato la loro postazione abituale. Rimasero in silenzio per diversi minuti, ognuno assorto nei propri pensieri. Sabrina non riuscì a non fissare Sara e Yuri: la tensione tra loro sembrava svanita.
«Per quanto andremo avanti così?» domandò all’improvviso Davide.
Tutti e tre si voltarono verso di lui.
«Cosa intendi?» chiese Sara.
«Questa storia di ritrovarci qui, ogni settimana per la riunione commemorativa» rispose, mimando due virgolette nell’aria con le dita. «Abbiamo provato a tenere questa cosa tra di noi. Non parlarne con altri però non sembra funzionare.»
«E cosa vorresti fare?» chiese Sabrina.
«Potremmo annullare quell’incantesimo.» E puntò lo sguardo su Sara
«No. Questa è l’unica soluzione per non dover dare spiegazioni. E poi così nessun altro dovrà soffrire» rispose lei. «Non torneremo indietro.»
Davide sbuffò. «Sei peggio di un disco rotto. Se non ne parliamo con qualcuno all’infuori del gruppo, finiremo con l’impazzire.»
«Basta. Lasciala in pace» s’intromise Yuri. «Questa è la nostra decisione. Discussione chiusa.»
Sabrina lo fissò infuriata. «Ha deciso solo lei» gli ricordò. «La nostra opinione non le importava.»
Sara le rispose con la voce carica di  rancore. «E tu eri la migliore amica di mio fratello? Tra tutti dovresti essere quella che capisce il perché della mai decisione.»
«Ragazze non è il caso di litigare tra di noi» disse Yuri.
Sabrina notò, però, che lo sguardo di rimprovero era solo per lei.
«Visto? Non riusciamo a gestire questa storia» replicò Davide.
«Dovremo imparare alla svelta a farlo perché abbiamo problemi più gravi.»  Naoko si sporse sul tavolo, annunciando il suo arrivo e fece segno a Yuri di spostarsi un po’ per farle posto. Prese una sedia dal tavolo vicino, aprì il quotidiano che reggeva sotto il braccio e lo passò agli altri. «Andate a pagina quindici. Il trafiletto in basso a sinistra.»
Yuri aprì il giornale tra lui e Sara, Sabrina si avvicinò, imitata da Davide, e lesse ad alata voce: «“Strane aggressioni alla periferia della città. Un uomo a passeggio con il suo cane afferma di essere stato aggredito, intorno alle ore venti, nel parco vicino alla sua abitazione da un essere mostruoso e bestiale simile a un demone. L’uomo è riuscito a fuggire all’aggressione e ha dato l’allarme tramite il cellulare. Quando sono arrivati  i soccorsi e li ha condotti sul luogo, hanno trovato l’animale dell’uomo ridotto a una carcassa esangue.”» Si interruppe e disse: «È orribile.»
Sabrina scattò in piedi. Scostò velocemente Davide e si gettò oltre il tavolo. «Spostati. Devo andare in bagno.» Si coprì la bocca con entrambe le mani e corse verso la toilette del locale. Preoccupata dall’ennesimo conato di vomito in pochi giorni.

«Cosa le prende? È debole di stomaco?» commentò Davide.
Sara lanciò uno sguardo a Sabrina che entrava in bagno e poi riportò gli occhi su  Naoko. «Che cosa a che fare questa storia con noi?»
«Nel resto dell’articolo, la vittima descrive l’assalitore dicendo che al posto della pelle aveva le squame e un paio di corna di ariete, che gli partivano dalle tempie» spiegò. «È chiaro che ha incontrato davvero un demone e noi sappiamo che questi esseri sono esistiti realmente nel passato. Siamo gli unici in grado di trovarlo e impedire che faccia altre vittime.»
«Perché proprio noi?» domandò Yuri
«Nessun altro ha i nostri poteri. Le persone normali non sanno come difendersi» rispose. «E inoltre è meglio che siamo noi a trovarlo, prima che sia lui a trovare noi.»
Sara era riluttante all’idea di dover ancora avere a che fare con quella storia che aveva sconvolto le loro vite, ma non riuscì darle torto.
 

                                                                       Continua…

 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona sera^^ Eccomi qui come promesso e come immaginavo questo capitolo non ha deluso le mie aspettative, succedono un paio di cose interessanti. Sono quasi sicura che Sabrina sia incinta in caso contrario potrebbe davvero essere debole di stomaco ma dopo tutto quello che ha visto ne dubito fortemente. Sara apparentemente sembra stia impazzendo ed ho seriamente paura di cosa potrebbe fare. Poi c'è tutta la questione di Leonardo che non mi è chiarissima, sento puzza di bruciato(perdona l'infelice battuta XD) e Gabriel? il demone è un'altra delle sue evocazioni? Che senso avrebbe ordinargli di attaccare delle persone a caso? Oppure qualche demone ha trovato un passaggio secondario e Gabriel non c'entra niente? Arrrrghh troppe domande e troppi pochi elementi, spero arrivi presto il prossimo cap. Complimenti ancora e alla prossima

Ezio ha detto...

Ciao! Grazie ancora per essere tornata a leggermi!
Mi piacerebbe poter rispondere a qualcuno dei tuoi dubi, ma rischierei di rovinarti la sorpresa :)
Comunque mi piace che tu faccia delle teorie sullo sviluppo! E complimenti anche per la memoria nel ricordare cosa è successo nell'altro libro ;)
Spero che anche con i prossimi capitoli di continuare a non deludere le tue aspettative.
Grazie ancora per i complimenti. Alla prossima lettura.