lunedì 10 novembre 2025

Adolescenza sulla Bocca del'Inferno - Puntata 98

Sorge Oscurità Maggiore 23: Cantate la Nostra Rabbia

 

Michelle sgattaiolò fuori da una delle porte di sicurezza del pianterreno e fece attenzione che la chiusura antipanico non sbattesse.

Saltare la prima ora di lezione la metteva a disagio e temeva di venire scoperta. Non si preoccupava della sua media di voti, francese era una delle materie in cui riusciva meglio, ma un qualsiasi richiamo sulla condotta avrebbe significato dover affrontare sua madre sulla questione e quello la terrorizzava di più.  
Camminò con passo veloce, ma silenzioso, sul cemento del cortile posteriore ed estrasse dalla tasca dei pantaloni il cellulare con il messaggio di Dana.
 
“Appena entri a scuola, vediamoci nel cortile posteriore.
Sistemeremo O.M. una volta per tutte.”
 
Michelle aveva riletto quelle parole già quattro volte e in tutte il suo cervello le aveva lanciato segnali di allarme inconfondibili: non era una buona idea far arrabbiare Hart, o come voleva farsi chiamare, stavano per scatenare qualcosa di pericoloso. Era però altrettanto impossibile far cambiare idea alla sua ragazza. Il fatto che le avesse mandato il messaggio quella stessa mattina, dopo che era già oltre il cancello del liceo, spiegava che non si sarebbe fatta convincere a desistere.
Ripose il cellulare in tasca e si guardò indietro. Era abbastanza lontana dall’edificio perché qualcuno potesse vederla e non troppo vicina al campo sportivo da attirare l’attenzione nel caso ci fosse qualche allenamento o lezione all’aperto. Si tolse lo zaino dalle spalle e lo sistemò tra le gambe, guardò intorno aspettando di vederla comparire.
Il fumo violaceo si diffuse davanti a una siepe alla sua sinistra e quando si dissipò, Dana avanzò verso di lei.
«Brava carotina, puntuale e pronta alla vendetta.»
«Non sono affatto convinta sia una buona idea» disse Michelle. «Ti prego, lasciamo perdere.»
Dana le schioccò un bacio sulla guancia. «Non devi avere paura, ho la mia arma segreta, non può farci niente: nessuno resiste al mio soggiogamento a cantare.»
Michelle incrociò le braccia sui seni. La fissò con aria pensosa. In effetti, da che si ricordava, nessuno aveva mai resistito al suo potere da demone da musical, ma Hart Wyngarde non era come chiunque altro.
«E se in…»
«Niente se, ma, forse o altro» sentenziò Dana. «Vi ho sempre tirati fuori dai guai, o sbaglio? Non fallirò nemmeno oggi.»
Michelle si morse il labbro inferiore. Magari si preoccupava più del dovuto e la sua ragazza era davvero l’asso nella manica a cui non avevano mai pensato.
«D’accordo. Ma come lo rintracciamo per farlo venire qui?»
Dana sorrise. «Basta chiamarlo.»
Michelle aggrottò la fronte. «Intendi al telefono? Non abbiamo il suo numero. Anzi, ora che ci penso, non l’ho mai visto con un cellulare.»
«No, voglio dire proprio chiamarlo a voce.»
«Mi… mi stai prendendo in giro?»
Dana scosse la testa. «Ragiona: Oscurità Maggiore compare sempre nei posti più diversi, quando vuole. Questo significa che ci osserva sempre, probabilmente non è mai in un unico posto, ma in tutta Dorms. E scommetto ci sta ascoltando anche ora.» Si girò verso il cortile vuoto e gridò: «Ehi Hart! Vieni a fare due chiacchiere, abbiamo molto di cui discutere.»
Michelle le afferrò il braccio destro. «Shh! Abbassa la voce, ci sentiranno anche tutti gli altri.»
«Ha ragione, sei molto rumorosa Dana Giller.» Hart Wyngarde sbucò dal nulla sulla strada di fronte a loro. «Per fortuna ho fatto in modo che non venissimo disturbati.»
Michelle rimase a bocca aperta. Era arrivato, proprio come aveva ipotizzato Dana. Cominciò a sperare che forse la probabilità di mettere fine alla minaccia di quell’essere fosse reale, ma si sentì anche raggelare all’idea che la sua ragazza avesse così tante intuizioni corrette su qualcosa connesso all’oscurità.
«Ottimo, prima ci sbrighiamo, prima smetterai di importunare la mia ragazza» rispose Dana.
Hart la fissò e poi spostò gli occhi su di lei. «Deduco hai avuto un chiarimento dopo la nostra conversazione durante la seduta.»
«Io… non ho segreti con Dana.» Michelle si sforzò di mantenere un tono fermo, ma quell’uomo – o presunto – le metteva i brividi ogni volta che doveva averci a che fare.
«Ovvio che mi ha parlato del tuo stupido tentativo di manipolarla» intervenne Dana. Fece un passo avanti e aggiunse: «Visto che ti piace tanto scavare nel profondo delle persone, vediamo se ti diverte quando qualcuno lo fa a te. E ti strappa dall’interno.»
Dana schioccò le dita e la musica iniziò a diffondersi. Dapprima bassa, poi si alzò di tono.
Michelle si riscosse e provò a riconoscere la canzone scelta, domandandosi se lo avesse fatto Hart, oppure Dana e poi le sembrò si trattasse di “Torn” di Natalie Imbruglia.
Dana tese la mano sinistra in avanti aprì il palmo e la bocca. Non le uscì un suono. Con gli occhi spalancati dalla sorpresa, chiuse e riaprì più volte le labbra, ma la sua voce non uscì. Intimorita, strinse l’altra mano intorno alla gola.
Michelle le si avvicinò allarmata e osservò che la baldanza era sparita dai suoi occhi verdi. «Cosa le hai fatto?»
Hart allargò le labbra, mostrando i denti in un sorriso sadico. «Dimostro quanto la sua spavalderia sia inutile e quanto si sopravvaluta. È giusto che provi la sua stessa medicina e io ne tragga un vantaggio.» Alzò il braccio destro verso il cielo e schioccò le dita a sua volta.
La musica dell’introduzione della canzone prese a risuonare in loop, come un disco rotto.
Michelle mantenne lo sguardo su di lui, era troppo spaventata per provare a comprendere cosa volesse mettere in atto. Poi udì il rumore delle porte antipanico che cigolavano e sbattevano. Girò lenta il viso e notò quattro figure avvicinarsi dalle uscite della scuola.
Donovan, Betty, Zec e Chas camminavano verso di loro, rigidi, in fila indiana  e con gli occhi dalla sclera totalmente bianca, come Billy il giorno del test.
Appena li ebbero raggiunti, Hart schioccò le dita una seconda volta.
I quattro amici si guardarono intorno e poi l’un l’altro, senza proferire parola.
Michelle notò il loro smarrimento nel trovarsi lì e la colpì un altro particolare: nonostante la canzone girasse a vuoto, nessuno di loro accennò un passo di danza, o al principio di una coreografia. Non stava andando come avevano previsto.
«Ora che ci siamo tutti, possiamo procedere.» Hart batté due volte i palmi uno contro l’altro e la musica ripartì. «Prima il signor Brennon.»
Donovan puntò lo sguardo su Betty e cantò:

 

«Ho visto come stringevi Kenny
Non mi vuoi intorno, non ti posso avvicinare, ma da lui ti fai toccare
Mi hai fatto capire che non sono abbastanza per te.»

 

Betty intonò in rimando:

 

«Non sei intelligente come pensavo
La tua gelosia è fuori luogo
Anzi, sei del tutto fuori strada
Kenny sapeva, lo ha visto accadere
Billy mi ha salvata, ma prima mi hanno molestata
Mi hanno aggredita e sono traumatizzata
Per questo Sasha mi ha cambiata,
La mia intangibilità, l’ho desiderata
Ho perso ogni fiducia
Vuoi sapere come sto?
Tremo al contatto, non mi riesco a rilassare
Mi serve spazio per farlo rimarginare.»

 

Michelle si coprì la bocca con le mani. Aveva le idee confuse, ma era sicura che l’amica si riferisse alla notte del suo primo incontro con Billy. Più di un anno e mezzo prima. Aveva affrontato un altro orrore oltre alla disavventura con un vero vampiro e si era tenuta dentro quel segreto doloroso, senza parlarne con nessuno. A giudicare dalla faccia scioccata di Donovan, neanche con lui.
Betty riprese a cantare:

 

«È questa la verità
La volevo evitare
Ma non posso più scappare
Non mi puoi aiutare, sono lacerata
Sei in ritardo e io sono dilaniata.»

 

Hart tornò a fissare Dana e Michelle lo guardò preoccupata.
«Coraggio signorina Giller, è il tuo turno. Spiega a Ezechiel perché siamo qui» disse, parlando sulla musica e immune all’influsso della canzone.
Dana fece scivolare le mani giù dalla gola e incerta cantò:

 

«Non serve un indovino per capirlo
Hart ha minacciato il mio rapporto con Michelle
Sono intervenuta per bloccarlo
Lei è tutto ciò che ho di bello
E non mi importa se perderò il potere dell’inferno
Per difendere ciò che abbiamo, lotterò per lei
Combatterò anche questo oscuro all’esterno
Anche se mi spezzerà.»

 

Ancora una volta Michelle rimase senza parole. La sua ragazza le aveva fatto una dichiarazione d’amore in piena regola, ma non capiva come questo la mettesse nei guai.
Poi vide Zec farsi avanti e lo sentì cantare.

 

«Ho perso ogni fiducia
Vuoi sapere come sto?
Tremo al contatto, non mi riesco a rilassare
Mi serve spazio per farlo rimarginare
È questa la verità
La volevo evitare
Ma non posso più scappare
Non mi vuoi aiutare, sono lacerato
Sei in ritardo e io sono dilaniato.»

 

Dana indietreggiò accanto a lei e Michelle la vide voltare la faccia, come se fosse stata colpita da uno schiaffo inaspettato.
A sorpresa, Chas si lanciò in mezzo a Donovan, Betty e Zec e cantò:

 

«Non fatevi ingannare
Sono bugie con cui ci vuole manipolare
Hart vuole solo dividere e conquistare
Smettete di cantare.»
 

Hart la guardò senza scomporsi. «Non puoi interferire signorina Chain e nemmeno prendere il controllo. E ora forza, finite la canzone. Dite chiaramente come vi sentite.»

Michelle osservò Dana e poi spostò gli occhi su Betty, Donovan e Zec.
I quattro ragazzi si riunirono in un cerchio tra lei, Hart e Chas e cantarono:

 

«Abbiamo perso ogni fiducia
Volete sapere come stiamo?
Tremiamo al contatto, non ci riusciamo a rilassare
Ci serve spazio per farlo rimarginare
È questa la verità
La volevamo evitare
Ma non possiamo più scappare
Non ci potete  aiutare, siamo lacerati
Abbiamo perso ogni fiducia
Volete sapere come stiamo?
Tremiamo al contatto, non ci riusciamo a rilassare
Ormai si è rotto tutto
È troppo tardi per rimediare.»

 

La musica si fece sempre più soffusa, in un lento sfumare.
Nuovi passi riecheggiarono sul cemento.
Hart Wyngarde scoppiò a ridere di gusto.
In un primo istante, Michelle non capì il perché, poi si voltò e alle sue spalle vide arrivare quattro ragazzi. Uscivano dalla palestra. Kenny, Jordan, Kerry e Dylan. Dietro di loro, spintonandoli per farsi avanti, emerse il quinto: Billy.
«Ragazzi, cosa sta succedendo?» domandò.
«Li ho aiutati a togliersi un peso» replicò Hart, levitando verso il cielo. «Non lo sapete? La verità rende liberi.» Scoppiò a ridere un’ultima volta e svanì in una foschia nera.
Dana fu la prima a sparire avvolta da una voluta di fumo viola.
Donovan e Betty corsero via in direzioni differenti.
Chas si allontanò lenta, verso la prima porta che dava all’interno dell’edificio.
Zec fissò Billy, scosse la testa e si voltò di spalle, senza rispondere.
E a Michelle fu tutto chiaro. Oscurità Maggiore aveva vinto ancora una volta. Aveva allontanato Billy, in qualche modo lo aveva tenuto occupato e aveva spezzato il fragile equilibrio tra di loro.
 
 

                                                                   Continua…?