lunedì 23 aprile 2018

Darklight Children - Capitolo 70


CAPITOLO 70

Speranza infranta

 
Radunati intorno al bancone del Portale Mistico, Angelo e i ragazzi cercavano di mettere insieme le ultime novità venute a galla in maniera imprevista.
«Da quanto sai di essere incinta?» domandò, fermo in piedi di fronte a Sabrina, fissandola deciso negli occhi.
Lei fuggì il suo sguardo. Scrutò i volti dei compagni al suo fianco e lanciò uno sguardo anche ai due felini acciambellati vicino alla prima libreria. Poi prese un respiro e disse: «Da poco. Credo di essere all’inizio del terzo mese.»
«Perché non me lo hai detto subito?» chiese Yuri. «Avremo potuto discuterne insieme e…»
«Non è stato facile accettarlo. Dopo che siamo stati a letto insieme, ci è successo di tutto credevo fosse solo un malessere per lo stress. Poi l’ho scoperto, ma tu mi hai tenuto a distanza e fatto capire che non ti interessavo. Ho comunque cercato di dirtelo, ma mi bloccavo.»
Angelo capì che tra i due ragazzi c’erano diverse questioni in sospeso, ma ora dovevano occuparsi di un problema più urgente. Sollevò la mano destra e fece segno a Yuri di non ribattere. «Mi dispiace essere brutale, ma dobbiamo concentrarci sul bambino. Sei sicura che sia solo di otto settimane?»
«Sì» confermò. «Al massimo nove.»
Angelo non riuscì a nascondere la sua preoccupazione. 
Davide lo notò subito. «Perché è un problema di quanti mesi è il pargolo? Voglio dire, ormai il danno l’hanno fatto.»
Naoko gli tirò una gomitata.
Angelo lo guardò serio.« Non è uno scherzo. La gravidanza di Sabrina non è e non sarà normale.»
Naoko trasalì. «Vuol dire che il piccolo ha più probabilità di essere un demone al cento per cento?»
«Temo di sì. I mezzo demone non sviluppano i propri poteri così presto. Lo sapete anche voi dai vostri Registri. Inoltre, la potenza della telecinesi del bambino è tale che solo un demone può controllarla usando il corpo della madre come conduttore.»
«Cosa sta cercando di dirci?» domandò Yuri, serrando la mascella.
Angelo si massaggiò il mento. Voleva trovare parole confortanti per comunicare il da farsi, ma non ce ne erano. «La soluzione è una sola. Bisogna evitare che venga la mondo.»
«No» gridò Sabrina, balzò all’indietro e i capelli biondi le sventolarono intorno al viso. «È nostro figlio! Qualsiasi decisione spetta solo a me e a Yuri.»
«Vuoi davvero partorire un figlio demoniaco? Non hai mai visto quel vecchio film di Polanski?» chiese Davide allibito.
Angelo si portò a poca distanza da Sabrina. «Non hai preso in considerazione anche un altro problema. C’è il rischio che il tuo fisico non riesca a sopportare questo genere di gravidanza.»
Prima che potesse fornirle altre spiegazioni per convincerla, la porta del negozio si spalancò. Lui e gli altri si girarono, mettendosi sulla difensiva.
Trafelato, Patrick chiuse la porta alle sue spalle. «Meno male, siete tutti qui. Dobbiamo parlare subito.»
Angelo si schiarì al voce e si fece avanti. «Signor Molina, non è un buon momento.»
«Dobbiamo sbrigarci» continuò lui, andandogli incontro, ma ignorando la sua richiesta. «Ho avuto una visione. Questo posto andrà in prezzi.»
Davide aggrottò la fronte. «Che diavolo significa?»
«Sara è stata a casa mia» raccontò Patrick. «Era sconvolta e ho cercato di calmarla. Sfiorandola, ho avuto una visione e quando l’ho vista era come… come… se fosse tornata quella dell’altra vita e si accaniva contro il negozio.»
«Non è possibile» intervenne Naoko. «Per quanto sconvolta, Sara non cederebbe a quella parte di sé.»
Angelo scosse la testa. «Temo invece che sia plausibile. La parte di lei che è stata Sayka è riemersa.»
«Non possiamo farle un esorcismo, o roba simile?» domandò Sabrina.
«Non funziona in questo modo. Le vostre personalità della vita passata sono parte di voi. Non è come essere posseduti da qualcun altro. Siete voi a decidere se dare ascolto a chi eravate, o agire diversamente.»
Yuri si sporse aggressivo verso di lui. «E quindi cosa ci propone di fare? Dovremmo uccidere anche lei?»
Angelo notò gli occhi di tutti gli altri posarsi sul ragazzo e poi su di lui. Temevano la sua risposta. E lui non voleva che fosse così, ma non gli era stata data  altra alternativa. Nessun demone, presente, passato o peggio futuro, doveva essere lasciato in vita.
«Dobbiamo riportare qui Leonardo. Lui può farla ragionare» disse Davide.
Angelo lo guardò sbigottito. La tensione lo aveva forse fatto uscire di testa?
«Sei impazzito?» fece Sabrina. «Sai che è impossibile.»
«Posso sapere di cosa parlate?» s’intromise Patrick confuso. «Ho sentito quel nome in una delle mie visioni. Chi è Leonardo?»
«Giusto, è tra quelli a cui abbiamo tolto la memoria» ricordò Naoko. «Lui è… era il fratello gemello di Sara. È stato ucciso durante un agguato e abbiamo cancellato il suo ricordo dalla memoria di tutti. Però...» guardò prima Davide, poi si voltò verso Yuri e Sabrina, e infine incrociò lo sguardo di Angelo.
Lui annuì. Nel susseguirsi di lotte e rivelazioni, avevano abbandonato quella pista. «Però abbiamo il sospetto che potrebbe essere ancora vivo» disse, terminando la frase al posto della ragazza asiatica. «Leggendo il suo Registro, abbiamo scoperto che il suo potere originale era la proiezione astrale. Può spostare la sua coscienza fuori da corpo e crediamo che sia quella proiezione a essere stata colpita il girono in cui è morto.»
Yuri lo fissò tra il confuso e lo speranzoso. «Quindi lui…»
«È da qualche parte» continuò Angelo. «Possiamo solo tentare di rintracciare la sua proiezione astrale, andando nello stesso luogo in cui l’avete vista sparire e aiutarlo a farci dire dove può trovarsi il suo corpo.»
Ombra e Scintilla miagolarono agitati.
Naoko si allontanò, si accovacciò e loro le corsero accanto, posando le zampe anteriori sulle sue ginocchia. «Calmatevi. Cosa è successo?»
Con il muso sollevato e gli occhi in quelli di lei, comunicarono tramite la mente.
Sabrina si mosse nella sua direzione, imitata dal gruppo, occupando il centro della stanza. «Cosa ti hanno detto?»
«Sara sta arrivano ed è in compagnia» riferì Naoko.
«Intendi i demoni? Stiano tornando qui?» chiese Yuri.
Davide inarcò un sopracciglio. «Probabilmente se li sta portando dietro lei.»
Patrick guardò la porta che dava sull’esterno. «Dobbiamo andarcene. Subito! Se sta tornando qui, la mia visione sta per compiersi.»
Stavano perdendo il controllo. Angelo se ne rese conto all’istante. Doveva prendere il comando e impedire che accadesse il peggio. «Calmatevi tutti e ascoltatemi. «Non possiamo abbandonare il negozio. Se Sara è davvero tornata ai vecchi sistemi, dobbiamo proteggere il Sigillo. Le difese mistiche di questo luogo possono essere il nostro vantaggio.»
Sabrina lo guardò con orrore. «Teme che possa riaprilo? Non può, le serve il Catalizzatore, giusto? E nessuno sa cosa sia. Nemmeno lei.»
Con un  boato improvviso, la vetrina centrale andò in frantumi e i frammenti si dispersero all’interno del locale.
Angelo abbassò il braccio con cui si era coperto il viso per proteggersi e la vide.
Sara scavalcò il piano su cui era esposta la merce, calpestò e calciò gli oggetti esposti, allontanndoli dal suo cammino.
«Non dite che siete sorpresi di vedermi.» Avanzò facendo scricchiolare le schegge sotto al suola delle scarpe e si fermò a una decina di passi da tutti loro.
Angelo se ne accorse solo in quel momento, ma istintivamente tutti loro si erano chiusi in cerchio intorno a Sabrina.
Sara abbozzò un sorriso sghembo. «Tranquilli. Lei non mi interessa più.»
«Come ci sei riuscita?» chiese Patrick allibito, guardando gli spuntoni di vetro che sporgevano dalle pareti.
«Sembra che i miei poteri mentali stiano aumentando» rispose lei, spostandosi indietro una ciocca di capelli neri. «Dato che se sei qui anche tu, dovresti averlo già capito da solo.»
Angelo la fronteggiò severo. «Non te lo lascerò fare.»
Sara camminò tranquilla, accorciando la distanza tra loro. «Non ho bisogno del permesso di nessuno, ma prima ho un invito da consegnare.» Tese la mano destra a Yuri. «Vieni con me. Torniamo insieme nel Primo Inferno e dimenticherò il tuo tradimento.»
Il ragazzo la fissò sbalordito. Angelo intuì che non si sarebbe mai aspettato un’offerta del genere.
«Perché mi vuoi con te?»
«Per salvarti. So degli spettri del passato: le persone che hai ucciso. Ti tormentano come fanno con me, ed è per colpa della nostra natura umana se ci riescono. Lasciando questo mondo, ti libererai per sempre di loro.»
Yuri prese la mano di Sabrina e la guardò per un istante. «Non è l’unico modo per sbarazzarsene. Ci sono riuscito grazie alla forza di qualcuno che crede in me. E inoltre, ora c’è un bambino di cui devo occuparmi.»
Sara rimase impassibile. «Un rifiuto. Prevedibile e anche patetico.»
«Non devi andare. Puoi restare qui anche tu» disse Naoko. Avanzò e afferrò la mano tesa dell’amica. «Ti aiuteremo. Stando con noi riuscirai a liberarti dei tuoi fantasmi.»
Sara ritrasse la mano stizzita. «Come posso fidarmi ancora di te? O di uno di voi? DiKann aveva ragione. La mia unica possibilità è con lui.» Schioccò le dita della mano sinistra e Carovus comparve alle sue spalle, trasportato nella nube di fumo cobalto, insieme ai demoni del precedente attacco.
«Siamo pronti, padrona» le annunciò in tono mellifluo.
Angelo squadrò il gruppo nemico. Il peggio si stava avverando.
Davide la fissò sarcastico. «Sono questi i tuoi nuovi amici?»
«Sono sicuramente più affidabili dei vecchi» rispose Sara, poi si rivolse a lui. «Ascoltami bene, signor Moser, perché te lo chiederò gentilmente una volta sola. Dov’è il Ritus
Deglutendo a vuoto, Sabrina disse: «Sara, ma non te lo ricordi? Quel libro è andato distrutto.» Fece una pausa brevissima e aggiunse: «Lo ha fatto vostro zio Fulvio per proteggervi.»
Sara non si degnò neanche di risponderle e continuò a tenere gli occhi puntati su di lui. «Allora? Sto aspettando.»
Angelo provò a studiare mentalmente una strategia, ma li aveva colti di sorpresa e qualunque vantaggio poteva ricavare nel giocare in territorio familiare, era andato perduto.
«Non hai sentito Sabrina?» intervenne Yuri. «Questi demoni ti hanno fatto il lavaggio del cervello. Il Ritus non esiste più.»
Carovus ghignò tra le zanne. «Il vostro alleato dell’Ordine continua ad avere dei segreti con voi.»
Davide si girò a guardarlo «Cosa vuol dire?»
Angelo rimase in silenzio. Anche se avesse ammesso che quel libro esisteva ancora e lo aveva tenuto nascosto per proteggerli, sapeva che non gli avrebbero creduto. E ora la sua priorità era impedire che se ne impossessasse Sara. «Non ti servirà. Non puoi utilizzare il Ritus
Carovus mise una mano sulle spalle di Sara. «Un’altra bugia.» Fece scivolare le dita sotto la maglietta di lei e portò in superficie il medaglione rosso. «Con questo puoi fare tutto. Il Catalizzatore è la tua arma.»
Angelo sgranò gli occhi incredulo. Non credeva che un oggetto che poteva scatenare la fine del mondo, avesse un aspetto tanto innocuo.
«Quell’articolo di bigiotteria è il Catalizzatore?» chiese Davide.
Carovus ringhiò furioso. «Stupido umano! Questo è il sangue del mio Signore.» Poi  abbassò la testa e sussurrò all’orecchio di Sara: «Ti basterà concentrarti sul libro. Focalizzalo nella tua mente e verrà lui nelle tue mani.»
Sara seguì il suggerimento e chiuse gli occhi.
«No, non puoi farlo» gridò Angelo. «Tuo zio e tuo fratello non lo vorrebbero.»
Il medaglione che pendeva dal suo collo emise un lieve bagliore rubino e  poi si fuse lentamente con la carne del petto. Nello stesso istante, dal magazzino dietro al bancone provenne il frastuono di scatoloni spostati violentemente e il rumore di oggetti lanciati per terra alla rinfusa.
«Lo sento… è vicino» disse Sara, mantenendo le palpebre serrate.
Angelo non fece in tempo a muovere un passo: il volume schizzò dal fondo delle scale, gli passò accanto come una pallottola e finì dritto nelle mani della ragazza.
Osservò con timore i demoni farsi strada nel negozio: ormai Sara possedeva tutti gli oggetti che la rendevano ai loro occhi il capo da seguire. Si disposero intorno a lei come fedeli guardie del corpo.
Sara sfogliò velocemente il volume. Dall’istante in cui l’aveva toccato, sembrava aver acquisito tutta la conoscenza necessaria per sfruttarlo. Alzò il volto dal testo e annunciò: «La festa può cominciare.»
Lesse alla perfezione quella lingua sconosciuta e iniziò a recitare la formula dell’incantesimo.
Le pareti del Portale Mistico tremarono come se ci fosse un terremoto. Le librerie caddero pesantemente per terra e il legno che le formava si unì, creando dei rovi spinosi che sfregiarono i libri e gli altri oggetti che avevano contenuto. I muri che delimitavano il perimetro del locale si accartocciarono, come se fossero di plastica, pronti a lasciare il posto a qualcos’altro.
Sara alzò il braccio destro verso il soffitto e il pavimento venne colpito da violenti scoppi, provenienti da sotto la superficie e che crearono buchi in maniera disordinata.
Angelo spostò lo sguardo dalla distruzione del suo negozio e osservò lo sgomento sul volto di Patrick. Dedusse che aveva riconosciuto la scena, tutto si stava svolgendo come nella sua visione, quella di cui era venuto a metterli in guardia. Capì che non c’era altra scelta: se non si fosse sbrigato ad agire, sarebbero morti tutti.

 
Continua…

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