CAPITOLO 70
Speranza infranta
Radunati intorno
al bancone del Portale Mistico,
Angelo e i ragazzi cercavano di mettere insieme le ultime novità venute a galla
in maniera imprevista.
«Da quanto sai
di essere incinta?» domandò, fermo in piedi di fronte a Sabrina, fissandola
deciso negli occhi.
Lei fuggì il suo
sguardo. Scrutò i volti dei compagni al suo fianco e lanciò uno sguardo anche
ai due felini acciambellati vicino alla prima libreria. Poi prese un respiro e
disse: «Da poco. Credo di essere all’inizio del terzo mese.»
«Perché non me
lo hai detto subito?» chiese Yuri. «Avremo potuto discuterne insieme e…»
«Non è stato
facile accettarlo. Dopo che siamo stati a letto insieme, ci è successo di tutto
credevo fosse solo un malessere per lo stress. Poi l’ho scoperto, ma tu mi hai
tenuto a distanza e fatto capire che non ti interessavo. Ho comunque cercato di
dirtelo, ma mi bloccavo.»
Angelo capì che
tra i due ragazzi c’erano diverse questioni in sospeso, ma ora dovevano
occuparsi di un problema più urgente. Sollevò la mano destra e fece segno a Yuri
di non ribattere. «Mi dispiace essere brutale, ma dobbiamo concentrarci sul
bambino. Sei sicura che sia solo di otto settimane?»
«Sì» confermò. «Al
massimo nove.»
Angelo non
riuscì a nascondere la sua preoccupazione.
Davide lo notò
subito. «Perché è un problema di quanti mesi è il pargolo? Voglio dire, ormai
il danno l’hanno fatto.»
Naoko gli tirò
una gomitata.
Angelo lo guardò
serio.« Non è uno scherzo. La gravidanza di Sabrina non è e non sarà normale.»
Naoko trasalì. «Vuol
dire che il piccolo ha più probabilità di essere un demone al cento per cento?»
«Temo di sì. I
mezzo demone non sviluppano i propri poteri così presto. Lo sapete anche voi
dai vostri Registri. Inoltre, la potenza della telecinesi del bambino è tale
che solo un demone può controllarla usando il corpo della madre come
conduttore.»
«Cosa sta
cercando di dirci?» domandò Yuri, serrando la mascella.
Angelo si
massaggiò il mento. Voleva trovare parole confortanti per comunicare il da
farsi, ma non ce ne erano. «La soluzione è una sola. Bisogna evitare che venga
la mondo.»
«No» gridò
Sabrina, balzò all’indietro e i capelli biondi le sventolarono intorno al viso.
«È nostro figlio! Qualsiasi decisione spetta solo a me e a Yuri.»
«Vuoi davvero
partorire un figlio demoniaco? Non hai mai visto quel vecchio film di
Polanski?» chiese Davide allibito.
Angelo si portò
a poca distanza da Sabrina. «Non hai preso in considerazione anche un altro
problema. C’è il rischio che il tuo fisico non riesca a sopportare questo
genere di gravidanza.»
Prima che
potesse fornirle altre spiegazioni per convincerla, la porta del negozio si
spalancò. Lui e gli altri si girarono, mettendosi sulla difensiva.
Trafelato,
Patrick chiuse la porta alle sue spalle. «Meno male, siete tutti qui. Dobbiamo
parlare subito.»
Angelo si schiarì
al voce e si fece avanti. «Signor Molina, non è un buon momento.»
«Dobbiamo
sbrigarci» continuò lui, andandogli incontro, ma ignorando la sua richiesta. «Ho
avuto una visione. Questo posto andrà in prezzi.»
Davide aggrottò
la fronte. «Che diavolo significa?»
«Sara è stata a
casa mia» raccontò Patrick. «Era sconvolta e ho cercato di calmarla.
Sfiorandola, ho avuto una visione e quando l’ho vista era come… come… se fosse
tornata quella dell’altra vita e si accaniva contro il negozio.»
«Non è
possibile» intervenne Naoko. «Per quanto sconvolta, Sara non cederebbe a quella
parte di sé.»
Angelo scosse la
testa. «Temo invece che sia plausibile. La parte di lei che è stata Sayka è
riemersa.»
«Non possiamo
farle un esorcismo, o roba simile?» domandò Sabrina.
«Non funziona in
questo modo. Le vostre personalità della vita passata sono parte di voi. Non è
come essere posseduti da qualcun altro. Siete voi a decidere se dare ascolto a
chi eravate, o agire diversamente.»
Yuri si sporse
aggressivo verso di lui. «E quindi cosa ci propone di fare? Dovremmo uccidere
anche lei?»
Angelo notò gli
occhi di tutti gli altri posarsi sul ragazzo e poi su di lui. Temevano la sua
risposta. E lui non voleva che fosse così, ma non gli era stata data altra alternativa. Nessun demone, presente,
passato o peggio futuro, doveva essere lasciato in vita.
«Dobbiamo
riportare qui Leonardo. Lui può farla ragionare» disse Davide.
Angelo lo guardò
sbigottito. La tensione lo aveva forse fatto uscire di testa?
«Sei impazzito?»
fece Sabrina. «Sai che è impossibile.»
«Posso sapere di
cosa parlate?» s’intromise Patrick confuso. «Ho sentito quel nome in una delle
mie visioni. Chi è Leonardo?»
«Giusto, è tra
quelli a cui abbiamo tolto la memoria» ricordò Naoko. «Lui è… era il fratello
gemello di Sara. È stato ucciso durante un agguato e abbiamo cancellato il suo
ricordo dalla memoria di tutti. Però...» guardò prima Davide, poi si voltò
verso Yuri e Sabrina, e infine incrociò lo sguardo di Angelo.
Lui annuì. Nel
susseguirsi di lotte e rivelazioni, avevano abbandonato quella pista. «Però
abbiamo il sospetto che potrebbe essere ancora vivo» disse, terminando la frase
al posto della ragazza asiatica. «Leggendo il suo Registro, abbiamo scoperto
che il suo potere originale era la proiezione astrale. Può spostare la sua
coscienza fuori da corpo e crediamo che sia quella proiezione a essere stata
colpita il girono in cui è morto.»
Yuri lo fissò tra
il confuso e lo speranzoso. «Quindi lui…»
«È da qualche
parte» continuò Angelo. «Possiamo solo tentare di rintracciare la sua
proiezione astrale, andando nello stesso luogo in cui l’avete vista sparire e
aiutarlo a farci dire dove può trovarsi il suo corpo.»
Ombra e
Scintilla miagolarono agitati.
Naoko si
allontanò, si accovacciò e loro le corsero accanto, posando le zampe anteriori
sulle sue ginocchia. «Calmatevi. Cosa è successo?»
Con il muso
sollevato e gli occhi in quelli di lei, comunicarono tramite la mente.
Sabrina si mosse
nella sua direzione, imitata dal gruppo, occupando il centro della stanza. «Cosa
ti hanno detto?»
«Sara sta
arrivano ed è in compagnia» riferì Naoko.
«Intendi i
demoni? Stiano tornando qui?» chiese Yuri.
Davide inarcò un
sopracciglio. «Probabilmente se li sta portando dietro lei.»
Patrick guardò
la porta che dava sull’esterno. «Dobbiamo andarcene. Subito! Se sta tornando
qui, la mia visione sta per compiersi.»
Stavano perdendo
il controllo. Angelo se ne rese conto all’istante. Doveva prendere il comando e
impedire che accadesse il peggio. «Calmatevi tutti e ascoltatemi. «Non possiamo
abbandonare il negozio. Se Sara è davvero tornata ai vecchi sistemi, dobbiamo
proteggere il Sigillo. Le difese mistiche di questo luogo possono essere il
nostro vantaggio.»
Sabrina lo
guardò con orrore. «Teme che possa riaprilo? Non può, le serve il
Catalizzatore, giusto? E nessuno sa cosa sia. Nemmeno lei.»
Con un boato improvviso, la vetrina centrale andò in
frantumi e i frammenti si dispersero all’interno del locale.
Angelo abbassò
il braccio con cui si era coperto il viso per proteggersi e la vide.
Sara scavalcò il
piano su cui era esposta la merce, calpestò e calciò gli oggetti esposti,
allontanndoli dal suo cammino.
«Non dite che
siete sorpresi di vedermi.» Avanzò facendo scricchiolare le schegge sotto al
suola delle scarpe e si fermò a una decina di passi da tutti loro.
Angelo se ne
accorse solo in quel momento, ma istintivamente tutti loro si erano chiusi in
cerchio intorno a Sabrina.
Sara abbozzò un
sorriso sghembo. «Tranquilli. Lei non mi interessa più.»
«Come ci sei
riuscita?» chiese Patrick allibito, guardando gli spuntoni di vetro che
sporgevano dalle pareti.
«Sembra che i
miei poteri mentali stiano aumentando» rispose lei, spostandosi indietro una
ciocca di capelli neri. «Dato che se sei qui anche tu, dovresti averlo già
capito da solo.»
Angelo la
fronteggiò severo. «Non te lo lascerò fare.»
Sara camminò
tranquilla, accorciando la distanza tra loro. «Non ho bisogno del permesso di
nessuno, ma prima ho un invito da consegnare.» Tese la mano destra a Yuri. «Vieni
con me. Torniamo insieme nel Primo Inferno e dimenticherò il tuo tradimento.»
Il ragazzo la
fissò sbalordito. Angelo intuì che non si sarebbe mai aspettato un’offerta del
genere.
«Perché mi vuoi
con te?»
«Per salvarti.
So degli spettri del passato: le persone che hai ucciso. Ti tormentano come
fanno con me, ed è per colpa della nostra natura umana se ci riescono.
Lasciando questo mondo, ti libererai per sempre di loro.»
Yuri prese la
mano di Sabrina e la guardò per un istante. «Non è l’unico modo per sbarazzarsene.
Ci sono riuscito grazie alla forza di qualcuno che crede in me. E inoltre, ora
c’è un bambino di cui devo occuparmi.»
Sara rimase
impassibile. «Un rifiuto. Prevedibile e anche patetico.»
«Non devi andare.
Puoi restare qui anche tu» disse Naoko. Avanzò e afferrò la mano tesa
dell’amica. «Ti aiuteremo. Stando con noi riuscirai a liberarti dei tuoi
fantasmi.»
Sara ritrasse la
mano stizzita. «Come posso fidarmi ancora di te? O di uno di voi? DiKann aveva
ragione. La mia unica possibilità è con lui.» Schioccò le dita della mano
sinistra e Carovus comparve alle sue spalle, trasportato nella nube di fumo
cobalto, insieme ai demoni del precedente attacco.
«Siamo pronti,
padrona» le annunciò in tono mellifluo.
Angelo squadrò
il gruppo nemico. Il peggio si stava avverando.
Davide la fissò
sarcastico. «Sono questi i tuoi nuovi amici?»
«Sono sicuramente
più affidabili dei vecchi» rispose Sara, poi si rivolse a lui. «Ascoltami bene,
signor Moser, perché te lo chiederò gentilmente una volta sola. Dov’è il Ritus?»
Deglutendo a
vuoto, Sabrina disse: «Sara, ma non te lo ricordi? Quel libro è andato
distrutto.» Fece una pausa brevissima e aggiunse: «Lo ha fatto vostro zio
Fulvio per proteggervi.»
Sara non si
degnò neanche di risponderle e continuò a tenere gli occhi puntati su di lui. «Allora?
Sto aspettando.»
Angelo provò a
studiare mentalmente una strategia, ma li aveva colti di sorpresa e qualunque
vantaggio poteva ricavare nel giocare in territorio familiare, era andato perduto.
«Non hai sentito
Sabrina?» intervenne Yuri. «Questi demoni ti hanno fatto il lavaggio del
cervello. Il Ritus non esiste più.»
Carovus ghignò
tra le zanne. «Il vostro alleato dell’Ordine continua ad avere dei segreti con
voi.»
Davide si girò a
guardarlo «Cosa vuol dire?»
Angelo rimase in
silenzio. Anche se avesse ammesso che quel libro esisteva ancora e lo aveva
tenuto nascosto per proteggerli, sapeva che non gli avrebbero creduto. E ora la
sua priorità era impedire che se ne impossessasse Sara. «Non ti servirà. Non
puoi utilizzare il Ritus.»
Carovus mise una
mano sulle spalle di Sara. «Un’altra bugia.» Fece scivolare le dita sotto la
maglietta di lei e portò in superficie il medaglione rosso. «Con questo puoi
fare tutto. Il Catalizzatore è la tua arma.»
Angelo sgranò
gli occhi incredulo. Non credeva che un oggetto che poteva scatenare la fine
del mondo, avesse un aspetto tanto innocuo.
«Quell’articolo
di bigiotteria è il Catalizzatore?» chiese Davide.
Carovus ringhiò
furioso. «Stupido umano! Questo è il sangue del mio Signore.» Poi abbassò la testa e sussurrò all’orecchio di
Sara: «Ti basterà concentrarti sul libro. Focalizzalo nella tua mente e verrà
lui nelle tue mani.»
Sara seguì il
suggerimento e chiuse gli occhi.
«No, non puoi
farlo» gridò Angelo. «Tuo zio e tuo fratello non lo vorrebbero.»
Il medaglione
che pendeva dal suo collo emise un lieve bagliore rubino e poi si fuse lentamente con la carne del
petto. Nello stesso istante, dal magazzino dietro al bancone provenne il
frastuono di scatoloni spostati violentemente e il rumore di oggetti lanciati
per terra alla rinfusa.
«Lo sento… è
vicino» disse Sara, mantenendo le palpebre serrate.
Angelo non fece
in tempo a muovere un passo: il volume schizzò dal fondo delle scale, gli passò
accanto come una pallottola e finì dritto nelle mani della ragazza.
Osservò con
timore i demoni farsi strada nel negozio: ormai Sara possedeva tutti gli
oggetti che la rendevano ai loro occhi il capo da seguire. Si disposero intorno
a lei come fedeli guardie del corpo.
Sara sfogliò
velocemente il volume. Dall’istante in cui l’aveva toccato, sembrava aver
acquisito tutta la conoscenza necessaria per sfruttarlo. Alzò il volto dal
testo e annunciò: «La festa può cominciare.»
Lesse alla
perfezione quella lingua sconosciuta e iniziò a recitare la formula dell’incantesimo.
Le pareti del Portale Mistico tremarono come se ci
fosse un terremoto. Le librerie caddero pesantemente per terra e il legno che
le formava si unì, creando dei rovi spinosi che sfregiarono i libri e gli altri
oggetti che avevano contenuto. I muri che delimitavano il perimetro del locale
si accartocciarono, come se fossero di plastica, pronti a lasciare il posto a
qualcos’altro.
Sara alzò il
braccio destro verso il soffitto e il pavimento venne colpito da violenti
scoppi, provenienti da sotto la superficie e che crearono buchi in maniera
disordinata.
Angelo spostò lo
sguardo dalla distruzione del suo negozio e osservò lo sgomento sul volto di Patrick.
Dedusse che aveva riconosciuto la scena, tutto si stava svolgendo come nella
sua visione, quella di cui era venuto a metterli in guardia. Capì che non c’era
altra scelta: se non si fosse sbrigato ad agire, sarebbero morti tutti.
Continua…
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