CAPITOLO 77
Siamo il Sigillo
«Sembra tutto
normale» disse Davide, osservando Leonardo steso sul cemento con la testa
posata sulle gambe di Naoko, inginocchiata accanto a lui.
«Durante il
periodo della sua falsa morte deve aver imparato a usare la forma astrale al
meglio» gli rispose la ragazza. «E poi non credo che Sara voglia fargli del
male.»
Sabrina si
avvicinò. «Pensate che l’aiuterà a tornare normale?»
Davide incrociò
le braccia sule petto e la fissò deciso.
«Ha iniziato a sbroccare con la sua morte, se vederlo vivo e vegeto non
la calma, non so cosa altro possa farlo.»
I versi agitati
di Ombra e Scintilla, che avevano girovagato senza tregua lungo tutto il
perimetro delimitato dal cancello con le sbarre scure, attirò l’attenzione del
gruppo. I gatti soffiarono agitati e rizzarono il pelo sulle rispettive schiene
nera e bianca. Corsero poi dalla padrona e dal modo in cui si scambiarono gli
sguardi, fu chiaro che stavano comunicando con il pensiero.
«Che succede?»
domandò Yuri, allarmato.
«Suppongo brutte
notizie, come al solito» replicò Davide.
Naoko accarezzò
le loro teste e annuì con viso calmo. Poi sollevò di scatto il capo e rivolta a
tutti loro, disse: «Stanno arrivando i demoni! E Sono decisamente più di quanti
ne abbiamo mai affrontati!»
Davide si voltò
verso la cancellata, imitato dai suoi compagni di sventura.
«Dovete
prepararvi a combattere» disse Angelo Moser.
«E con Leonardo
come facciamo?» domandò Sabrina.
Patrick si
accovacciò e lo spostò dalle gambe di Naoko. «Me ne occupo io. Dobbiamo dargli
altro tempo per convincere Sara.»
Annunciato da
grugniti e ringhi, un piccolo esercito di circa trenta demoni dalle squame di
varie sfumature, fece capolino dal limite opposto del parco di fronte a loro,
diretti a ciò che rimaneva del Portale
Mistico. Procedevano in maniera scomposta, alcuni muovendosi a quattro
zampe e tutti con l’andatura simile a zombie, un po’ barcollando e con lo
sguardo vacuo e spento.
«Signor Moser, aiuti
Patrick con Leonardo. Proteggetelo a ogni costo» ordinò Davide.
Angelo si chinò.
«Forse potrei…»
«No, Davide ha
ragione. Senza poteri, voi non avete possibilità» lo interruppe Yuri.
Anche se
sorpreso che la sua decisione fosse stata appoggiata dall’altro ragazzo, Davide
rimase concentrato sulla battaglia imminente. «Cercherò di creare una barriera
abbastanza grossa per tenerli alla larga.»
«Non puoi
soffocarli come hai fatto con il bibliotecario?» chiese Naoko.
«Sono troppi e
in movimento» rispose. «Ci vuole precisione per rifare quell’operazione e
questa non è la situazione adatta.»
I demoni avevano
già superato i confini del parco e stavano raggiungendo il cancello, quando la
più grossa cupola grigia che Davide avesse mai creato arrestò la loro avanzata.
Seppur con occhi
che sembravano non veder realmente ciò che avevano di fronte, i demoni si
accorsero dell’ostacolo opaco che ostruiva il loro cammino verso la meta
desiderata. Cominciarono a spingere e poi a camminare uno sopra l’altro, fino a
tentare di squarciarla con gli artigli.
Davide gridò per
il dolore. Ogni colpo, graffio o pugno alla cupola, si ripercuoteva nella sua
testa.
«Stai bene?»
domandò Patrick.
«Non per molto.»
Strinse i pugni per non cedere all’impulso di annullare la creazione. «È come
se continuassero a conficcarmi mille aghi nel cervello.»
Yuri lo guardò e
dovette fargli particolarmente pena. «Basta! Fai scomparire il campo di forza.
Non ci sarai di aiuto se rimani ferito» gridò.
Stringendo
Leonardo addormentato tra le braccia, Angelo disse: «Il negozio è pieno di
articoli magici. Se riuscissimo a entrare potrei usare qualche incantesimo per
stordirli.»
«Se Sara non ci
ammazza prima» fece Sabrina.
Stremato dal
dolore, Davide notò Naoko fissare i gatti bianco e nero e subito dopo questi si
mossero e raggiunsero guardinghi la porta del negozio deformato. Rimasero a
osservarla per pochi istanti e poi
voltarono le teste in direzione della ragazza.
«Ombra e
Scintilla dicono che il campo mistico alzato da Sara si sta indebolendo.» Naoko
andò dai due animali, afferrò la maniglia e una lieve scossa bianca percorse il
dorso della mano, facendogliela ritrarre.
«Non sei stata
respinta» notò Angelo. «Vuol dire che Leonardo è quasi riuscito a convincere
Sara ad abbassare le difese.»
Davide non
resistette più: cacciò un secondo urlo di dolore e poi indietreggiò di qualche
passo. Tenendosi la testa tra le mani, alzò lo sguardo. La cupola si sgretolò
nello stesso istante e i demoni in prima fila caddero a terra, calpestati dai
compagni alle loro spalle, che si lanciarono nello stretto ingresso del
cancello.
Yuri avanzò
davanti a lui. «Tranquillo, ci pensiamo noi.»
Sabrina gli
corse vicino e lui le prese la mano sinistra nella sua. Lei alzò il braccio
destro e ricorse all’energia telecinetica,
respingendo gli avversari e bloccando i primi demoni che si erano incastrati
nell’apertura.
Davide avvertì i
palmi guantati di Patrick sulle spalle. «È tutto a posto? Ce la fai a stare in
piedi?» gli chiese preoccupato.
Annuì. «È tutto
ok» rispose, ansando. «Mi gira solo un po’ la testa.»
Con la mano
libera, Yuri creò una cortina di fuoco per terrorizzare i demoni. Alcuni
rimasero a fissare le fiamme, ma poi si buttarono in mezzo, superandole con
diverse abrasioni sulle squame.
Sabrina agitò di
nuovo il braccio, li afferrò con il potere della sua mente e li rimandò
indietro.
«Dovete farvi
venire un’altra idea» disse Yuri. «Sabrina è troppo debole per continuare e il
mio potere è inutile.»
Davide si guardò
intorno annaspando. Non avevano più espedienti da provare. Poi con la coda
dell’occhio, colse di nuovo Naoko: continuava ad afferrare la maniglia, e non
ci fu alcuna scossa al contatto tra la pelle e il metallo.
Si girò verso di
loro e urlò: «Venite. Il campo mistico è scomparso.» Piegò la maniglia, ma la
porta non si mosse.
«È bloccata
dalle radici e da come Sara ha schiacciato la struttura del negozio.» Angelo sollevò
Leonardo da terra. «Aiutateci a spingere. È la nostra sola possibilità.»
Davide si fece
avanti seguito da Patrick, diedero diverse violente spallate alla porta. Ci
impiegarono una manciata di minuti prima che questa cedesse, sbattendo
rumorosamente sul pavimento all’interno.
«Tutti dentro»
gridò Davide.
Naoko
s’intrufolò per prima con Ombra e Scintilla. Poi passò Angelo, prestando attenzione
a non far sbattere la testa di Leonardo nello stipite. Yuri trascinò Sabrina,
mentre allontanava telecineticamente un ultimo demone, ed entrò con lei.
Patrick fece altrettanto, e Davide, fermo a metà dell’uscio divelto, gettò un
ultimo sguardo all’orda infernale.
Senza più
nessuno a ostacolarli, i demoni si riversarono oltre il cancello, sformando il
portoncino di metallo vicino alle sbarre come se fosse fatto di gomma.
La porta cadde
sul pavimento, sollevando una nuvola di polvere biancastra. Non appena si
dissipò, Leonardo, con al fianco Sara, vide entrare i loro amici.
Scorgendosi in braccio
ad Angelo Moser, pensò fosse il caso di ricongiungersi con il suo corpo. Gli
bastò fissarsi per percepire una forza che lo trascinava verso se stesso.
Sbatté le
palpebre e disse: «Adesso può farmi scendere.»
Colto di
sorpresa, Angelo lo lasciò libero dalla sua stretta. Leonardo barcollò per i
primi due passi e poi raggiunse sua sorella, prendendola per mano.
«Sara… sei di
nuovo con noi?» domandò Naoko.
«Scusatemi. Ho
combinato un casino.»
«Ognuno ha fatto
la sua parte» le rispose Yuri.
«L’importante è
essere di nuovo tutti insieme» concluse Sabrina.
Leonardo li
guardò con gratitudine.
«Non lo
resteremo a lungo, se non blocchiamo quei demoni» ricordò loro Davide,
allontanandosi dall’ingresso.
I primi demoni
iniziarono a frasi avanti dall’apertura. Ignorarono i presenti e si diressero
sicuri verso il Sigillo. Una volta sopra la pietra circolare, si tagliarono la
gola con gli artigli e si accasciarono sopra i corpi dei demoni che li avevano
preceduti.
«Questo è il
sacrificio» disse Angelo disgustato.
Con il resto del
gruppo intorno, Leonardo osservò i demoni praticare quel macabro rituale in modo
metodico. Senza più alcuna frenesia, entravano ordinatamente in fila per uno,
si dividevano in più file nella stanza, evitando calcinacci e radici, e
raggiungevano a turno la destinazione. A ogni goccia di sangue e corpo morto
che si riversava sulla pietra, questa emetteva un fugace lampo di luce
rosso-violacea e la crepa sulla sua superficie si allargava di pochi
millimetri.
«Non possiamo
lasciarli continuare» disse Yuri. «Ci deve essere un modo per fermarli.»
Angelo si guardò
intorno. «Qui dentro è peggio di quanto pensassi, Se mi metto a cercare forse
pot…»
«No, è inutile.
Una volta iniziato, il rito si conclude solo con la riapertura del Sigillo» rispose
Sara con aria colpevole. «Neanche nel Ritus
esiste un contro-incantesimo.»
«Allora, non
possiamo fare altro che andarcene e cercare di essere il più lontano possibile da
qui quando uscirà DiKann» fece Davide.
«Così condanneremmo
la città e il mondo intero» replicò Naoko.
Sabrina si voltò
verso Angelo Moser. «Cosa dobbiamo fare?»
Leonardo lo
scorse abbassare lo sguardo sconfitto. E in effetti anche lui non vedeva più possibilità.
Il locale era distrutto, vari oggetti e manuali di magia erano sparpagliati sul
pavimento, nello stesso modo in cui potevano essere abbandonati dopo la razzia
di una banda di sciacalli. Forse interpellando gli Anziani dell’Ordine potevano
trovare una soluzione, ma non c’era abbastanza tempo. Eppure, quelle stesse
persone avevano dato origine a tutto, perfino il Sigillo era opera loro, come
le nuove vite...
«Restiamo solo
noi» disse, arrivando a una improvvisa consapevolezza e attirando gli sguardi
di tutti su di sé. «Tutto è iniziato con noi, noi siamo le chiavi di questa
prigione. Non so se funzionerà, ma metà del Sigillo si apre grazie alla nostra
energia, quindi c’è la probabilità che il nostro potere possa fermare il
rituale.»
«Potrebbe funzionare,
ma la percentuale è molto bassa» disse Angelo, scrutandolo incerto.
«Ipotizzerei meno del cinquanta per cento.»
Patrick avanzò
agitando le braccia. «No, è troppo bassa. Ero presente quando il professor
Barbieri vi ha usati per aprire il Sigillo, avete rischiato di morire. Non ve
lo lascerò fare. Vostro zio Fulvio non lo vorrebbe.»
Leonardo
insistette. «Non abbiamo altra scelta. Anche se è rischioso, dobbiamo almeno
provarci. E questa volta sarà diverso perché saremo tutti e sei insieme.»
Davide lo guardò
confuso. «Noi a cosa serviamo? Non siete solo voi due ad avere potere su quella
dannata pietra?»
«Mio fratello ha
ragione» intervenne Sara. «Ci hanno detto che la nostra rinascita è legata alla
vostra e i nostri incubi comuni sul passato hanno dimostrato che è vero.»
Naoko annuì. «È
vero: siamo tutti collegati e se uniamo la nostra forza, abbiamo più
probabilità di salvarci.»
Patrick si
rivolse ad Angelo. «Cosa ne pensi?»
L’altro si
massaggiò il mento. «Potrebbe funzionare.»
«Allora è
deciso.» Yuri fece un passo avanti, tenendo Sabrina per mano e con l’altra
prese quella di Sara. «Sbattiamo la porta in faccia a DiKann.»
Con i tre
compagni, Leonardo si avvicinò ancora di più al Sigillo e offrì il suo palmo
libero a Davide. Lui lo afferrò senza opporre obiezioni e porse l’altra mano a
Naoko. Lei l’accetto e diede la seconda a Sabrina, chiudendo il cerchio.
Riuniti tutti e sei attorno al Sigillo, furono illuminati dalla luce sinistra
che emanava. I demoni non si scomposero per allontanarli: mettendosi a quattro
zampe, passavano sotto le loro baraccia e andavano a morire sopra i loro
simili.
«Concentratevi
sulla spaccatura» urlò Angelo. «Cercate di chiuderla.»
Leonardo abbassò
il capo. La spaccatura era coperta dai corpi ammassati, ma era lì sotto. Ogni
suicidio la faceva sussultare e lo percepiva come un battito del cuore. Tutti
loro potevano farlo, riuscivano ad attingere alla stessa energia che aveva portato
alla loro rinascita e spinti a ritrovarsi nella vita del presente.
«Chiuditi» gridò
Leonardo.
Inaspettata la
sua vista passò attraverso ai cadaveri e vide nitidamente il simbolo del
teschio con le corna da cui pendevano i serpenti: il sangue violaceo dei demoni
stava fluendo in piccoli rivoli al suo interno, alimentando la spaccatura, che
avanzava per aprirsi. Per pochi istanti però si placò, obbedendo al suo
comando.
Udì i compagni
gridare come lui e la fenditura sulla pietra si bloccò a metà. Erano più forti
del rituale, avrebbero trasformato la punizione in una missione, dimostrando di
aver imparato i loro errori ed essere diventati degli esseri migliori.
I lampi di luce
del Sigillo si susseguivano sempre più frequentemente, ma una nuova luce
emerse. Scaturì dai loro corpi, bianca e pura, e allo stesso tempo calda e
rassicurante.
Leonardo percepì
la stessa sensazione di quando si teletrasportava, la condivise con tutti e
insieme la riversarono sul Sigillo.
I cadaveri dei
demoni ai loro piedi si consumarono come neve sotto il sole: le squame si
sciolsero, lasciando il posto agli scheletri, che divennero subito cenere. Il
sangue colato evaporò in sottili fumi porpora e si disperse verso l’alto,
mentre le radici rinsecchirono fino a sparire nel nulla.
I demoni, ormai
entrati tutti nel negozio, smisero di avanzare, rimasero fermi, guardandosi
intorno confusi. All’unisono lanciarono un latrato piegando la testa
all’indietro e la luce bianca li avvolse, consumando anche i loro corpi e
lasciando solo piccoli mucchi di cenere chiara.
Il Sigillo tremò
e dalla sua superficie si innalzò una colonna di energia crepitante, che spense
la luce che emanavano e li obbligò a rompere l’unione delle loro mani,
facendoli cadere seduti sul terreno. Quando si restrinse fino a scomparire, nel
Portale Mistico regnò il silenzio
assoluto.
Muovendosi sulle
ginocchia, Leonardo si porse in avanti. Il
Sigillo presentava ancora il principio di una spaccatura, ma la crepa non lo
aveva attraversato interamente da parte a parte. Era chiuso e svolgeva la sua
funzione.
«Ci siete
riusciti» disse Angelo incredulo.
«Ce l’hanno
fatta!» esultò Patrick e corse verso di loro.« State tutti bene? Nessuno è
ferito?»
«Stiamo bene»
rispose Yuri, rialzandosi per primo.
Leonardo lo
imitò e così anche gli altri. Osservarono ancora la pietra.
«È tutta opera
nostra?» chiese Naoko.
«Puoi giurarci!
Li abbiamo disintegrati» fece Davide.
«Non riesco a
credere che sia tutto finito» disse Sabrina.
Leonardo si girò
verso Sara e lei ricambiò il suo sguardo, sorridendo. «Finalmente possiamo
tornare a casa.»
«Niente affatto»
rispose. «Prima dovete sistemare quel pasticcio della memoria delle persone. A
parte voi, nessuno di quelli che conosco sa che esisto.»
Continua…
Nessun commento:
Posta un commento