lunedì 16 luglio 2018

Darklight Children - Capitolo 76


CAPITOLO 76

Condividiamo luce e oscurità

 
Sara rimase paralizzata a fissarlo. Si chiese se l’energia del medaglione le avesse dato alla testa, o forse era colpa dei suoi poteri mentali: si era spinta troppo in là e ora aveva perso il contatto con la realtà.
Suo fratello non poteva essere vivo.
«Che ci fai tu qui?» gridò Carovus. «Nessun umano può penetrare la barriera.»
«Fatti gli affari tuoi faccia da lucertola. E per la cronaca sono stati troppo gentili nel descriverti: sei più brutto di quanto mi avessero detto» replicò Leonardo. Si voltò poi a guardarla. «Sara, è tutto reale. Non sono morto. Non lo sono mai stato. Ferma questa stupidaggine!»
Sara si portò le mani alle tempie. Stava impazzendo. Perfino la sua voce era uguale e il suo modo di fare battute per nascondere la paura. Era lui. Leonardo era tornato.
Carovus si girò di scatto e le urlò: «Non farti confondere, Principessa. È un trucco dei tuoi cosiddetti amici. Non è veramente chi dice di essere.»
«Sei parecchio testardo per essere uscito da una palude» rispose Leonardo. «Sono suo fratello.»
Sara mosse un passo dopo l’altro con estrema cautela. Avanzò insicura e stordita fino a raggiungere Leonardo. Alzò una mano per accarezzargli una guancia, ma le sue dita attraversarono la pelle, come se fosse un’immagine finta, come se fosse un fantasma...
«No!» Aarretrò disgustata. La sorpresa si tramutò in rabbia. «Come osate prendervi gioco di me in questo modo» gridò. «Usare mio fratello in questo modo… infangare la sua memoria!»
«Sara, calmati. Ti stai sbagliando» le rispose il ragazzo.
«Stai zitto!» sbraitò. In preda alla furia, Immaginò lame affilate e gli lanciò contro una scarica di energia mentale.
Leonardo parve vederla arrivare in anticipo e si scostò per evitare il colpo. «Smettila e ascoltami: non sono morto veramente. Ho sviluppato anche io il mio potere originario. Sayka aveva facoltà psichiche, mentre Lucen poteva usare la proiezione astrale. Ed è questa la forma con cui sono riuscito a entrare.»
Ancora una volta, Sara si sentì confusa. Nei suoi ricordi riaffiorò qualcosa, nel passato la se stessa demoniaca aveva combattuto spesso con l’alter ego di suo fratello e lui poteva separare la sua essenza dal corpo.
«Non dargli retta. Sono i tuoi ex-compagni a parlare per lui.» Carovus si mosse guardingo, per insinuarsi tra di loro. «Stanno provando a confonderti, temono il tuo potere e vogliono sfruttare il tuo defunto fratello per fermarti.»
«Sei davvero fastidioso! Avanti sorellina, non puoi davvero credere a questa patetica imitazione di Lizard» disse Leonardo.
Sara lo guardò speranzosa. C’era un riferimento a un fumetto in quella frase, non sapeva bene quale, ma era sicura che c’entravano i super-eroi. I suoi ex-amici non potevano impegnarsi al punto di cogliere quei particolari. Però l’avevano già manipolata in passato, come poteva fidarsi?  
«So cosa ti è successo» continuò lui. «Il tradimento di Yuri, la gravidanza di Sabrina… so quanto tutte le delusioni possono averti fatto arrabbiare, ma questa non sei tu.»
«Come fai a dirlo? Come puoi sapere chi sono?» domandò Sara. Lei stessa non riusciva più a essere certa della sua identità.
«Perché nessuno ti conosce bene quanto me.» Leonardo le sorrise. «Anche se hai sempre rifiutato sentirmelo ripetere, tra noi c’è un legame speciale, ancora prima di scoprire di avere dei poteri. Per questo motivo riuscivo a materializzarmi nel magazzino solo quando eri tu a pensarmi. Il tuo affetto e il tuo desiderio di rivedermi erano la mia fonte di energia. Mi permettevi di ritrovare la strada.»
Sara lo fissò per qualche secondo senza fiatare. Era un’informazione che Leonardo non conosceva, nessuno sapeva che lo aveva visto. E anche quel suo discorso melenso… era proprio il genere di sentimentalismo che solo il suo stupido adorato fratellino sapeva tirar fuori nei momenti di crisi.
«Fanno leva sulle tue debolezze» intervenne Carovus. «Tuo padre DiKann mi ha messo in guardia sugli stratagemmi dell’Ordine, la stessa organizzazione che vi ha spiati e portati alla rovina.»
Sara arretrò tenendosi la testa tare l mani. Era di nuovo confusa. La spiegazione della proiezione astrale aveva senso: poteva essersene ricordato quando il potere si era risvegliato; però era anche possibile che gli altri lo avessero letto dal Registro dell’Ordine che lo riguardava e stessero sfruttando quella scoperta contro di lei. Qual’era la verità? A chi doveva credere?
«Vorrei che fosse vero» disse con voce tremante. «Ma non so più di chi posso fidarmi…»
«Fidati di te stessa. Dei tuoi sentimenti Se fossi morto, davvero morto, lo avresti sentito. Una parte di te, sarebbe scomparsa per sempre.» Leonardo allungò il braccio e aprì la mano, offrendole il palmo. «Quando sei stata rapita e ti hanno aggredita, io ho avuto la certezza che fossi in  pericolo. Te lo ricordi? Il nostro legame, forse un po’ soprannaturale, ma comunque la forza della nostra unione.»
Sara cadde sulle ginocchia. L’ultima rivelazione scacciò ogni dubbio. Non era pazza, chi aveva di fronte non era un’imitazione di Leonardo. Era suo fratello ed era tornato da una morte illusoria. I suoi occhi si riempirono di lacrime e istintivamente si coprì il volto per non farlo vedere.  
Carovus balzò in avanti e con rapidità si avventò contro Leonardo.
«Ehi!» urlò il ragazzo.
Sara scostò le mani. Seppur colto di sorpresa, il fratello schivò gli artigli del nemico.
Il demone non rallentò il suo attacco spasmodico. «Maledetto falso spettro, non rovinerai il mio trionfo, non ti permetterò di intralciare la mia ascesa al fianco del Re DiKann» disse Carovus, mostrando le zanne e fendendo senza sosta l’aria con le mani artigliate per colpire il nemico. «A quanto pare sei realmente quel dannato ragazzino! Avresti dovuto rimanere morto! Anzi, avrei dovuto eliminarti io quando ne ho avuto l’occasione.»
«Ma di che parli? Non ti ho mai visto prima» rispose Leonardo, indietreggiando incerto.
«Non con questo corpo. Quella notte ero umano e tu sei comparso all’improvviso, come oggi. Mi hai inviato nel Primo Inferno, volevi punirmi per aver aggredito tua sorella e invece mi hai fatto un favore. Ricambierò il favore dandoti una morte rapida e definitiva.»
Leonardo scattò di lato e Sara lo vide guizzare come un lampo di luce: con quel unico movimento, arrivò al suo fianco.
La guardò aggrottando la fronte. «Hai visto chi hai come alleato? Qualunque cosa ti abbia promesso non puoi fidarti ora che sai chi è. Apri gli occhi: sei stata usata, ma sei ancora in tempo per rimediare.»
Sara fissò Carovus mentre si girava nella loro direzione. Aveva ragione. Si era fidata di quel demone solo perché l’aveva detto il padre demoniaco e per tutto il tempo aveva avuto al fianco il suo assalitore. La prospettiva di aprire il Sigillo e riunirsi a DiKann, non le sembravano più una buona idea.
«Ora basta» ordinò. «Sparisci dalla mia vis…»
Non riuscì a terminare la frase. Carovus corse in avanti a quattro zampe e poi con gli artigli della mano destra, squarciò la figura evanescente di Leonardo.
Rimase allibita a fissare lo spazio vuoto dove prima si trovava.
«Cosa hai fatto?» urlò. Non poteva accadere ancora. Non poteva perderlo una seconda volta.
«Quello che era necessario. L’ho eliminato» rispose Carovus. «È per il tuo bene, mia principessa. Mi ringrazierai quando ti troverai al cospetto di DiKann e capirai che ti ho impedito di fare la scelta sbagliata.»
«Sei morto» sibilò Sara. Il suo amato fratello le era stato strappato un’altra volta e non poteva accettarlo, tanto meno perdonare il colpevole.« Quando mi hai aggredita su quel prato ero indifesa. Da quella notte tu sei rimasto lo stesso mostro, ma io ora sono più forte.»  
Carovus perse la sua baldanza e il terrore invase i suoi occhi.
Sara allargò le braccia, concentrò ogni forza nella testa e lasciò che la mente liberasse tutto ciò che provava: odio, dolore, disperazione, vendetta.
«Ferma… hai bisogno di me…» mugolò. Si strinse la testa e inarcò la schiena. Sangue violaceo gli scorse dalle orecchie.
«Non ho mai avuto bisogno di te.» Sara spinse i suoi sentimenti come fossero un’arma e il colpo psichico si abbatté sul demone. «Non farai più del male a nessuno!»
Carovus cadde sulla schiena contro il pavimento. Emise un ultimo latrato di dolore e il suo sguardo si spense. Rimase immobile steso, la bocca spalancata, gli occhi sbarrati e senza vita.
Sara ansimò per lo sforzo. Trattenne i singhiozzi e si fece avanti. 
«Leonardo» urlò, scavalcando il cadavere. Si guardò intorno tremando. «Ti prego, Non lasciarmi di nuovo.»
Un fascio di luce azzurra apparve davanti a lei e prese la forma del corpo di un ragazzo.
«Credevo avessi capito che non è così facile sbarazzarsi di me.»
D’istinto si sporse in avnti epr buttargli le barccia al collo, ma poi ricordo che non poteva toccarlo. «Sciusa…  Ho avuto paura che fossi morto… ancora.»
«Ho solo dovuto “assentarmi” momentaneamente» rispose sorridendo. «È un trucco che ho imparato nei mesi da fantasma. Devo ancora perfezionarmi.»
Guardandolo di fronte a sé sano e salvo, Sara non riuscì a trattenere le lacrime. Finalmente si sentiva serena, la solitudine e il senso di vuoto erano spariti di colpo.
La pelle sotto il collo le bruciò e una forma sferica rossa si fece strada verso la sua carne. Il medaglione di DiKann fuoriuscì dal suo corpo e cadde per terra, infrangendosi in quattro pezzi.
«Cos’è quell’affare?»
«Era il Catalizzatore per risvegliare i demoni» rispose, asciugandosi con il dorso della mano sinistra le lacrime e massaggiandosi con la destra il collo e il petto. «Credo che rifiutandomi di eseguire gli ordini del demone, il mio fisico lo abbia espulso.»
Solo a quel punto ricordò l’altra funzione dell’oggetto. Si voltò di scatto e una nutrita fila di spettri dalla carnagione grigia li circondò all’istante, confermando i suoi timori.
«Stupida! Hai davvero creduto di esserti liberata di noi?» la derise il solito ragazzino.
«Sei stata astuta a ricorrere al potere di tuo padre per mettere a tacere la tua coscienza» disse la donna che aveva già incontrato in camera sua. «Hai fatto male a disfarti del tuo medaglione. Ci hai zittiti per poche ore e ora abbiamo l’eternità per farti scontare le tue colpe.»
«No! No!» gridò Sara in preda al panico «Vi prego… vi prego…»
«Sara, che sta succedendo?» domandò Leonardo. «Chi sono questi… tizi?»
Lei lo scrutò allibita. «Tu riesci a vederli?»
«Sì e credo che abbiano urgente bisogno di un check-up medico.»
La moltitudine di spettri grigi posò lo sguardo su suo fratello e parvero sorpresi quanto lei che fosse in grado di scorgerli.
«Sono gli spiriti delle vittime di Sayka» gli spiegò. «Mi perseguitano per ciò che ho fatto nell’altra vita.»
«Quindi è anche per questo che hai accettato di assecondare DiKann?»
«Non avevo scelta. Hanno giurato di tormentarmi per ricordarmi le mie colpe.» Sara arretrò, mentre sentiva il senso di oppressione stringersi intorno alla gola. «La vera punizione è avere a che fare con loro, non essere rinata come tua gemella.»
«Hai ragione e forse è questo il vero significato di ciò che ha fatto l’Ordine. Siamo rinati per essere legati, non devi più portare questo peso da sola.»
«Cosa vuoi dire?»
«Le tue azioni nel passato potevano essere sopportate da Sayka perché era stata cresciuta come un demone, ma tu sei un essere umano e il senso di colpa ti schiaccia. Ma se mi prendo una parte del tuo fardello, non ti accorgerai più di portarlo.»
«Non permetteremo che accada!» sbraitò una voce nel gruppo di spiriti.
«Voi non potete scegliere» ribatté serio Leonardo.
«Sei certo? Come riusciremo a farlo?» domandò Sara.
«Stupidi! Nessuno può cancellare le proprie colpe!» disse un altro spettro. «Non riuscirete mai a scacciarci.»
Leonardo lo ignorò e tornò a fissarla. «Fidati di me. Se ci credi, ci riusciremo.»
Lei ricambiò il suo sguardo pensierosa. «E se fosse troppo da sopportare? Non voglio che tu soffra a causa mia.»
«Quando siamo insieme, non c’è niente che possa spaventarmi.»
Leonardo posò il palmo della mano sinistra quasi sul dorso della destra della sua, illuminandola di luce azzurra. Sara vide davanti agli occhi delle parole. Una formula nacque nella sua mente. Senza timore la recitò: «Da uno a due in un tutt’uno. La colpa tua per metà sia mia, senza ostacolo alcuno!»
Nel pronunciarla, udì la voce di Leonardo ripetere quella frase insieme a lei, le stesse identiche parole.
Gli spiriti urlarono e si dimenarono, mentre le loro sagome si disgregavano per poi fondersi in una gigantesca nuvola di fumo grigio. Quell’ammasso vorticò su se stesso e poi si abbatté su di loro, dissipandosi alle loro spalle.
Lei e il fratello chiusero gli occhi. Sara sentì un legame fisico con lui. Sapeva che come lei provò un breve brivido; poi nausea per via dall’odore della terra marcia mischiato a carne morta; infine un lieve senso di sollievo. Riaprirono gli occhi, entrambi nello stesso momento.
«Sono scomparsi» notò Sara. «Eppure sento che non se ne sono andati.»
«Saranno sempre con noi» rispose Leonardo. «I loro volti si stanno diffondendo nella mia memoria. Finché li ricorderemo e proveremo rimorso per la loro morte, non ci tormenteranno.»
«Vuol dire che è tutto finito?»
«In un certo senso sì, finalmente è finita.»
Urla e versi disumani li raggiunsero dall’esterno. La porta venne scossa da colpi violenti e la polvere scivolò dai muri circostanti, cadendo sul pavimento.
Fuori era ancora in corso una battaglia contro i demoni.

 

                                                  Continua…

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