CAPITOLO 85
Riunione strategica
Leonardo chiuse il cellulare e lo porse
a Sabrina, seduta di fronte a lui intorno al tavolo del Full Moon, ancora deserto, in compagnia di Yuri e Davide. «Grazie
per avermelo prestato. Sara ha detto che ha avvertito sia Patrick che il signor
Moser. Lei e Naoko stanno per arrivare.»
«Bene. È meglio che vada fuori ad
aspettarle, per evitare brutte sorprese» rispose Yuri, scostando indietro la sedia.
Guardò Davide e chiese: «Mi accompagni?»
Davide si pulì la bocca con un
tovagliolo. «Ok.» Si alzò e gli lanciò uno sguardo fugace prima di uscire.
Leonardo bevve un sorso dalla tazza e
leccò la schiuma del cappuccino da sopra le labbra, osservandoli sparire oltre
la porta del locale.
Sabrina sistemò il cellulare nella tasca
dei pantaloni. «Mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi, come quando
facevamo colazione insieme al bar prima di entrare in classe.»
«Sembra di parlare di secoli fa. Ora per
bere un cappuccino insieme, uno di noi deve essere attaccato da qualcuno con
strani poteri.»
«Già… negli ultimi mesi ce ne sono
successe di tutti i colori, ma ogni tanto riusciamo a tornare alle vecchie
abitudini» gli rispose con un sorriso.
Leonardo si spazzolò le briciole della
brioche dai pantaloni. «Peccato che la nostra parentesi di normalità duri
sempre troppo poco.»
«Sei il solito pessimista» sbuffò lei. «D’accordo,
la situazione non è piacevole, tua madre non ricorda chi sei, ma lo risolveremo.
E anche quei ragazzi, vedrai che sono meno pericolosi di quello che sembrano.
Tra l’altro, se mi avessi chiamata ieri notte, avresti potuto venire a dormire
da me.»
«E a Yuri non avrebbe dato fastidio?»
«No e lo sai benissimo. È consapevole di
non aver motivo di essere geloso.» Sabrina scostò la tazza vuota da davanti a
sé. «Comunque ti è andata bene. Poco tempo fa, l’idea che tu trascorressi
un’intera notte a casa di Davide era assurda e non saresti arrivato intero alla
mattina dopo. Ma adesso lui è cambiato, è diventato più gentile.»
«Sua madre pensa che sia merito mio.»
Sabrina lo guardò sorpresa.
«La scorsa notte ci ha beccato mentre
rientravamo dalla ricerca del ragazzo che ci ha teso l’agguato. Era arrabbiata
perché non capiva cosa stava succedendo, io e Davide ci siamo inventati una
storia all’istante e lei se l’è bevuta.» Guardò d’istinto il posto vuoto
accanto al suo. «Poi, quando Davide ci ha lasciati soli per andare a cambiarsi,
lei mi ha confidato che crede che la mia vicinanza gli faccia bene. Dice che è
meno aggressivo e anche loro due litigano raramente.»
«Dovresti esserne orgoglioso.»
«Perché?»
«Perché forse ha ragione» replicò
Sabrina. «Forse, sei davvero tu il responsabile del suo cambiamento. A pensarci
bene è stato quello più testardo nel voler scoprire se eri morto davvero. Sì,
ora che mi ricordo ha chiesto anche il tuo Registro al signor Moser per avere
dettagli sulla vostra vita passata.»
Leonardo trasalì. Il ricordo della loro
particolare esperienza sulla vita passata era ancora vivida nella sua mente. A
ripensarci non riusciva a non provare imbarazzo.
La cosa non sfuggì a Sabrina. «Che ti
prende?»
«Niente.»
«Non è vero. Ti stai agitando, lo vedo
da come ti muovi sulla sedia.» Sabrina lo scrutò con attenzione. «È successo
qualcosa tra te e Davide.»
Leonardo arrossì. Si massaggiò le guance
sentendo che andavano a fuoco.
Sabrina gli afferrò un braccio. «Ho
ragione. C’è qualcosa! Parla!»
«Va bene, ma non gridare» si divincolò
Leonardo. «Mi ha confessato di avere una cotta e… ecco per vedere se per me era
uguale, perché ero confuso sulla nostra vita del passato e su qu…»
«Arriva al punto» lo esortò.
«Ci siamo baciati» disse di colpo.
Sabrina rimase a fissarlo incredula. Poi
si riprese e chiese: «Come è stato? Come quando ci siamo baciati io e te in
seconda liceo, cioè strano e infantile, o più intenso?»
«Intenso… credo.» Leonardo scosse
violentemente la testa. «Ma non ne sono sicuro. La prima volta temevo che sua
madre ci scoprisse e la seconda…»
«È successo due volte?» lo interruppe
lei, sgranando gli occhi.
«Non so se la seconda vale, eravamo
nell’illusione di quel ragazzo. Comunque per il momento preferirei non
pensarci.»
«Come vuoi.»
Sapeva che per l’amica era davvero un
grande sforzo non chiedere altro, ma rispettò la sua decisione. Rimasero in
silenzio qualche secondo e Leonardo terminò di bere il cappuccino.
Sabrina cambiò espressione, come se si
fosse appena resa conto di qualcosa di importante. «Hai detto che hai parlato
con la madre di Davide, giusto?» disse. «Quindi lei ti ha riconosciuto.»
Leonardo lasciò cadere la tazza sul
piatto. «Non ci avevo fatto caso, ma sì, sapeva perfettamente chi fossi. Questo
vuol dire che i ricordi che mi riguardano non sono svaniti del tutto.»
«Hai visto? La situazione è meno grave
di quanto sembra.»
Leonardo inarcò un sopracciglio. «Però è
mia madre che deve ricordarsi di me.»
«Non sottovalutare il legame di una
madre con il suo bambino» replicò Sabrina. Il suo volto sereno si velò di
un’ombra di malinconia. «È difficile dimenticarsi di un figlio.»
Leonardo si morse il labbro. Aveva
scordato che l’amica aveva subito un aborto spontaneo solo due mesi prima. «Scusami.
Sono stato insensibile. Ti ho fatto tornare in mente brutti ricordi.»
«No, non preoccuparti. Mi fa bene
parlare di quello che è successo. Ignorarlo è peggio.»
«Yuri come l’ha presa?»
Sabrina si sforzò di sorridere di nuovo.
«Lui non condivide la mia idea, preferisce evitare l’argomento. Teme che
soffriremmo troppo. E poi dovremmo affrontare anche l’altra questione.»
«Quale?»
«Be’… non abbiamo in progetto di avere
dei figli in breve tempo, però abbiamo avuto la prova che se rimango incinta
può nascere un demone completo e quindi dovremmo valutare come comportarci
nel...» La porta cigolò e si zittì di colpo.
Leonardo si girò di scatto verso
l’ingresso e scorse i due ragazzi, Sara, Naoko, Patrick e Angelo fare il loro
ingresso in fila indiana in quell’istante.
Ognuno di loro pese una sedia e la mise
intorno al tavolo, mentre Yuri e Davide ripresero i rispettivi posti.
Sara lo scrutò con attenzione. «Per
fortuna stai bene. Credevo ti avessero fatto del male.»
«Potete spiegare anche a noi cosa è
successo?» chiese Angelo Moser.
«Questa mattina ci siamo svegliati dopo
aver subito l’influsso dell’illusione di un ragazzo biondo» spiegò Davide. «Per
fortuna grazie alla proiezione astrale di Leonardo siamo riusciti a rompere il
suo trucco, ma quando abbiamo cercato il ragazzo, era scomparso.» Lo guardò di
sfuggita, sorridendogli maliziosamente.
Leonardo distolse lo sguardo, ma gli fu
grato per aver omesso la modalità con cui erano sfuggiti all’illusione.
«Un altro ragazzo con capacità
soprannaturali. Non può essere una coincidenza» disse Naoko.
«Infatti, io e Angelo pensiamo che si
tratti di mezzo demoni come voi, reclutati dal C.E.N.T.R.O.» rispose Patrick. «Purtroppo
non ne abbiamo le prove.»
«Come se ce ne fosse bisogno. Chi altro
potrebbe essere? Non credo che in città ci siano tanti istituti che istruiscono
ragazzi con super poteri» fece notare Yuri.
«Il punto è capire se agiscono da soli»
intervenne Angelo. «In caso contrario è chiaro che Kaspar e i suoi soci
vogliono qualcosa da voi.»
«Potrebbero essere stati loro ad aver
cancellato di nuovo il mio ricordo» esclamò Leonardo.
«Cosa?» domandò Patrick.
«Oh sì, mi ero dimenticata di dirvelo»
rispose Sara. «Ieri sera nostra madre non ha riconosciuto Leonardo. Anzi è
convinta che io sia figlia unica. E c’è di più, nessuno di noi due riesce a
teletrasportarsi.»
Angelo corrugò la fronte. «Strano. Le
due cose non dovrebbero essere correlate. Andiamo con ordine.» Si alzò in piedi
e disse: «Avete provato a teletrasportarvi insieme, tenendovi per mano?»
Leonardo incrociò gli occhi della
sorella. Era un tentativo talmente ovvio che avrebbero dovuto pensarci da soli.
«No. Proviamo adesso» annunciò Sara.
«E dove ci trasportiamo?» chiese
Leonardo.
Sabrina indicò la porta in fondo alla
stanza. «Provate con la toilette. Se ci dovessero essere problemi, vi
recupereremo velocemente.»
Leonardo abbandonò la sedia e andò al
fianco di Sara già in piedi. Si sistemarono a poca distanza dagli altri, in
modo che potessero vederli. Prese per mano la sorella, chiusero gli occhi per
focalizzare nella mente il luogo desiderato.. Inaspettata, comparve la
familiare e confortante sensazione di calore e si diffuse nel corpo; il vento
li avvolse, e Leonardo fu certo di sparire in un baluginare di luce.
Appena aprì gli occhi Leonardo riconobbe
l’interno dell’antibagno della toilette. Sara lo fissava con aria
indecifrabile. Uscirono quasi subito notando l’espressione sollevata del gruppo.
«Un problema sembra risolto» annunciò
Patrick.
«Però prima riuscivano a farlo
singolarmente» replicò Naoko. «Perché ora devono essere insieme?»
Angelo si massaggiò il mento. «Per ciò
che è successo mesi fa al mio negozio. Leonardo ci ha raccontato di aver
condiviso con Sara il fardello delle vittime di Sayka. Questo ha influito e
modificato gli effetti dell’incantesimo del Riciclo delle Anime, che in origine
aveva fornito a tutti e due la capacità del teletrasporto. È un segno che il
rapporto che li unisce è diventato ancora più profondo.»
«Che seccatura» si lamentò Sara. «Ora
per spostarci dovremmo dipendere l’uno dall’altro.»
«Scusami tanto se ti ho evitato di
impazzire» rispose sarcastico Leonardo. Si rivolse quindi ad Angelo e chiese: «E
per l’altra faccenda? Questa notte e poi mattina la madre di Davide mi ha
riconosciuto, quindi immagino che i suoi ricordi siano intatti. Perché quelli
di mia madre sono spariti?»
«Sinceramente non so spiegarlo» ammise
Angelo. «Avete eseguito l’incantesimo davanti a me, seguendo le mie indicazioni
e se qualcosa fosse andato storto, si sarebbe visto fin da subito. È come se
qualcun altro fosse intervenuto, intromettendosi.»
«In che senso?» domandò Patrick.
«Può essere che un’altra persona abbia
agito prima di noi. Non ha impedito che restituissimo i ricordi, ma ha lasciato
aperto un varco per toglierli e rimetterli a suo piacimento in vari soggetti.
Come se avesse a disposizione un interruttore nella loro memoria, che accende e
spegne quando vuole.»
«È orribile» esclamò Sabrina. «Chi può
essere stato?»
«Non è ovvio? Sono quelli del
C.E.N.T.R.O.» sbottò Davide. «Dovremmo andare lì e dargli una lezione.»
«Non possiamo, è troppo pericoloso»
ribatté Yuri. «È meglio evitare scontri con loro.»
«Avete ragione entrambi» s’intromise
Angelo. «Un faccia a faccia diretto ci leverebbe tanti dubbi, ma allo stesso
tempo ci esporrebbe troppo. Però c’è un modo per sorvegliarli. Kaspar è il
consulente alla vostra scuola. Con cautela, seguite le sue mosse e se qualcosa
nel suo comportamento non vi convince, riuniamoci di nuovo. Insieme troveremo
una soluzione, magari riusciremo a scoprire anche se lui e il C.E.N.T.R.O. sono
legati ai mezzo demoni degli attacchi.»
«E io cosa faccio?» domandò Leonardo. «C’è
un modo per annullare questo interruttore di ricordi?»
«Non so» disse Angelo. «Contatterò
l’Ordine per avere informazioni. Nel frattempo, temo che l’unico modo per
scoprire se hanno restituito i ricordi a tua madre sia tornare a casa e
verificarlo da solo.»
Continua…