lunedì 18 giugno 2018

Darklight Children - Capitolo 74


CAPITOLO 74

Dolore e gioia

 

Sabrina aprì gli occhi e fu invasa da una spiacevole sensazione. Il suo corpo era affaticato e sentiva un opprimente senso di vuoto. Sbatté le palpebre e la parete grigio sbiadito del soffitto che fissava aumentò la sua angoscia. Si girò faticosamente sul lato opposto e scorse Yuri addormentato su una sedia a pochi passi da letto su cui era distesa.
Il ricordo degli ultimi avvenimenti riemerse nella sua mente in un colpo solo. Sabrina cercò di mettersi a sedere, il camice da ospedale le strusciò addosso, si puntellò con il gomito sinistro e passò la mano destra sul ventre. Sfiorandolo sopra il tessuto raggrinzito, non percepì nulla e trasalì.
Yuri spalancò gli occhi, come se quel minuscolo suono fosse bastato a destarlo, alzò il capo e i loro sguardi si incontrarono. «Ciao. Come ti senti?»
«Stanca» rispose sinceramente. «E strana. Come è andata l’operazione? Dov’è il bambino?»
Yurì s’incupì. Si alzò per sistemarle il cuscino dietro la schiena. «Io… non ho buone notizie. Purtroppo non hanno potuto aiutarti.» Si sedette sul materasso accanto a lei e le pese le mani nelle sue.  «Hanno fatto il possibile, ma il bambino non ce l’ha fatta.»
Sabrina scosse la testa. «No, non è possibile. Il mio bambino è forte. Hai visto anche tu cosa è stato in grado di fare.» Ascoltando la sua voce, le sue parole, si rese conto di stare cercando di convincere se stessa di una verità che non era reale. Lo aveva avvertito appena sveglia. La vita che era sbocciata senza preavviso in lei, se ne era andata. Allontanò le mani dal ragazzo e abbassò la testa. «Il mio corpo. Non sono stata in grado di farlo vivere…»
Le lacrime le scesero sulle guance e caddero sul lenzuolo.
«Non è colpa tua. Non era una gravidanza normale» disse Yuri abbracciandola.
Sabrina rimase rigida. «Non doveva finire così…»
«Hai ragione. Non dovrebbe mai finire così per nessuna madre e padre» replicò lui. «Purtroppo non è stata una nostra scelta, questo bambino era speciale e nonostante il tuo amore… e il mio… lui, o lei, non è riuscito a  conoscerci.»
Con la nuca contro la sua spalla, Sabrina lo sentì singhiozzare. Si scostò e gli prese il volto tra le mani. Nei suoi occhi lesse il suo stesso dolore, la medesima sensazione di perdita incolmabile.
«Mi dispiace, dovrei essere quello forte, dovrei… non so, dire o fare qualunque cosa per farti stare meglio. E invece…» le disse, sforzandosi di ricomporsi.
«Non avevo capito ti importasse tanto di nostro figlio» replicò, sentendo nuove lacrime correrle lungo le gote. «Scusami se ti ho tenuto all’oscuro fin dall’inizio.»
«Non devi scusarti di nulla. Piuttosto io devo farmi perdonare: ti ho detto delle cose orribili, ma la verità è che ti amo, non per chi eravamo, ma per chi siamo. Ma ho dovuto perdere un figlio per rendermene conto. Sono un coglione.»
Sabrina lo strinse a sé. «Non lo sei. Siamo semplicemente dei ragazzi.»
Rimasero uniti in quell’abbraccio consolatorio per qualche minuto, dando sfogo al dolore con lacrime e singhiozzi, ma con la consapevolezza che nonostante la loro perdita, si erano finalmente trovati. 
Sabrina si scostò lentamente. «Io… però devo chiedertelo: non provi più niente per Sara?»
«Una parte di me l’amerà sempre, ma è come un ricordo» rispose Yuri. «Credo che anche lei lo avesse capito, ma soffriva per suo fratello e ha reagito dando il peggio di sé. Abbiamo già avuto la nostra occasione e non ha funzionato.»
Sabrina lo fissò. Era disorientata: si sentiva triste, ma anche felice. «Non so cosa dire» ammise.
Yuri sorrise e la baciò sulle labbra. Poi si staccò gentilmente. «Non c’è niente altro da dire.»
Sabrina annuì. «Nostro figlio è comunque riuscito a riunirci. E lo ricorderemo per sempre.»
«Per sempre» ripeté Yuri.
Sabrina si asciugò le ultime lacrime con un lembo del lenzuolo e disse: «Dove sono gli altri? Dobbiamo ancora risolvere il problema al Portale Mistico. O qualunque cosa sia diventato adesso.»
Yuri si alzò. «A questo proposito ho delle novità da darti e sono sicuro che ti faranno piacere.» Andò verso la porta della camera l’aprì e spostandosi di lato, fece cenno a qualcuno di entrare.
Sabrina si sporse sul bordo del letto e quasi cascò quando vide chi stava entrando.
Seduto su una carrozzella, spinta da Davide, con indosso un camice come il suo e un paio di pantaloni di una tuta, Leonardo apparve oltre l’uscio. Sollevò la mano destra in segno di saluto e le disse: «Ciao, come va?» 
Sabrina strabuzzò gli occhi, lo fissò incredula e poi buttò all’aria lenzuolo e coperta e uscì dal letto. Camminò insicura verso di lui. «Non è possibile. Sei… sei veramente tu?»
«In carne e ossa. Di nuovo» le rispose.
Lei gli buttò le braccia al collo e lo strinse con tutta la forza che aveva, come se potesse trattarsi di un miraggio che sarebbe sparito da un momento all’altro.
«Non capisco… ti abbiamo visto… e tu eri… ma sei..» farfugliò ancora stordita.
Naoko entrò a sua volta nella camera e Yuri chiuse la porta. Sabrina sciolse la sua presa sull’amico ritrovato, tenendogli però la mano destra.
Davide si schiarì al voce. «Devi ringraziare me. Io ho trovato gli indizi per scoprire che era vivo.»
«Ah, perché io non ho contribuito per niente?» fece Naoko guardandolo di sbieco.
«A dire il vero, avete poco di cui vantarvi» aggiunse Leonardo. «Se aspettavate ancora un po’, la mia parentesi di fantasma sarebbe potuta durare in eterno. E scommetto che non sarebbe arrivata Melinda Gordon a mandarmi nella luce.»
Sabrina rise di gusto. Non c’erano dubbi, era proprio il suo amico: nessun altro avrebbe trovato l’occasione per infilare un riferimento a una serie tv in una situazione del genere. «Mi sei mancato.»
Leonardo si grattò la nuca imbarazzato. «Mi hanno detto di tutto quello che è successo… mi dispiace davvero tanto.»
«Non parliamone più» disse Sabrina, mantenendo il sorriso. «Raccontami cosa è successo a te.»
«La versione breve è che ho sviluppato il mio potere originario: la proiezione astrale.»
«Devi essere più preciso» lo esortò Yuri.
«Ok. In pratica posso spostare la mia mente in una forma incorporea e spostarmi un po’ dovunque. Solo che l’ho fatto nel momento sbagliato. Dopo la scoperta del nostro passato sono andato da Patrick Molina, per cercare di rimettere tutto a posto, ma in qualche modo il desiderio di raggiungere Sara e di rimanere lì mi hanno diviso in due. Così a voi è sembrato che fossi morto. Poi Davide e Naoko mi hanno evocato nel magazzino del Full Moon e una volta ricordato dov’era il mio corpo, mi è bastato volerlo per rientrarci.»
Se non avessero già vissuto altre esperienze del genere, Sabrina era certa che le sarebbe sembrata la spiegazione più assurda del mondo. Però l’unica cosa importante era aver riavuto il suo migliore amico.
«Ok, ora che hai avuto i tuoi quindici minuti di popolarità, dobbiamo concentrarci su altro» ricordò bruscamente Davide. «Tua sorella ha sbroccato e in pratica “Diavolo veste Sara”»
«Ti sembra il caso di scherzare?» lo rimproverò Naoko.
«Perché? Solo lui può fare battute su film e serie tv?»
«Cosa significa?» domandò Leonardo.
Sabrina vide che cercava una risposta da lei. Arretrò andando a sedersi sul letto. «Purtroppo dopo quello che ha saputo su di me, e che sai anche tu, Sara ha ceduto alla parte di lei che è Sayka e ha deciso di aiutare DiKann a rompere il Sigillo.»
Naoko andò a sedersi accanto a lei. «Sono sicura che anche la tua morte abbia avuto un peso nella sua perdita di fiducia e decisione di cedere al demone.»
«Probabilmente anche il fatto di dover tenere segreta la tua esistenza e scomparsa, perché avevamo cancellato il tuo ricordo da tutti, ha influito» aggiunse Yuri, raggiungendo Leonardo. «Si è sentita tradita da tutti noi e ha trovato il modo per non soffrire più.»
«Ok, ma io sono qui, vivo e vegeto e in ogni caso Moser ci aveva detto che io e Sara insieme eravamo la chiave della prigione di DiKann, come può aprire il Sigillo da sola?»
«In realtà non bastavate voi a tenere la porta chiusa» rivelò Davide. «Tra le tante informazioni che ignoravamo, è venuto fuori che ci sono due ingressi. Uno dalla nostra parte che potete aprire voi e il secondo dalla parte del Regno del demone, che si apre solo con il sacrificio di demoni nati sulla Terra.»
Sabrina si rese conto che l’amico non sapeva nulla degli ibridi di demone, così disse: «DiKann e il professor Barbieri hanno provveduto a inserire uova di demone nei membri della setta che vi voleva sacrificare. Noi pensavamo fossero morti nell’incendio, ma sono riusciti a mettersi in salvo e senza il professor Barbieri a controllarli, hanno incominciato a trasformarsi in demoni a casaccio.»
«E Sara riesce a controllarli?» domandò Leonardo sconvolto.
Naoko si morse il labbro inferiore. «Sì, in un certo senso: possiede un medaglione con cui può trasformarli tutti nello stesso momento e richiamarli sul Sigillo per compiere il sacrificio.»
Davide girò intorno alla sedia e si fermò alla sinistra del compagno. «Abbiamo provato a convincerla, ma Sara non vuole fermarsi. Pensiamo che tu sia l’unico a poter avere una possibilità.»
La porta della camera si aprì prima che  potesse rispondere. Angelo e Patrick entrarono e la chiusero alle loro spalle.
Imbarazzata, Sabrina si tirò la coperta sulle gambe che il camice lasciava nude e incontrò lo sguardo di Patrick. «Bene, siete già tutti qui. I risultati delle analisi dicono che state bene» annunciò, guardando poi anche Leonardo.
«So che è stata una notte lunga e difficoltosa, ma il tempo stringe» iniziò Angelo. «Non ve lo chiederei se non fosse necessario e avessimo delle alternative, ma ho bisogno che mi aiutiate a fermare Sara. Se non agiamo noi, temo interverranno quelli del C.E.N.T.R.O. e non mi fido di loro.»  
«Neanche io» rispose Leonardo, mettendo un piede giù dalla carrozzella. Si fece forza premendo i palmi sui braccioli e si mise in piedi. «Sara è sopraffatta dal dolore, ma Davide ha ragione: sono l’unico che può farla tornare in sé.»
Naoko si alzò in piedi e gli si mise accanto. «E noi siamo con te.»
Sabrina scostò le coperte e Yuri le fu subito vicino. «Sei sicura di farcela?»
«Sto bene» gli rispose. «Probabilmente la particolarità soprannaturale della mia gravidanza ha avuto l’effetto positivo di non darmi conseguenze fisiche negative.» 
«In ogni caso, puoi tornare a casa a riposare, se preferisci» intervenne Patrick.
«Non devi sentirti obbligata, lo capisco se non te la senti di venire» fece Leonardo.
Sabrina intuì a cosa si riferivano. Non si trattava solo della sua salute, come dimostravano gli esami, quella era a posto; temevano che la ripresa sbalorditiva del suo fisico non coincidesse anche con i suoi sentimenti. Si sbagliavano. Ricordava di aver visto qualcosa negli occhi di Sara quando l’aveva colpita con i suoi poteri. Si era pentita subito, c’era stato una sorta di senso di colpa. Non l’avrebbe abbandonata: se era finita in quello stato, consciamente o meno una parte di responsabilità era anche sua.
«Sto benissimo e vengo con voi» ribadì. «Abbiamo iniziato tutto questo insieme e lo finiremo nello stesso modo. Ora uscite di qui, così posso vestirmi.»
Angelo li squadrò, sule labbra balenò un sorriso soddisfatto e uscì per primo. Patrick lo seguì e poi uno dopo l’altro, Davide, Yuri e Naoko fecero altrettanto.
Leonardo stava per fare lo stesso, ma lei lo fermò. «Aspetta. Quei demoni sono degli ossi duri, sei certo di essere pronto? Non possiamo perderti di nuovo.»
«Andrà tutto bene» rispose Leonardo tranquillo. «Salverò mia sorella e chiunque cercherà di fermarmi, si pentirà di averci provato.»

 

                                                    Continua…

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