lunedì 30 luglio 2018

Darklight Children - Capitolo 77


CAPITOLO 77

Siamo il Sigillo

 
«Sembra tutto normale» disse Davide, osservando Leonardo steso sul cemento con la testa posata sulle gambe di Naoko, inginocchiata accanto a lui.
«Durante il periodo della sua falsa morte deve aver imparato a usare la forma astrale al meglio» gli rispose la ragazza. «E poi non credo che Sara voglia fargli del male.»
Sabrina si avvicinò. «Pensate che l’aiuterà a tornare normale?»
Davide incrociò le braccia sule petto e la fissò deciso.  «Ha iniziato a sbroccare con la sua morte, se vederlo vivo e vegeto non la calma, non so cosa altro possa farlo.»
I versi agitati di Ombra e Scintilla, che avevano girovagato senza tregua lungo tutto il perimetro delimitato dal cancello con le sbarre scure, attirò l’attenzione del gruppo. I gatti soffiarono agitati e rizzarono il pelo sulle rispettive schiene nera e bianca. Corsero poi dalla padrona e dal modo in cui si scambiarono gli sguardi, fu chiaro che stavano comunicando con il pensiero.
«Che succede?» domandò Yuri, allarmato.
«Suppongo brutte notizie, come al solito» replicò Davide.
Naoko accarezzò le loro teste e annuì con viso calmo. Poi sollevò di scatto il capo e rivolta a tutti loro, disse: «Stanno arrivando i demoni! E Sono decisamente più di quanti ne abbiamo mai affrontati!»
Davide si voltò verso la cancellata, imitato dai suoi compagni di sventura.
«Dovete prepararvi a combattere» disse Angelo Moser.
«E con Leonardo come facciamo?» domandò Sabrina.
Patrick si accovacciò e lo spostò dalle gambe di Naoko. «Me ne occupo io. Dobbiamo dargli altro tempo per convincere Sara.»
Annunciato da grugniti e ringhi, un piccolo esercito di circa trenta demoni dalle squame di varie sfumature, fece capolino dal limite opposto del parco di fronte a loro, diretti a ciò che rimaneva del Portale Mistico. Procedevano in maniera scomposta, alcuni muovendosi a quattro zampe e tutti con l’andatura simile a zombie, un po’ barcollando e con lo sguardo vacuo e spento.
«Signor Moser, aiuti Patrick con Leonardo. Proteggetelo a ogni costo» ordinò Davide.
Angelo si chinò. «Forse potrei…»
«No, Davide ha ragione. Senza poteri, voi non avete possibilità» lo interruppe Yuri.
Anche se sorpreso che la sua decisione fosse stata appoggiata dall’altro ragazzo, Davide rimase concentrato sulla battaglia imminente. «Cercherò di creare una barriera abbastanza grossa per tenerli alla larga.»
«Non puoi soffocarli come hai fatto con il bibliotecario?» chiese Naoko.
«Sono troppi e in movimento» rispose. «Ci vuole precisione per rifare quell’operazione e questa non è la situazione adatta.»
I demoni avevano già superato i confini del parco e stavano raggiungendo il cancello, quando la più grossa cupola grigia che Davide avesse mai creato arrestò la loro avanzata.
Seppur con occhi che sembravano non veder realmente ciò che avevano di fronte, i demoni si accorsero dell’ostacolo opaco che ostruiva il loro cammino verso la meta desiderata. Cominciarono a spingere e poi a camminare uno sopra l’altro, fino a tentare di squarciarla con gli artigli.
Davide gridò per il dolore. Ogni colpo, graffio o pugno alla cupola, si ripercuoteva nella sua testa.
«Stai bene?» domandò Patrick.
«Non per molto.» Strinse i pugni per non cedere all’impulso di annullare la creazione. «È come se continuassero a conficcarmi mille aghi nel cervello.»
Yuri lo guardò e dovette fargli particolarmente pena. «Basta! Fai scomparire il campo di forza. Non ci sarai di aiuto se rimani ferito» gridò.
Stringendo Leonardo addormentato tra le braccia, Angelo disse: «Il negozio è pieno di articoli magici. Se riuscissimo a entrare potrei usare qualche incantesimo per stordirli.»
«Se Sara non ci ammazza prima» fece Sabrina.
Stremato dal dolore, Davide notò Naoko fissare i gatti bianco e nero e subito dopo questi si mossero e raggiunsero guardinghi la porta del negozio deformato. Rimasero a osservarla per pochi istanti e  poi voltarono le teste in direzione della ragazza.
«Ombra e Scintilla dicono che il campo mistico alzato da Sara si sta indebolendo.» Naoko andò dai due animali, afferrò la maniglia e una lieve scossa bianca percorse il dorso della mano, facendogliela ritrarre.
«Non sei stata respinta» notò Angelo. «Vuol dire che Leonardo è quasi riuscito a convincere Sara ad abbassare le difese.»
Davide non resistette più: cacciò un secondo urlo di dolore e poi indietreggiò di qualche passo. Tenendosi la testa tra le mani, alzò lo sguardo. La cupola si sgretolò nello stesso istante e i demoni in prima fila caddero a terra, calpestati dai compagni alle loro spalle, che si lanciarono nello stretto ingresso del cancello.
Yuri avanzò davanti a lui. «Tranquillo, ci pensiamo noi.»
Sabrina gli corse vicino e lui le prese la mano sinistra nella sua. Lei alzò il braccio destro e  ricorse all’energia telecinetica, respingendo gli avversari e bloccando i primi demoni che si erano incastrati nell’apertura.
Davide avvertì i palmi guantati di Patrick sulle spalle. «È tutto a posto? Ce la fai a stare in piedi?» gli chiese preoccupato.
Annuì. «È tutto ok» rispose, ansando. «Mi gira solo un po’ la testa.»
Con la mano libera, Yuri creò una cortina di fuoco per terrorizzare i demoni. Alcuni rimasero a fissare le fiamme, ma poi si buttarono in mezzo, superandole con diverse abrasioni sulle squame.
Sabrina agitò di nuovo il braccio, li afferrò con il potere della sua mente e li rimandò indietro.
«Dovete farvi venire un’altra idea» disse Yuri. «Sabrina è troppo debole per continuare e il mio potere è inutile.»
Davide si guardò intorno annaspando. Non avevano più espedienti da provare. Poi con la coda dell’occhio, colse di nuovo Naoko: continuava ad afferrare la maniglia, e non ci fu alcuna scossa al contatto tra la pelle e il metallo.
Si girò verso di loro e urlò: «Venite. Il campo mistico è scomparso.» Piegò la maniglia, ma la porta non si mosse.
«È bloccata dalle radici e da come Sara ha schiacciato la struttura del negozio.» Angelo sollevò Leonardo da terra. «Aiutateci a spingere. È la nostra sola possibilità.»
Davide si fece avanti seguito da Patrick, diedero diverse violente spallate alla porta. Ci impiegarono una manciata di minuti prima che questa cedesse, sbattendo rumorosamente sul pavimento all’interno.
«Tutti dentro» gridò Davide.
Naoko s’intrufolò per prima con Ombra e Scintilla. Poi passò Angelo, prestando attenzione a non far sbattere la testa di Leonardo nello stipite. Yuri trascinò Sabrina, mentre allontanava telecineticamente un ultimo demone, ed entrò con lei. Patrick fece altrettanto, e Davide, fermo a metà dell’uscio divelto, gettò un ultimo sguardo all’orda infernale.
Senza più nessuno a ostacolarli, i demoni si riversarono oltre il cancello, sformando il portoncino di metallo vicino alle sbarre come se fosse fatto di gomma. 

La porta cadde sul pavimento, sollevando una nuvola di polvere biancastra. Non appena si dissipò, Leonardo, con al fianco Sara, vide entrare i loro amici.
Scorgendosi in braccio ad Angelo Moser, pensò fosse il caso di ricongiungersi con il suo corpo. Gli bastò fissarsi per percepire una forza che lo trascinava verso se stesso.
Sbatté le palpebre e disse: «Adesso può farmi scendere.»
Colto di sorpresa, Angelo lo lasciò libero dalla sua stretta. Leonardo barcollò per i primi due passi e poi raggiunse sua sorella, prendendola per mano.
«Sara… sei di nuovo con noi?» domandò Naoko.
«Scusatemi. Ho combinato un casino.»
«Ognuno ha fatto la sua parte» le rispose Yuri.
«L’importante è essere di nuovo tutti insieme» concluse Sabrina.
Leonardo li guardò con gratitudine.
«Non lo resteremo a lungo, se non blocchiamo quei demoni» ricordò loro Davide, allontanandosi dall’ingresso.
I primi demoni iniziarono a frasi avanti dall’apertura. Ignorarono i presenti e si diressero sicuri verso il Sigillo. Una volta sopra la pietra circolare, si tagliarono la gola con gli artigli e si accasciarono sopra i corpi dei demoni che li avevano preceduti.
«Questo è il sacrificio» disse Angelo disgustato.
Con il resto del gruppo intorno, Leonardo osservò i demoni praticare quel macabro rituale in modo metodico. Senza più alcuna frenesia, entravano ordinatamente in fila per uno, si dividevano in più file nella stanza, evitando calcinacci e radici, e raggiungevano a turno la destinazione. A ogni goccia di sangue e corpo morto che si riversava sulla pietra, questa emetteva un fugace lampo di luce rosso-violacea e la crepa sulla sua superficie si allargava di pochi millimetri.
«Non possiamo lasciarli continuare» disse Yuri. «Ci deve essere un modo per fermarli.»
Angelo si guardò intorno. «Qui dentro è peggio di quanto pensassi, Se mi metto a cercare forse pot…»
«No, è inutile. Una volta iniziato, il rito si conclude solo con la riapertura del Sigillo» rispose Sara con aria colpevole. «Neanche nel Ritus esiste un contro-incantesimo.»
«Allora, non possiamo fare altro che andarcene e cercare di essere il più lontano possibile da qui quando uscirà DiKann» fece Davide.
«Così condanneremmo la città e il mondo intero» replicò Naoko.
Sabrina si voltò verso Angelo Moser. «Cosa dobbiamo fare?»
Leonardo lo scorse abbassare lo sguardo sconfitto. E in effetti anche lui non vedeva più possibilità. Il locale era distrutto, vari oggetti e manuali di magia erano sparpagliati sul pavimento, nello stesso modo in cui potevano essere abbandonati dopo la razzia di una banda di sciacalli. Forse interpellando gli Anziani dell’Ordine potevano trovare una soluzione, ma non c’era abbastanza tempo. Eppure, quelle stesse persone avevano dato origine a tutto, perfino il Sigillo era opera loro, come le nuove vite...
«Restiamo solo noi» disse, arrivando a una improvvisa consapevolezza e attirando gli sguardi di tutti su di sé. «Tutto è iniziato con noi, noi siamo le chiavi di questa prigione. Non so se funzionerà, ma metà del Sigillo si apre grazie alla nostra energia, quindi c’è la probabilità che il nostro potere possa fermare il rituale.»
«Potrebbe funzionare, ma la percentuale è molto bassa» disse Angelo, scrutandolo incerto. «Ipotizzerei meno del cinquanta per cento.»
Patrick avanzò agitando le braccia. «No, è troppo bassa. Ero presente quando il professor Barbieri vi ha usati per aprire il Sigillo, avete rischiato di morire. Non ve lo lascerò fare. Vostro zio Fulvio non lo vorrebbe.»
Leonardo insistette. «Non abbiamo altra scelta. Anche se è rischioso, dobbiamo almeno provarci. E questa volta sarà diverso perché saremo tutti e sei insieme.»
Davide lo guardò confuso. «Noi a cosa serviamo? Non siete solo voi due ad avere potere su quella dannata pietra?»
«Mio fratello ha ragione» intervenne Sara. «Ci hanno detto che la nostra rinascita è legata alla vostra e i nostri incubi comuni sul passato hanno dimostrato che è vero.»
Naoko annuì. «È vero: siamo tutti collegati e se uniamo la nostra forza, abbiamo più probabilità di salvarci.»
Patrick si rivolse ad Angelo. «Cosa ne pensi?»
L’altro si massaggiò il mento. «Potrebbe funzionare.»
«Allora è deciso.» Yuri fece un passo avanti, tenendo Sabrina per mano e con l’altra prese quella di Sara. «Sbattiamo la porta in faccia a DiKann.»
Con i tre compagni, Leonardo si avvicinò ancora di più al Sigillo e offrì il suo palmo libero a Davide. Lui lo afferrò senza opporre obiezioni e porse l’altra mano a Naoko. Lei l’accetto e diede la seconda a Sabrina, chiudendo il cerchio. Riuniti tutti e sei attorno al Sigillo, furono illuminati dalla luce sinistra che emanava. I demoni non si scomposero per allontanarli: mettendosi a quattro zampe, passavano sotto le loro baraccia e andavano a morire sopra i loro simili.
«Concentratevi sulla spaccatura» urlò Angelo. «Cercate di chiuderla.»
Leonardo abbassò il capo. La spaccatura era coperta dai corpi ammassati, ma era lì sotto. Ogni suicidio la faceva sussultare e lo percepiva come un battito del cuore. Tutti loro potevano farlo, riuscivano ad attingere alla stessa energia che aveva portato alla loro rinascita e spinti a ritrovarsi nella vita del presente.
«Chiuditi» gridò Leonardo.
Inaspettata la sua vista passò attraverso ai cadaveri e vide nitidamente il simbolo del teschio con le corna da cui pendevano i serpenti: il sangue violaceo dei demoni stava fluendo in piccoli rivoli al suo interno, alimentando la spaccatura, che avanzava per aprirsi. Per pochi istanti però si placò, obbedendo al suo comando.
Udì i compagni gridare come lui e la fenditura sulla pietra si bloccò a metà. Erano più forti del rituale, avrebbero trasformato la punizione in una missione, dimostrando di aver imparato i loro errori ed essere diventati degli esseri migliori.
I lampi di luce del Sigillo si susseguivano sempre più frequentemente, ma una nuova luce emerse. Scaturì dai loro corpi, bianca e pura, e allo stesso tempo calda e rassicurante.
Leonardo percepì la stessa sensazione di quando si teletrasportava, la condivise con tutti e insieme la riversarono sul Sigillo.
I cadaveri dei demoni ai loro piedi si consumarono come neve sotto il sole: le squame si sciolsero, lasciando il posto agli scheletri, che divennero subito cenere. Il sangue colato evaporò in sottili fumi porpora e si disperse verso l’alto, mentre le radici rinsecchirono fino a sparire nel nulla.
I demoni, ormai entrati tutti nel negozio, smisero di avanzare, rimasero fermi, guardandosi intorno confusi. All’unisono lanciarono un latrato piegando la testa all’indietro e la luce bianca li avvolse, consumando anche i loro corpi e lasciando solo piccoli mucchi di cenere chiara.
Il Sigillo tremò e dalla sua superficie si innalzò una colonna di energia crepitante, che spense la luce che emanavano e li obbligò a rompere l’unione delle loro mani, facendoli cadere seduti sul terreno. Quando si restrinse fino a scomparire, nel Portale Mistico regnò il silenzio assoluto.
Muovendosi sulle ginocchia, Leonardo si  porse in avanti. Il Sigillo presentava ancora il principio di una spaccatura, ma la crepa non lo aveva attraversato interamente da parte a parte. Era chiuso e svolgeva la sua funzione.
«Ci siete riusciti» disse Angelo incredulo.
«Ce l’hanno fatta!» esultò Patrick e corse verso di loro.« State tutti bene? Nessuno è ferito?»
«Stiamo bene» rispose Yuri, rialzandosi per primo.
Leonardo lo imitò e così anche gli altri. Osservarono ancora la pietra.
«È tutta opera nostra?» chiese Naoko.
«Puoi giurarci! Li abbiamo disintegrati» fece Davide.
«Non riesco a credere che sia tutto finito» disse Sabrina.
Leonardo si girò verso Sara e lei ricambiò il suo sguardo, sorridendo. «Finalmente possiamo tornare a casa.»
«Niente affatto» rispose. «Prima dovete sistemare quel pasticcio della memoria delle persone. A parte voi, nessuno di quelli che conosco sa che esisto.»

 
Continua…

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