lunedì 18 febbraio 2019

Darklight Children - Capitolo 90

CAPITOLO 90
Effetti collaterali psichici



«Come mai Sabrina non viene?» domandò Leonardo, camminando dietro a Naoko.
La ragazza asiatica avanzò verso le sbarre del cancello che circondava le rovine del Portale Mistico e osservò Davide rimuovere la protezione in alluminio per aprire il loro accesso segreto. «Quando le ho telefonato, mi ha detto che aveva un forte mal di testa. Comunque ha già deciso di aiutarti.»
«E Yuri?»
Naoko scrollò le spalle. «Non ha risposto alle mie chiamate.»
Davide s’intrufolò tra le sbarre allargate e fece segno agli altri due di seguirlo. «Tua sorella dov’è? Perché non è con noi?»
«È uscita di corsa dicendo che doveva fare una commissione importante.»
«Più importante che discutere del tuo problema?» Davide gli lanciò un’occhiata diffidente.
Leonardo non gli diede peso. «Le riferiremo noi i suggerimenti del signor Moser.»
«Questo lo so. Ma non ti insospettisce il suo comportamento?»
Si fermò tra le macerie e si voltò di colpo. «Cosa vuoi insinuare?»
«Niente» si schermì Davide. «È solo un po’ strano.»
«Però, quando ti ha assecondato perché dormissi da te, ti andava bene.»
Naoko sbuffò. «La volete piantare? Sembrate una vecchia coppia sposata! Abbiamo altri problemi e Sara sa quello che fa.»
Proseguì in mezzo all’erba e ai calcinacci, e loro due la seguirono in silenzio. Balzarono all’indietro quando Angelo Moser sbucò da dietro un muro diroccato.
«Non volevo spaventarvi» disse loro. «Siete solo voi tre?»
«Sì, possiamo iniziare» tagliò corto Leonardo. Prese dalla tasca destra della giacca un foglio e lo passò all’uomo. «È il motivo per cui volevamo vederla.»
Angelo afferrò e lesse con attenzione il modulo. «Una proposta di partecipazione per uno stage al C.E.N.T.R.O. Ingegnoso da parte di Kaspar.»
«Non sembra sorpreso» fece Davide.
«Dalla telefonata di Leonardo, sospettavo che avesse architettato uno stratagemma per attirarvi ancora nell’istituto. Suppongo che ci sia dell’altro?»
«A quanto pare c’è lui dietro le amnesie a comando» spiegò Naoko.
«Non ne sono sicuro» precisò Leonardo. «Ma è quello che mi ha fatto intendere.»
Angelo gli riconsegnò il modulo. «È possibile. Ha le conoscenze e l’esperienza per farlo. Solo qualcuno come Kaspar, che ha studiato a fondo questi riti antichi, può intromettersi nell’incantesimo della memoria mentre è in atto e sfruttare le conseguenze una volta che viene sciolto.»
Davide si appoggiò a una coppia di lastroni ammassati su ciò che restava di un pezzo di parete. «E ora che sappiamo che è stato lui, non possiamo intervenire in qualche modo?»
Angelo scosse la tasta. «Solo chi ha aperto una falla nell’incantesimo può richiuderla.»
«È più o meno quello che mi ha detto Kaspar» disse Leonardo. «E se non andiamo tutti e sei al C.E.N.T.R.O. per lo stage, non rimetterà a posto le cose.»
«Se averci lì era la sua intenzione fin dall’inizio, perché non ci ha trattenuti quando ci siamo rivolti a lui per la gravidanza di Sabrina?» domandò Naoko.
Angelo si spostò dalla sua postazione e camminò nel centro dello spiazzo in cui si trovavano. «Vuole che agli occhi di chiunque la scelta sia vostra, così non potrà essere accusato di nulla. Senza contare che il suo è un ricatto che non si può dimostrare.» Si massaggiò con la mano destra il mento liscio. «Quello che non riesco a immaginare è perché vi voglia all’istituto.»
Davide sbadigliò annoiato. «Per manovrarci e usare i nostri poteri per i suoi scopi?»
«Ha già dei mezzo demoni al suo comando» replicò Angelo. «Inoltre, avete imparato a usare le vostre capacità da soli e su di voi non può sfruttare la sua autorità tramite il rapporto mentore-allievo instillato nelle sue reclute.»
Naoko incrociò le braccia sul petto pensierosa. «Quindi, ci sta dicendo che l’unica soluzione è accettare la sua proposta?»
«Una settimana fa però ci aveva ordinato di stare lontani da quel posto» ribatté Davide.
«Non sapevo quello che sappiamo adesso» rispose Angelo. «Da come si comporta Kaspar, tutto fa supporre che abbia un piano prestabilito, ogni sua mossa non è stata casuale, ha studiato ogni dettaglio per rimanere in vantaggio.»
«Ma non c’è più niente che possono volere da noi. Abbiamo richiuso il Sigillo, gli embrioni di demoni sono stati spazzati tutti via, cosa…» Leonardo s’interruppe.
Provò una vampata di calore. Sentì le guance andare a fuoco, era eccitato e pieno di gioia. Le gambe si fecero molli come se fossero di burro e cadde sulle ginocchia, ansimando.
Davide balzò verso di lui. «Che ti prende?»
Leonardo non lo ascoltò. Ancora stordito, vide davanti a i suoi occhi un’immagine nitida, quasi fosse lui stesso presente nel luogo in cui si svolgeva. Il salone di Patrick. Patrick e Sara che si baciavano stretti uno all’altro, seduti sul divano. Che diavolo sta succedendo? pensò.
La voce di Sara risuonò direttamente nella sua testa.
Leonardo! Perché sei nei miei pensieri?
«Leonardo, stai bene?» domandò Naoko, guardandolo stranita.
Mi vuoi rispondere? insistette Sara.
«Stai zitta» rispose Leonardo.
«Come scusa?» fece Naoko offesa.
«Non tu» disse Leonardo imbarazzato. Sara chiudi il becco disse con il pensiero rivolto alla sorella. Alzò gli occhi verso i tre che lo osservavano e spiegò: «È accaduto qualcosa… sento Sara nella mia testa. Come un colloquio telepatico.»
«Affascinante» esclamò Angelo. «Un nuovo effetto secondario della vostra fusione di anime.»
Mi vuoi dire perché sento la tua voce nella mente? tornò all’attacco Sara.
Sto cercando di capirlo le rispose. «Signor Moser, sta dicendo che ora possiamo comunicare mentalmente tra di noi?»
Angelo annuì. «Probabilmente il legame instaurato tra voi è ancora più profondo di quanto supponessi: riuscite a provare empaticamente le sensazioni dell’altro e una forte emozione di Sara può aver aperto il collegamento psichico tra di voi.»
«Aspettate» disse Leonardo al gruppo. Chiuse gli occhi e si concentrò su Sara.
Non voglio pensare a cosa avessi intenzione di fare con Patrick, ma so cosa provavi, me lo hai trasmesso e ci ha resi telepatici.
Primo, non sono affari tuoi; secondo, ora puoi entrare nella mia testa quando ti pare?
No, penso che con il tempo ci abitueremo a non invadere la nostra privacy. Perché sei andata da Patrick?
Stai invadendo la mia privacy. Di nuovo. Mantieni il segreto e chiedi al signor Moser se ci possono essere altri effetti collaterali.
Ok, ok.
Leonardo sospirò. «Sara vuol sapere se ci saranno altre novità come questa.»
«Credo di no, ma non posso dirlo con certezza» rispose Angelo. «Però questa nuova dote gioca a nostro favore. Non fatene parola con nessuno e potrebbe essere l’arma segreta nella vostra visita al C.E.N.T.R.O.»
Leonardo lo ripeté mentalmente alla sorella.
Ci mancava anche questo. Ora cerca di concentrarti su qualcosa d’altro: devo spiegare tutta questa situazione a Patrick. È qui accanto a me e non sta capendo niente. Prima di troncare la conversazione mentale, Sara aggiunse: Ricordati che non puoi tornare a casa. Mamma non si ricorda di te.
Lo so. Mi aspetta un’altra notte da Davide. Si aspettò un commento allusivo, o una battuta sarcastica, ma non arrivò niente.
«Sara sta bene?» chiese Angelo. 
«Sì, sembra sia più pratica di me con questo tipo di comunicazione» ammise Leonardo.
Angelo sorrise. «Non dimenticarti che i suoi poteri originali sono di origine psichica, lei è più abituata a gestirli.»
«Ti ha detto dov’era?» domandò Davide.
Leonardo lo guardò di sbieco. «A casa e non sa dirmi cosa ha fatto scattare il nostro legame psichico» mentì. Si rimise in piedi e si pulì i jeans all’altezza delle ginocchia. «Alla fine non abbiamo altra scelta. Accetteremo la proposta di Kaspar.»
«Sabrina e Yuri vi appoggeranno?» s’informò il signor Moser.
Naoko annuì. «Non ci sono problemi.»
«Bene, per questa sera è tutto.» Angelo li precedette sulla via per l’uscita. «Tornate a casa e ci aggiorniamo appena avrete novità.»

Davide spalancò la porta di casa, accese la luce e annunciò: «Bentornato nella mia dimora.»
Leonardo entrò in punta di piedi. «Non dovremmo provare a evitare di svegliare tua madre?»
L’altro chiuse la porta e avanzò nell’abitazione, diretto alla sua stanza. «Non c’è. È fuori per un intero week-end di relax con le amiche.»
Leonardo si fermò alle sue spalle. «Siamo soli?»
«Esatto. Una casa intera tutta per noi.» Davide si girò e gli sorrise malizioso. Gli prese le braccia e lo attirò lentamente a sé. «Potremmo stare più comodi, questa volta. Abbiamo un largo e accogliente letto matrimoniale che ci aspetta.» 
Leonardo era stupito di quella proposta, era invitante come idea e non provò a negarlo a se stesso, ma non voleva darlo a vedere a Davide. «Preferisco la sistemazione dell’altra settimana.»
«Sicuro? Era scomodo. Se dormi con me non te ne pentirai.» Davide era a mezza spanna da lui. Erano alti uguali e da quella distanza ravvicinata poteva anche leggere l’indecisione nei suoi occhi, vedere chiaramente il rossore aprirsi una breccia sulla pelle chiara delle sue guance e sentire aumentare il ritmo del suo respiro.
«Pr-preferisco do-dormire solo» balbettò Leonardo.
Davide avvicinò le labbra al suo orecchio sinistro. «Come vuoi» sussurrò. «Ma non ti aspetterò in eterno.» Lasciò le braccia dell’altro e si diresse nella camera da letto della madre, chiudendo la porta dietro di sé.
Leonardo sentì la tensione abbandonargli il corpo e si appoggiò allo stipite della stanza di Davide.
È tutto a posto?
La voce di Sara rimbombò nella testa di Leonardo.
Si coprì la bocca per soffocare un grido di sorpresa. Si rifugiò nella camera in cui avrebbe dormito e si chiuse all’interno.
Avevamo deciso di rispettare la privacy le rispose.
Ero preoccupata. Ho avuto una strana sensazione e poi ho avuto un flash di Davide quasi sopra di te rivelò. Ti stava dando fastidio?
Sto bene. Leonardo si buttò sul letto di Davide e tirò un sospiro.
Ho capito che è successo qualcosa. Dimmi di che si tratta.
Ok, tu allora raccontami cosa stavi facendo con Patrick replicò Leonardo. Ho visto che vi baciavate.
Da quello che ho visto io, sembrava che stavate per farlo anche voi lo punzecchiò lei.
Almeno lui ha la mia stessa età!
Non gridare. Le urla fanno più male quando sono mentali.
Leonardo non rispose. Non era una conversazione facile da affrontare, neanche se la facevano apparentemente in silenzio.  
Non devi vergognarti di niente continuò Sara. Se Davide ti piace, per me è ok. Basta che non ti faccia soffrire.
Per me è lo stesso rispose Leonardo. Voglio dire, non è importante quanti anni ha Patrick, solo… non voglio che tu stia male. Udì le risate della sorella nella sua mente. Perché ridi?
È buffo. Non parlavamo così apertamente da anni. Ci capiamo e ci ascoltiamo più facilmente parlandoci telepaticamente che di presenza.
Leonardo ci rifletté. Probabilmente è merito dello scambio di emozioni. Sentiamo più profondamente cosa si prova nei panni dell’altro.
In questo caso, è meglio lasciare che decidiamo da soli come comportarci. Io non mi intrometterò tra te e Davide e tu farai lo stesso tra me e Patrick propose Sara. Sappiamo di poter contare sull’appoggio reciproco, questo basterà.
Mi sta bene rispose. Buonanotte sorellina.
Buonanotte anche a te.

Il cellulare vibrò, sbattendo contro la lampada sul comodino. Sabrina si sollevò dal cuscino, intontita accese la luce, notò sul display che era passata mezzanotte e rispose alla chiamata. «Pronto Yuri, stai bene?»
«Ti credo» rispose il ragazzo al capo opposto del telefono.
«Per cosa?» domandò con la voce impastata.
Yuri respirò sommessamente nell’apparecchio. «È successo anche a me. Sono andato davanti al C.E.N.T.R.O. per schiarirmi le idee e ho sentito anche io una voce nella mia testa. Mi ha chiamato papà.»
Sabrina non sapeva se esserne felice o terrorizzata. «Che cosa dobbiamo fare? Devono saperlo anche gli altri?»
«No. Non lo diremo a nessuno» rispose Yuri in tono autoritario. «Accetteremo la proposta di Kaspar. Per tutti saremo lì per aiutare Leonardo,  ma in realtà cercheremo nostro figlio e ce lo riprenderemo.»
«Ok. Buonanotte.» Sabrina chiuse la telefonata, sapendo che ormai non si sarebbe più riaddormentata. Suo figlio era lì fuori e in un modo o nell’altro lo avrebbe trovato.
                                                            
                                                          
Continua…

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