CAPITOLO 90
Effetti collaterali psichici
«Come mai Sabrina non viene?» domandò
Leonardo, camminando dietro a Naoko.
La ragazza asiatica avanzò verso le
sbarre del cancello che circondava le rovine del Portale Mistico e osservò Davide rimuovere la protezione in
alluminio per aprire il loro accesso segreto. «Quando le ho telefonato, mi ha
detto che aveva un forte mal di testa. Comunque ha già deciso di aiutarti.»
«E Yuri?»
Naoko scrollò le spalle. «Non ha
risposto alle mie chiamate.»
Davide s’intrufolò tra le sbarre
allargate e fece segno agli altri due di seguirlo. «Tua sorella dov’è? Perché
non è con noi?»
«È uscita di corsa dicendo che doveva
fare una commissione importante.»
«Più importante che discutere del tuo
problema?» Davide gli lanciò un’occhiata diffidente.
Leonardo non gli diede peso. «Le
riferiremo noi i suggerimenti del signor Moser.»
«Questo lo so. Ma non ti insospettisce
il suo comportamento?»
Si fermò tra le macerie e si voltò di
colpo. «Cosa vuoi insinuare?»
«Niente» si schermì Davide. «È solo un
po’ strano.»
«Però, quando ti ha assecondato perché
dormissi da te, ti andava bene.»
Naoko sbuffò. «La volete piantare?
Sembrate una vecchia coppia sposata! Abbiamo altri problemi e Sara sa quello
che fa.»
Proseguì in mezzo all’erba e ai
calcinacci, e loro due la seguirono in silenzio. Balzarono all’indietro quando Angelo
Moser sbucò da dietro un muro diroccato.
«Non volevo spaventarvi» disse loro. «Siete
solo voi tre?»
«Sì, possiamo iniziare» tagliò corto
Leonardo. Prese dalla tasca destra della giacca un foglio e lo passò all’uomo.
«È il motivo per cui volevamo vederla.»
Angelo afferrò e lesse con attenzione il
modulo. «Una proposta di partecipazione per uno stage al C.E.N.T.R.O. Ingegnoso
da parte di Kaspar.»
«Non sembra sorpreso» fece Davide.
«Dalla telefonata di Leonardo,
sospettavo che avesse architettato uno stratagemma per attirarvi ancora
nell’istituto. Suppongo che ci sia dell’altro?»
«A quanto pare c’è lui dietro le amnesie
a comando» spiegò Naoko.
«Non ne sono sicuro» precisò Leonardo. «Ma
è quello che mi ha fatto intendere.»
Angelo gli riconsegnò il modulo. «È
possibile. Ha le conoscenze e l’esperienza per farlo. Solo qualcuno come Kaspar,
che ha studiato a fondo questi riti antichi, può intromettersi nell’incantesimo
della memoria mentre è in atto e sfruttare le conseguenze una volta che viene
sciolto.»
Davide si appoggiò a una coppia di
lastroni ammassati su ciò che restava di un pezzo di parete. «E ora che
sappiamo che è stato lui, non possiamo intervenire in qualche modo?»
Angelo scosse la tasta. «Solo chi ha
aperto una falla nell’incantesimo può richiuderla.»
«È più o meno quello che mi ha detto
Kaspar» disse Leonardo. «E se non andiamo tutti e sei al C.E.N.T.R.O. per lo
stage, non rimetterà a posto le cose.»
«Se averci lì era la sua intenzione fin
dall’inizio, perché non ci ha trattenuti quando ci siamo rivolti a lui per la
gravidanza di Sabrina?» domandò Naoko.
Angelo si spostò dalla sua postazione e
camminò nel centro dello spiazzo in cui si trovavano. «Vuole che agli occhi di
chiunque la scelta sia vostra, così non potrà essere accusato di nulla. Senza
contare che il suo è un ricatto che non si può dimostrare.» Si massaggiò con la
mano destra il mento liscio. «Quello che non riesco a immaginare è perché vi voglia all’istituto.»
Davide sbadigliò annoiato. «Per
manovrarci e usare i nostri poteri per i suoi scopi?»
«Ha già dei mezzo demoni al suo comando»
replicò Angelo. «Inoltre, avete imparato a usare le vostre capacità da soli e
su di voi non può sfruttare la sua autorità tramite il rapporto mentore-allievo
instillato nelle sue reclute.»
Naoko incrociò le braccia sul petto
pensierosa. «Quindi, ci sta dicendo che l’unica soluzione è accettare la sua
proposta?»
«Una settimana fa però ci aveva ordinato
di stare lontani da quel posto» ribatté Davide.
«Non sapevo quello che sappiamo adesso»
rispose Angelo. «Da come si comporta Kaspar, tutto fa supporre che abbia un
piano prestabilito, ogni sua mossa non è stata casuale, ha studiato ogni
dettaglio per rimanere in vantaggio.»
«Ma non c’è più niente che possono
volere da noi. Abbiamo richiuso il Sigillo, gli embrioni di demoni sono stati
spazzati tutti via, cosa…» Leonardo s’interruppe.
Provò una vampata di calore. Sentì le
guance andare a fuoco, era eccitato e pieno di gioia. Le gambe si fecero molli
come se fossero di burro e cadde sulle ginocchia, ansimando.
Davide balzò verso di lui. «Che ti
prende?»
Leonardo non lo ascoltò. Ancora
stordito, vide davanti a i suoi occhi un’immagine nitida, quasi fosse lui stesso
presente nel luogo in cui si svolgeva. Il salone di Patrick. Patrick e Sara che
si baciavano stretti uno all’altro, seduti sul divano. Che diavolo sta succedendo? pensò.
La voce di Sara risuonò direttamente
nella sua testa.
Leonardo!
Perché sei nei miei pensieri?
«Leonardo, stai bene?» domandò Naoko,
guardandolo stranita.
Mi
vuoi rispondere? insistette Sara.
«Stai zitta» rispose Leonardo.
«Come scusa?» fece Naoko offesa.
«Non tu» disse Leonardo imbarazzato. Sara chiudi il becco disse con il
pensiero rivolto alla sorella. Alzò gli occhi verso i tre che lo osservavano e
spiegò: «È accaduto qualcosa… sento Sara nella mia testa. Come un colloquio
telepatico.»
«Affascinante» esclamò Angelo. «Un nuovo
effetto secondario della vostra fusione di anime.»
Mi
vuoi dire perché sento la tua voce nella mente?
tornò all’attacco Sara.
Sto
cercando di capirlo le rispose. «Signor Moser, sta dicendo
che ora possiamo comunicare mentalmente tra di noi?»
Angelo annuì. «Probabilmente il legame
instaurato tra voi è ancora più profondo di quanto supponessi: riuscite a
provare empaticamente le sensazioni dell’altro e una forte emozione di Sara può
aver aperto il collegamento psichico tra di voi.»
«Aspettate» disse Leonardo al gruppo. Chiuse
gli occhi e si concentrò su Sara.
Non
voglio pensare a cosa avessi intenzione di fare con Patrick, ma so cosa
provavi, me lo hai trasmesso e ci ha resi telepatici.
Primo,
non sono affari tuoi; secondo, ora
puoi entrare nella mia testa quando ti
pare?
No,
penso che con il tempo ci abitueremo a non invadere la nostra privacy. Perché
sei andata da Patrick?
Stai
invadendo la mia privacy. Di nuovo. Mantieni il segreto e chiedi al signor Moser se ci possono essere altri
effetti collaterali.
Ok,
ok.
Leonardo sospirò. «Sara vuol sapere se
ci saranno altre novità come questa.»
«Credo di no, ma non posso dirlo con
certezza» rispose Angelo. «Però questa nuova dote gioca a nostro favore. Non
fatene parola con nessuno e potrebbe essere l’arma segreta nella vostra visita
al C.E.N.T.R.O.»
Leonardo lo ripeté mentalmente alla
sorella.
Ci
mancava anche questo. Ora cerca di concentrarti su qualcosa d’altro: devo
spiegare tutta questa situazione a Patrick. È qui accanto a me e non sta
capendo niente. Prima di troncare la conversazione mentale,
Sara aggiunse: Ricordati che non puoi
tornare a casa. Mamma non si ricorda di te.
Lo
so. Mi aspetta un’altra notte da Davide. Si aspettò un
commento allusivo, o una battuta sarcastica, ma non arrivò niente.
«Sara sta bene?» chiese Angelo.
«Sì, sembra sia più pratica di me con questo
tipo di comunicazione» ammise Leonardo.
Angelo sorrise. «Non dimenticarti che i
suoi poteri originali sono di origine psichica, lei è più abituata a gestirli.»
«Ti ha detto dov’era?» domandò Davide.
Leonardo lo guardò di sbieco. «A casa e
non sa dirmi cosa ha fatto scattare il nostro legame psichico» mentì. Si rimise
in piedi e si pulì i jeans all’altezza delle ginocchia. «Alla fine non abbiamo
altra scelta. Accetteremo la proposta di Kaspar.»
«Sabrina e Yuri vi appoggeranno?»
s’informò il signor Moser.
Naoko annuì. «Non ci sono problemi.»
«Bene, per questa sera è tutto.» Angelo
li precedette sulla via per l’uscita. «Tornate a casa e ci aggiorniamo appena
avrete novità.»
Davide spalancò la porta di casa, accese
la luce e annunciò: «Bentornato nella mia dimora.»
Leonardo entrò in punta di piedi. «Non
dovremmo provare a evitare di svegliare tua madre?»
L’altro chiuse la porta e avanzò
nell’abitazione, diretto alla sua stanza. «Non c’è. È fuori per un intero
week-end di relax con le amiche.»
Leonardo si fermò alle sue spalle. «Siamo
soli?»
«Esatto. Una casa intera tutta per noi.»
Davide si girò e gli sorrise malizioso. Gli prese le braccia e lo attirò
lentamente a sé. «Potremmo stare più comodi, questa volta. Abbiamo un largo e
accogliente letto matrimoniale che ci aspetta.»
Leonardo era stupito di quella proposta,
era invitante come idea e non provò a negarlo a se stesso, ma non voleva darlo
a vedere a Davide. «Preferisco la sistemazione dell’altra settimana.»
«Sicuro? Era scomodo. Se dormi con me
non te ne pentirai.» Davide era a mezza spanna da lui. Erano alti uguali e da
quella distanza ravvicinata poteva anche leggere l’indecisione nei suoi occhi,
vedere chiaramente il rossore aprirsi una breccia sulla pelle chiara delle sue guance
e sentire aumentare il ritmo del suo respiro.
«Pr-preferisco do-dormire solo» balbettò
Leonardo.
Davide avvicinò le labbra al suo
orecchio sinistro. «Come vuoi» sussurrò. «Ma non ti aspetterò in eterno.»
Lasciò le braccia dell’altro e si diresse nella camera da letto della madre,
chiudendo la porta dietro di sé.
Leonardo sentì la tensione abbandonargli
il corpo e si appoggiò allo stipite della stanza di Davide.
È
tutto a posto?
La voce di Sara rimbombò nella testa di
Leonardo.
Si coprì la bocca per soffocare un grido
di sorpresa. Si rifugiò nella camera in cui avrebbe dormito e si chiuse
all’interno.
Avevamo
deciso di rispettare la privacy le rispose.
Ero
preoccupata. Ho avuto una strana sensazione e poi ho avuto un flash di Davide
quasi sopra di te rivelò. Ti stava dando fastidio?
Sto
bene. Leonardo si buttò sul letto di Davide e tirò un
sospiro.
Ho
capito che è successo qualcosa. Dimmi di che si tratta.
Ok,
tu allora raccontami cosa stavi facendo con Patrick
replicò Leonardo. Ho visto che vi
baciavate.
Da
quello che ho visto io, sembrava che stavate per farlo anche voi
lo punzecchiò lei.
Almeno
lui ha la mia stessa età!
Non
gridare. Le urla
fanno più male quando sono mentali.
Leonardo non rispose. Non era una
conversazione facile da affrontare, neanche se la facevano apparentemente in
silenzio.
Non
devi vergognarti di niente continuò Sara. Se Davide ti piace, per me è ok. Basta che
non ti faccia soffrire.
Per
me è lo stesso rispose Leonardo. Voglio dire, non è importante quanti anni ha Patrick, solo… non voglio
che tu stia male. Udì le risate della sorella nella sua mente. Perché ridi?
“È
buffo. Non parlavamo così apertamente da anni. Ci capiamo e ci ascoltiamo più
facilmente parlandoci telepaticamente che di presenza.
Leonardo ci rifletté. Probabilmente è merito dello scambio di
emozioni. Sentiamo più profondamente cosa si prova nei panni dell’altro.
In
questo caso, è meglio lasciare che decidiamo da soli come comportarci. Io non
mi intrometterò tra te e Davide e tu farai lo stesso tra me e Patrick
propose Sara. Sappiamo di poter contare
sull’appoggio reciproco, questo basterà.
Mi
sta bene rispose. Buonanotte
sorellina.
Buonanotte
anche a te.
Il cellulare vibrò, sbattendo contro la
lampada sul comodino. Sabrina si sollevò dal cuscino, intontita accese la luce,
notò sul display che era passata mezzanotte e rispose alla chiamata. «Pronto Yuri,
stai bene?»
«Ti credo» rispose il ragazzo al capo
opposto del telefono.
«Per cosa?» domandò con la voce
impastata.
Yuri respirò sommessamente
nell’apparecchio. «È successo anche a me. Sono andato davanti al C.E.N.T.R.O.
per schiarirmi le idee e ho sentito anche io una voce nella mia testa. Mi ha
chiamato papà.»
Sabrina non sapeva se esserne felice o
terrorizzata. «Che cosa dobbiamo fare? Devono saperlo anche gli altri?»
«No. Non lo diremo a nessuno» rispose
Yuri in tono autoritario. «Accetteremo la proposta di Kaspar. Per tutti saremo
lì per aiutare Leonardo, ma in realtà
cercheremo nostro figlio e ce lo riprenderemo.»
«Ok. Buonanotte.» Sabrina chiuse la
telefonata, sapendo che ormai non si sarebbe più riaddormentata. Suo figlio era
lì fuori e in un modo o nell’altro lo avrebbe trovato.
Continua…