CAPITOLO 67
Tradita
Yuri si fece
avanti per parlarle. «Sara, lascia che…»
«Puoi rientrare
a riposarti. Il pericolo è passato. È tutto finito» s’intromise Naoko.
Non era finito
niente. Per Sara, quella rivelazione era solo l’inizio. Si voltò a fissare in
faccia Sabrina «No. Devo occuparmi di
lei!»
Scorse Angelo
Moser avanzare preoccupato. Dal suo sguardo le fu chiaro che aveva ben compreso
la situazione. Più di tutti gli altri.
«Sara riprenditi!
Non sei in te!» le disse.
«Non si
immischi» gli ringhiò, senza staccare lo sguardo da Sabrina davanti a sé. «È
una questione tra me e questa puttanella. Una questione che va vanti da più di
una vita.»
Yuri scostò
Naoko e si inserì tra loro due. «Basta, Sara. Calmati e parliamone. Sono sicuro che c’è un errore.»
«No. Nessun
errore» ribatté Sabrina.
«Ha fatto il
test con me» confermò Naoko. «Yuri, sai che sei il padre.»
Altra rabbia e
frustrazione si riversarono in Sara. Guardandola negli occhi a mandorla urlò:
«Non ci credo! Anche tu! Sapevi tutto e non me lo hai detto. Che razza di amica
sei?»
Naoko la fissò
con sguardo colpevole. «Sara, cerca di capire…
«No! Non devo
capire!» gridò. Nel momento in cui aveva più bisogno di sostegno, dei suoi
amici, del suo ragazzo, scopriva che tutti le avevano mentito da mesi. Le si
erano rivoltati contro e pretendevano che fosse comprensiva. Era assurdo. «Mi
avete tradito. Mi fidavo di Yuri e anche di te!»
Sara si portò i
palmi alle tempie. La testa le sembrò scoppiarle. Aveva caldo ed era furiosa.
Yuri e Naoko avevano sbagliato nei suoi confronti, ma c’era qualcuno che
tramava di portarle via ciò che era suo da sempre. Perfino da un’altra vita.
Con uno scatto,
tornò a concentrarsi su Sabrina. «È stata lei. Vi ha messi tutti contro di me.
Sei tu la colpevole di tutto.»
«Non per
contraddirti» intervenne Davide. «Ma tecnicamente sono colpevoli entrambi: un bambino lo si fa in due.»
«Zitto. Non
peggiorare la situazione» disse Angelo. «Sara, te lo ripeto, calmati. Non obbligarmi
a usare le maniere forti.»
Sara rimase a
fissarlo, poi sentì un barlume di ilarità solleticare il suo umore. Scoppiò a
ridere in modo isterico. «Maniere forti? Con me? Pensa davvero di potermi
spaventare?»
Il suo umore
ebbe un nuovo sbalzo. Non trovava più quella minaccia divertente. Ritrovò il
suo rancore. Chiuse gli occhi e si concentrò sul dolore alle tempie, ricordò
ciò che sapeva fare quando era stata Sayka. Con la mente, poteva comandarli con
la stessa facilita con cui un burattinaio sposta le sue marionette. «Voi
quattro, fatevi da parte e non intralciatemi.»
Contro la loro
volontà, Angelo, Davide, Yuri e Naoko si mossero secondo il suo comando. Si scostarono
da Sabrina e procedettero verso la cancellata, fermandosi accanto alle sbarre e
lasciando libero lo spazio tra loro due.
Ombra e
Scintilla guizzarono davanti alla ragazza bionda e le soffiarono contro.
«Fuori dai
piedi» gridò Sara e il colpo mentale obbligò gli animali a indietreggiare con
la coda tra le zampe e le orecchie abbassate.
Sabrina la fissò
in volto. «Non volevo tutto questo» le disse con sguardo dispiaciuto.
Sara si irritò
ancora di più. «Dovevi pensarci prima di andare a letto con il mio ragazzo per
farti mettere incinta e portarmelo via.»
«Non è andata
così. Quando abbiamo scoperto la verità sul passato, eravamo sconvolti. Io e Yuri
avevamo bisogno di qualcuno e ci siamo trovati. Abbiamo agito senza pensare,
questo forse è vero, ma nessuno voleva ferirti.»
«Ti illudi che
ti creda? Hai sempre voluto Yuri. Me ne sono resa conto dal primo momento che
lo hai visto. E alla fine hai trovato il modo per rubarmelo.»
«Sei tu che lo
hai allontanato» l’accusò. «Lo hai praticamente spinto da me!»
Sara strinse i
pugni. Sabrina aveva superato ogni limite: l’aveva tradita e osava anche
addossarle le sue colpe. Non poteva permetterle di passala liscia. Le tempie
tornarono a pulsarle, ma questa volta accolse quel dolore, poteva plasmarlo e
ridirigerlo verso altri.
Da lontano,
Angelo Moser gridò: «Sara, fermati! Stai seguendo l’influsso di Sayka. Se
continui così, non potrai più tornare indietro!»
Girò il volto a
guardarlo. «Le ho già detto di non impicciarsi. Non lo ripeterò ancora.»
Guidata dalla
sua ira, Sara sentì il risentimento espandersi in tutto il suo corpo, in ondate
di calore sempre più intense, quella era la sua arma e l’avrebbe brandita
contro Sabrina. L’energia della sua mente si raccolse di nuovo nella sua testa
e la liberò, scagliandola come un coltello contro la sua avversaria.
Sabrina percepì
l’energia mentale sfrigolare nell’aria un secondo prima che si propagasse da
Sara e con suo stesso stupore, si trovò sollevata da terra.
Galleggiò sicura
a mezz’aria, il colpo psichico le passò accanto facendo tremolare l’aria e si
abbatté sul terreno, dando origine a una buca.
Realizzò cosa le
sarebbe successo se fosse stata colpita e agendo per un istinto che non
riconosceva come suo, alzò le braccia, liberando il potere telecinetico.
Sara fu
sollevata e scaraventata contro la cancellata alle sue spalle. Quando tornò a
fissarla, aveva uno sguardo dolorante e disorientato.
Stremata per
quell’unico gesto, che non riconosceva come di sua volontà, Sabrina cadde in
ginocchio sul terreno. E udì i passi degli altri muoversi nella sua direzione.
La botta subita aveva fatto perdere a Sara la presa su di loro.
Yuri si
accovacciò al suo fianco, aiutandola a rialzarsi. «Sei tutta intera?»
«Credo di si»
rispose ancora confusa e incredula.
Con la coda
dell’occhio intravide Naoko avanzare in direzione di Sara, mentre i suoi fedeli
gatti al seguivano guardinghi.
«Non avvicinarti» le intimò Sara. Si appoggiò
alale sbarre contro cui aveva sbattuto e si rimise in piedi. Guardò uno, a uno tutti
loro e Sabrina riconobbe che i suoi occhi non erano più carichi di furia, ma
trasmettevano un’espressione di smarrimento e dolore. Era come se si fosse resa
conto solo in quel momento di quello che aveva fatto.
«Sara, ascolta…»
provò a dirle.
Lei si strinse
le braccia intorno al petto. Si alzò il vento del teletrasporto e la luce
abbagliante circondò il suo corpo, facendola svanire.
«Dobbiamo
seguirla» disse Naoko.
«Per andare
dove?» domandò Davide. «Non sappiamo dove sia scappata.»
Angelo si
avvicinò a lei e a Yuri. «Adesso abbiamo altro a cui pensare.» Con sguardo
comprensivo e tono pacato, le chiese: «Come sei riuscita a usare la telecinesi
in quel modo? La portata del potere che hai mostrato è tipica dei... demoni.»
«Cosa vuole
insinuare?» fece Yuri aggressivo.
Sabrina posò la
mano sinistra sul petto del ragazzo, per calmarlo. «Non sono stata io. Può
sembrare assurdo, ma... so per certo che è stato il bambino. Ha slavato me e
fermato Sara. Questo potere è opera sua.»
Continua...
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