CAPITOLO 59
Registro Yurel
Registro dell’Ordine n. 00312
La Divisione Ricerca e Addestramento dei
mezzo demoni riporta il ritrovo e le informazioni ricavate dopo l’identificazione
del soggetto: Yurel.
Anno Primo
Figlio di una giovane contadina, il mezzo
demone è il frutto di un rapimento e successiva fecondazione della madre. Non
si concoscono il nome e il grado del demone che l’ha sottratta alla famiglia, e
dato lo stato di reticenza della donna stessa e dei suoi parenti, non è nemmeno
possibile capire se l’atto di concepimento è stato volontario o per mezzo di
una violenza. In base ad avvenimenti successivi (e di seguito descritti) si può
ricollegare il demone alla tribù di DiKann.
Il bimbo è nato nella capanna del nonno
materno. Come la maggioranza dei figli generati dall’incrocio tra umani e mezzo
demoni, presenta alla nascita i caratteri tipici della specie umana e nessun
elemento fisico riconducibile alla stirpe paterna.
Non ci è possibile avere ulteriori notizie.
Quanto finora trascritto è il frutto di racconti di altri membri della comunità
in cui vivono i parenti umani del bambino. Sarà compito della Divisione Ricerca
e Addestramento dei mezzo demoni tornare tra un anno in questo villaggio per
avere nuove informazioni.
Anno Secondo
Il bimbo ha un nome umano di cui non siamo
stati messi al corrente. È in salute e cresciuto sotto le amorevoli cure della
famiglia materna. Non sembra aver sviluppato, o ricevuto, doni e capacità di
eredità demoniaca. Ma non è al sicuro. Diversi membri della comunità del
villaggio hanno riferito di aver visto un demone dalle squame rosse e le corna
nere aggirarsi nei boschi intorno al villaggio. Sono certi che sia il padre del
bimbo e temono per la loro sicurezza finché il piccolo rimarrà nel villaggio.
Con l’intenzione di proteggere l’incolumità
del piccolo e della sua famiglia, siamo tornati alla capanna della madre. Ci
siamo presentati e ci siamo offerti di prendere il bimbo con noi. Di crescerlo
come se fosse figlio nostro e insegnargli a combattere l’abominio che l’ha
generato. La madre non ha sentito ragioni. Ci ha intimato di andarcene e non
tornare mai più, ribadendo più volte che suo figlio resterà con lei. Abbiamo
abbandonato la sua casa, ma non il villaggio. Abbiamo trovato ospitalità in una
capanna affitta stanze. L’atmosfera nel villaggio è tesa e agitata. Nei
prossimi giorni dobbiamo tenere d’occhio madre e figlio senza che se ne
accorgano. Il pericolo che corrono non proviene da noi, ma non sembrano
volersene rendere conto.
Sono trascorsi nove giorni dal nostro arrivo
e la situazione è precipitata come temevamo.
Il demone dalle squame rosse si è fatto più
sicuro. I primi giorni è apparso solo di notte. Ruba qualche pecora o gallina,
o le fa ritrovare morte all’alba. Successivamente le sue apparizioni avvengono
anche alla luce del sole, aggredisce uomini e donne e a tutti lascia il
messaggio “Restituitemi mio figlio e vi lascerò liberi”.
Il giorno scorso un comitato maschile di
rappresentanza del villaggio, ha varcato con forza la soglia della capanna
della madre del mezzo demone. Dopo la loro visita abbiamo cercato di
ristabilire un contatto, e la madre della donna ci ha fatto entrare, affermando
di aver bisogno di ogni tipo di aiuto. Contro il volere della figlia e del
marito, ci ha messo al corrente che la gente del villaggio vuole obbligarli a
consegnare il bimbo al demone e in caso contrario, distruggeranno la loro casa
e i loro averi, privandoli dei mezzi per vivere e sostentarsi.
Non appena siamo rientrarti nella nostra
stanza, abbiamo mandato un membro della Divisione Ricerca e Addestramento alla
Casa Madre dell’Ordine, con una copia di questo stesso resoconto, con la
richiesta di inviare al più presto una truppa di Guerrieri dell’Ordine per
fronteggiare la minaccia del demone dalle squame rosse e a questo punto
convincere la madre che portare il bambino con noi è l’unica soluzione.
Come purtroppo abbiamo appurato questa
notte, il dispaccio non è arrivato abbastanza in tempo, la situazione è
peggiorata in maniera precipitosa.
Lo stesso manipolo di rappresentanza che li
aveva minacciati è ritornato al calare del sole e senza preavviso. Hanno
obbligato la madre a prendere il figlio con sé e a seguirli. Per salvaguardare
la sicurezza dei genitori, la donna ha ubbidito. L’hanno condotta fino
all’ingresso della caverna in cui venne ritrovata dopo il suo rapimento
(particolare non emerso durante la nostra precedente visita) e dove, con molta
probabilità, si trova il passaggio d’ingresso al Primo Inferno.
La rappresentanza ha atteso con fiaccole
infuocate l’innalzarsi della luna tra le nubi della notte e hanno incitato il
demone a farsi avanti. Avevano rispettato la loro parte del patto, gli avevano
portato suo figlio.
Il demone è comparso poco dopo. Alla sua
descrizione bisogna aggiungere che la sua massa muscolare è pari a quella di
due uomini ben nutriti e addestrati al combattimento corpo a corpo. Ha
strappato il figlio in lacrime alla madre e incurante delle sue urla, è
scomparso all’interno della caverna.
Abbiamo redatto quanto avete letto sulla
base della testimonianza oculare di un nostro membro e del racconto fatto dalla
madre. Purtroppo alla sua richiesta di intervenire per salvare suo figlio,
abbiamo dovuto rispondere con un rifiuto. Come ben sapete, una volta
ricongiunti con il genitore demone non ci è più possibile reclutare i mezzo
demoni.
Anni dal Terzo al Settimo
Non abbiamo più avuto informazioni sul bimbo,
figlio del demone dalle squame rosse, da quando il padre venne a riprenderselo,
però grazie alla testimonianza oculare di un membro della Divisione Ricerca e
Addestramento scoprimmo che il demone proveniva dal Primo Inferno, dimensione
demoniaca che appartiene al dominio del Re demoniaco DiKann. Sappiamo già
abbastanza sul demone in questione per ritenerlo una minaccia di cui
preoccuparsi.
Le notizie del mezzo demone, a cui da questo
momento sappiamo è stato attribuito il nome di Yurel, riemergono intorno al suo
settimo anno di vita.
Yurel ricomparve nel suo villaggio. Venne
ritrovato da uno degli uomini che furono responsabili del suo allontanamento (e
sulla base di quanto successe dopo, possiamo affermare che non fu una
coincidenza), mentre era circondato da tre demoni.
L’uomo corse in suo aiuto per soccorrerlo,
ma cadde in realtà in una trappola. Yurel era stato inviato sulla Terra per il
suo rito di iniziazione: doveva uccidere un essere umano e guadagnarsi così il
diritto di rimanere in mezzo ai demoni. I tre demoni che lo accompagnavano
dovevano fungere da diversivo per avvicinare la vittima e testimoniare che
avesse adempiuto al suo compito. L’uomo si illudeva di poter calmare e poi
sconfiggere il bambino, ma lui lo affrontò con la freddezza di un assassino
esperto. Brandendo una spada troppo grande per un bimbo della sua età, uccise
l’uomo senza rimorso. Yurel era a tutti gli effetti parte della stirpe
demoniaca.
Yuri alzò di
colpo la testa, allontanando disgustato il Registro dalla sua vista. Non
riusciva a credere a quello che aveva letto. L’ultima parte, quella del suo
ritorno sulla Terra, gli rivelava che la presenza che aveva visto in biblioteca
era vera. E aveva ragione ad accusarlo.
«Certo che ho
ragione»
Yuri guardò
davanti a sé e lo rivide. L’uomo dalla pelle grigia e i capelli lunghi, lo
fissava serio oltre il tavolo.
«Ti avevo detto
che non ti saresti liberato tanto facilmente di me. Della tua colpa» continuò
l’uomo.
Yuri girò il
volto verso Sabrina. Voleva avvertirla, chiederle se anche lei vedeva quello
spirito. Aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Provò a muovere un braccio
per scrollarla e distoglierla dalla lettura, ma non riuscì nemmeno a
spostarsi.
«Puoi parlare
solo con me. E dovrai ascoltarmi» gli rispose, come se avesse intuito che il
ragazzo non capiva cosa succedeva. «Nessuno ti salverà. Come nessuno ha salvato
me. Ora proverai cosa vuol dire avere la morte sulla coscienza.»
«Io… mi
dispiace» riuscì a dire, ancora sconvolto.
«Credi che mi
basti? Il tuo dispiacere non cambia quello che è successo» ribatté l’uomo.
«Come ti chiami?»
«Che ti importa.
Quando mi hai ammazzato, non te ne sei preoccupato.»
«Ti prego,
dimmelo.»
L’uomo rimase a
guardarlo serio in silenzio. «Arwon»
Yuri capì di
poter avere il controllo del suo corpo, solo quando si rivolgeva a lui. Non
aveva altra scelta che continuare a parlargli. «Ora so cosa ti ho fatto, Arwon.
L’ho letto e qualche ricordo sta riaffiorando. Non ho scuse e non posso fare
niente per rimediare.»
«Cerchi la mia
pietà?»
«No. Mi assumo
la responsabilità delle azioni che ho compiuto. Ma devi capire che non sono più
Yurel. Sono rinato. In un altro tempo, in un’altra vita. E anche se lo vorrei
tanto, non posso rimediare a quello che ho fatto.
Arwon sorrise in
modo poco rassicurante. «Questo lo so anche io. Però posso pareggiare i conti.
Non c’è giustizia, se a un assassino è concesso di vivere nuovamente in
tranquillità. Non posso ucciderti con le mie mani, ma tu puoi farlo con le
tue.»
Yuri lo fissò
senza capire. «Che significa?»
Arwon alzò la
mano destra e gli indicò Sabrina. Yuri si girò e vide due figure prendere forma
intorno a lei. Erano due uomini, anche loro erano grigi, sia nella pelle che
negli abiti, ma non avevano alcuna ferita evidente in volto. L’uomo al lato
sinistro dell’amica aveva però una macchia in pieno petto, mentre il secondo
aveva un braccio e una gamba più scure rispettò al colore delle altre.
«State lontani
da lei» urlò Yuri, mentre si accovacciavano alle spalle della ragazza, come a
sussurrarle qualcosa nelle orecchie. Non li riconosceva, ma dall’aspetto con
cui si erano presentati, era sicuro che fossero altre vittime di Yurel.
«È spiacevole
non potersi difendere, vero?» commentò duro Arwon. «Essere obbligati a guardare
mentre la tua famiglia e i tuoi amici muoiono a causa di mostri che non puoi
fermare.»
«Hai detto che
ce l’hai con me. Prenditela con me. Devi dire a quei tipi di fermarsi.»
«Se sei
coraggioso, difendi la tua amica con le tue forze. Mostraci il potere che hai
ereditato da quel mostro di tuo padre. Rivela la parte di demone che è in te!»
Yuri cominciò a
sudare. Non voleva combatterli, tantomeno ucciderli di nuovo. Voleva dimostrare
di essere diverso da chi era stato. Non era più il capitano spietato
dell’esercito di DiKann.
Vide i due
uomini chinarsi ancora di più su Sabrina, arrivando quasi ad avvolgerla nelle
loro braccia, formando un’unica grossa macchia grigia. Lei era immobile, china
a leggere il fascicolo, non si rendeva conto di cosa le accadeva intorno.
«Avanti mezzo
demone. Facci vedere quanto vali» lo sbeffeggiò Arwon.
Yuri cedette
alla rabbia. Il fuoco che normalmente si originava dalle sue mani, prese forma
intono ai suoi piedi e si diffuse rapidamente sul pavimento, circondando il
tavolo.
Continua…
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