lunedì 22 febbraio 2016

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 18

18. Romeo e Giulietta e Vampiri (Atto Primo)


Betty tolse gli occhiali dal volto e pulì le lenti con il bordo della manica del maglione. Stare a lungo davanti allo schermo del computer le stancava la vista.

«Hai trovato qualcos’altro?» le domandò Zec, seduto al suo fianco nell’aula multimediale. Aveva girato la testa spostando lo sguardo dal monitor a lei, mentre con l’indice della mano destra teneva premuto il pulsante sinistro del mouse per far scorrere la pagina web.
Betty scosse la testa. «Niente di più di quello a cui siamo arrivati grazie alle notizie dei loro files personali nel database della scuola. A quanto pare il mio periodo da segretaria del vicepreside non è così utile come pensavo.»
«No, è grazie a quello che abbiamo avuto conferma che Kenny e Kerry Wood non hanno mentito sui loro nomi e sul fatto di essere gemelli. In più abbiamo scoperto che sono affidati a uno zio e con quell’informazione abbiamo trovato la notizia dei giornali su loro padre, vedovo e poliziotto, che è stato ucciso in servizio» riassunse Zec, allontanando la mano dal mouse.
«Già, ma siamo arenati su queste sole informazioni da mezz’ora.» Betty risistemò gli occhiali sul naso. «Eppure ci deve essere dell’altro su di loro da scoprire.»
Zec aggrottò al fronte. «Perché ne sei così convinta?»
«Be’ hanno dimostrato di possedere dei poteri troppo simili a quelli delle Cacciatrici, non ti sembra strano?»
«Non tanto, se pensi che io e Michelle a volte ricordiamo Willow Rosenberg nel suo momento da Big Bad della stagione sei.»
«Per quello c’è una spiegazione. Siamo tutti convinti ormai che viviamo sulla Bocca dell’Inferno e questo centro di attrazione per il soprannaturale ha trasformato il vostro dolore represso in poteri telecinetici» disse Betty.
«E non può valere anche per Kenny e Kerry?» domandò Zec. «Perdere entrambi i genitori non è qualcosa che superi senza ripercussioni.»
«Però se fosse veramente così, se il fatto di essere diventati orfani li ha resi davvero dei mezzi ammazzavampiri, allora…» Betty si bloccò, titubante se continuare la sua spiegazione fino in fondo. La situazione tra lei e Zec era migliorata da quando aveva iniziato ad  accettare che facesse coppia con Billy e aveva paura di venire fraintesa se avesse espresso apertamente i suoi dubbi.
«Allora?» Zec la guardò sereno. «Forza, vai avanti.»
«Ecco… se crediamo alle loro capacità, dovremmo anche dare credito a Kerry su quello che ha detto riguardo a Billy.» Betty rimase a fissarlo temendo di aver fatto la scelta sbagliata. Anche se una parte di lei era convinta ci fosse qualcosa di vero in quell’affermazione, accusare il ragazzo del suo amico non era il modo migliore per dimostrare di aver superato l’essere stata rifiutata.
Zec divenne serio. «Ho capito cosa stai facendo.»
«Aspetta Zec, non intendevo…»
«Vuoi una scusa per non pensare a Donovan» la interruppe lui sorridendo. «Pensi che se ti concentri sul mistero dei gemelli, puoi accantonare la decisone da prendere su di lui.»
Betty lo guardò confusa. «Cosa intendi?»
«Dai, non devi vergognarti. Anche se non si è dichiarato apertamente, Donovan sa che hai capito di piacergli e prima o poi verrà a chiederti apertamente una risposta. E tu non sai cosa dire, ho indovinato?»
Betty tirò un sospiro di sollievo. Zec non aveva capito ciò di cui era realmente convinta e preoccupata, ma era meglio così. E poi aveva ragione, in effetti cercava di rimandare il momento in cui avrebbe dovuto far chiarezza con se stessa riguardo i suoi sentimenti su Donovan. «Forse. Comunque il problema di Kenny e Kerry resta. Hanno ammesso che proveranno ancora a rubarci la Falce.»
«In ogni caso dovremmo rimandare le nostre indagini.» Zec alzò la testa e guardò l’orologio appeso sopra l’ingresso dell’aula. «Tra meno di un’ora inizia la messa in scena di “Romeo e Giulietta”. Dobbiamo raggiungere gli altri in auditorium o alla professoressa Noxon verrà un infarto.»
 

Dal lato destro del palcoscenico, dietro l’angolo che portava da dietro le quinte al sipario, Betty osservò i compagni procedere con la rappresentazione. L’auditorium era gremito, parenti, professori e compagni di scuola lo riempivano e anche se non tutti sembravano completamente rapiti dall’opera, la professoressa Noxon era parsa soddisfatta dell’affluenza. Stavano per terminare il primo atto e salvo qualche lieve dimenticanza nelle battute, tutti erano riusciti a essere accettabili, tenendo conto del poco tempo con cui si erano preparati.

La parte che stava iniziando era la preferita di Betty, quella in cui risaltava maggiormente il suo contributo alla rappresentazione: la scena del ballo in maschera in cui avveniva il primo incontro tra Romeo e Giulietta. Seppur con poco materiale a sua disposizione, era riuscita a confezionare dei costumi da festa che non facevano sembrare i ragazzi ridicoli e - non per vantarsi - non avevano niente da invidiare ad altre rappresentazioni amatoriali.
In realtà guardando il palco dalle retrovie, provò un po’ di invidia. Tutti i suoi amici erano presenti in quella scena. Donovan nel ruolo di Romeo; Michelle come Balia; Billy era stato infine scelto per il ruolo di Mercuzio e Zec era una delle comparse al ballo. Scacciò via quella sensazione ricordando che le avevano affidato metà della Falce, sospettava anche perché avesse un’arma con cui difendersi, non sapendo mai cosa aspettarsi, ma soprattutto perché tra loro era tornata la fiducia.
Concentrandosi di nuovo sulla rappresentazione, Betty rimase sorpresa e un po’ infastidita che Kerry facesse a sua volta parte delle comparse. Nessuno sapeva del suo tentato furto e nemmeno che aveva minacciato più volte di picchiarli e così si era presentata tranquillamente con il resto del gruppo di teatro. «Oltretutto il vestito rosso che le ho fatto le sta benissimo» constatò a bassa voce.
«Hai ragione. È proprio il suo colore.» Kenny sbucò da dietro la scenografia, avanzando verso di lei. Notò subito si era messa sulla difensiva e alzò le mani in segno di resa. «Calmati, non ho intenzione di fare niente di male e tanto meno di rovinare la messa in scena. L’ira della professoressa Noxon è temibile quasi quanto la furia di un vampiro.»
«Cosa vuoi da me?»
Kenny sorrise e i denti bianchi e perfetti risaltarono sulle labbra color cioccolato. «Siamo entrambi parte della compagnia e possiamo seguire lo spettacolo insieme.»
Betty rimase seria. Non gli piaceva quel suo tono amichevole, dato che non erano amici. «Non mi incanti. Perché sei venuto da me?»
«Bella e intelligente. Qualità rare in un’unica persona, ma ho visto subito che eri un tipo speciale» disse Kenny senza smorzare il sorriso.
Betty lo guardò spiazzata. Se non fosse stata certa avesse un secondo fine, con quell’atteggiamento poteva darle l’impressione ci stesse provando con lei. «Piantala con queste moine e sputa il rospo.»
«Prima di venire a scuola io e Kerry abbiamo fatto una ronda, non ci è sembrata una grande idea organizzare la prima di sera, sai anche tu quali creature escono con il buio.» Kenny abbandonò l’aria da seduttore e divenne serio. «La maggior parte dei posti in cui si radunano i vampiri o in cui normalmente li troviamo erano deserti.»
«Aspetta, voi sapete dove cercare i vampiri?»
«Certo. Il tuo amico Billy non fa lo stesso?»
«A quanto ne so, oltre al cimitero dove aspetta di vedere se ne sorgono di nuovi, non ha altri posti dove cercarli. Quando non sono loro a trovare noi» rispose Betty. «E poi si affida al suo sesto senso per il soprannaturale.»
Kenny aggrottò un sopracciglio. «Già, quello. E non ti sembra una capacità un po’ sospetta?»
Betty rimase a bocca aperta. Non voleva fargli capire che stava iniziando a condividere i loro dubbi sull’amico e così rispose: «Non capisco cosa vuoi insinuare.» Si girò dall’altra parte per non far trasparire l’insicurezza dal suo viso e notò uno strano movimento tra il pubblico.
Da diverse file di posti alcune persone si alzarono e si mossero verso il palco. Indossavano tutti una maschera sul volto che stonava con l’abbigliamento ordinario. Erano circa una quindicina, di varie età e camminavano sicuri nel buio dell’auditorium.   
«Non sapevo fosse prevista un’interazione con il pubblico» disse Kenny.
«Infatti non c’è niente del genere in programma» rispose Betty. «Gli attori scelti sono tutti già in scena.»
Kenny le prese il braccio sinistro e la fece indietreggiare verso il retro delle scene. «Qualcosa non torna. Stai in guardia.»
Betty stava per replicare, ma una ragazza bionda del pubblico iniziò a percorrere gli scalini e salì sul palco. Procedette decisa verso Chas nei panni di Giulietta, bloccando il resto del cast che non sapeva come reagire a quell’ingresso imprevisto. La afferrò per il polso destro e la portò a forza nel centro della scena.
«Ehi! Chi ti credi di essere!» protestò Chas.
«Fa’ silenzio» le intimò la ragazza bionda. Si sollevò la maschera e rivelò il suo volto.
«Sunday» sibilò Betty, riconoscendola.
«Quella della quarta stagione di Buffy?» chiese Kenny, per niente sorpreso. «In effetti un po’ le somiglia.»
Sunday deformò il volto assumendo l’aspetto da vampira e si rivolse al pubblico che la guardò tra lo stupito e il disgustato. «Gente, questo spettacolo è davvero una lagna. Abbiamo deciso di movimentarlo un po’.» Fece un cenno con la testa agli altri tizi mascherati e salirono a loro volta sul palco, avvicinandosi ognuno a un attore o attrice e levandosi la maschera dal volto, rivelando le sembianze vampiresche. «Restate seduti perché tanto arriverà anche il vostro turno.»
Dal pubblico si levò un brusio confuso. Non si spiegavano se quella svolta inaspettata fosse parte dello show.
Sunday attirò Chas a sé, che provò ad allontanarsi da lei senza successo, e le affondò i canini nel collo.
L’urlo di Chas si unì a quello del pubblico.
«Dobbiamo fare qualcosa prima che si scateni il panico» disse Kenny.
Betty si girò e intuì che coprire ciò che stava accadendo era la prima cosa di cui occuparsi. Tirò la corda dietro di lei e il meccanismo automatico fece scorrere il sipario fino a chiudere la visuale ai presenti in auditorium.
Sunday si staccò dalla sua preda e puntò il suo sguardo su Betty. «Ero certa di trovare voi buffoni qui. Questa volta non mi lascerò sconfiggere.»
Kerry corse verso di lei, la prese per una spalla e la scaraventò a terra. «Sei patetica. Se ti hanno battuto quei dilettanti, non hai speranza contro una professionista.»
Sunday ringhiò e poi urlò: «Mangiate e uccideteli tutti, poi ci occuperemo degli spettatori.»
Sul palco si scatenò il putiferio, vampiri e attori ingaggiarono una lotta, molti non sapevano come reagire, altri iniziarono a lanciare pugni e calci e la maggioranza cercò di scappare verso il sipario.
Nel trambusto, Betty perse di vista i suoi compagni. Sguainò la parte di falce a forma di paletto che aveva infilato nei jeans e si mosse verso il paco per dare il suo contributo.
«Ferma.» Kenny le si parò davanti. «Devi pensare alle persone del pubblico. Bisogna metterle in salvo finché è possibile.» 
«Molti di loro sono familiari dei nostri compagni, non accetteranno di lasciare l’auditorium senza i figli» ribatté Betty.
«Un motivo in più per farli andar via. Se si mettono in mezzo, non potremmo salvare nessuno.»
Betty non sapeva cosa fare. Il piano di Kenny era sensato, ma tra i gruppo di teatro c’era chi non era in grado di difendersi da solo, anche con l’intervento di Michelle, Zec e Billy. E poi c’era Donovan, anche lui era indifeso, senza armi o poteri.
«Sbrigati» la esortò Kenny. «Non possiamo perdere tempo.»
«Che cosa le stai facendo» urlò Donovan, con il costume da festa di Romeo tagliato e strappato, correndo verso di loro.
Betty si sentì rincuorare nel vedere che era illeso. «È tutto a posto, Kenny dice che dobbiamo preoccuparci di far sfollare l’auditorium.»
Donovan le si mise al fianco protettivo. «E perché dovremmo fidarci di lui?»
«Perché potevo rubare la mezza Falce alla tua amica, ma non l’ho fatto» ribatté Kenny.
«Non è sufficiente» ribadì l’altro ragazzo.
Kenny sbuffò. «Ok, io e Kerry abbiamo scoperto che tutte queste assurdità sono sputate fuori da una Bocca dell’Inferno.»
«Questo lo sappiamo anche noi» disse Betty.
«Però non avete ancora capito che non è spuntata per caso» fece Kenny. «La Bocca dell’Inferno è stata ricreata da qualcuno, forse una persona che si trova proprio in questo momento qui a scuola.»  

                                          

Continua…?

lunedì 8 febbraio 2016

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 17

17. I Predatori della Falce


Appollaiata sullo sgabello come una civetta sul ramo di un albero, Michelle sbuffò vistosamente.

«Ferma! O rischio di pungerti» le disse Betty, inginocchiata ai suoi piedi, fermandole il lembo del lungo vestito con degli spilloni.
«Ho solo respirato» sbottò Michelle. «Non posso neanche più respirare?»
«Eddai non fare la scorbutica. Il costume da Balia ti dona» rispose Donovan, soffocando un risolino.
Michelle lo fulminò con lo sguardo. Quella situazione inverosimile era solo colpa sua. Per essersi fatta coinvolgere nel suo piano, lei, che odiava essere al centro dell’attenzione, avrebbe dovuto recitare sul palco nella messa in scena di Romeo e Giulietta. Alla fine, dopo il trambusto derivato dall’ossessione collettiva per Billy, le selezioni per il cast erano continuate ed era stata obbligata a sostenere un provino. Aveva dato il peggio di sé, ma a quanto sembrava la professoressa Noxon non era stata colpita negativamente, anzi il giorno dopo, quando era stato affisso alla porta dell’auditorium il cast definitivo, aveva scoperto di dover interpretare la Balia di Giulietta. 
«Non dargli retta» disse Betty, rimettendosi in piedi. «Il costume ti sta davvero bene e sei una delle poche a cui non devo fare grandi aggiustamenti.»
«Uffa, speravo ci mettessi di più.» Michelle scese dallo sgabello e si guardò nello specchio a figura intera, sistemato contro la parete dello stanzino adibito a sala costumi. Si sentiva ridicola con quella veste color pesca buttata addosso. «Non muoio dalla voglia di passare altro tempo sul palco con Chas.»
Betty annuì comprensiva. «Già, da quando ha ottenuto la parte di Giulietta si dà ancora più arie da prima donna.»
«E nessuna di voi due deve baciarla» disse Donovan, srotolando la calzamaglia azzurra che aveva appallottolato tra le braccia.
«Come se al nostro Romeo la cosa creasse tanto disturbo» lo punzecchiò Betty.
«Sento una punta di gelosia nella tua voce. Sono lusingato.»
«Ma quale gelosia! Sbrigati. Togliti i pantaloni.»
Donovan sfoderò il suo solito sorriso sarcastico. «Vai subito al sodo. Non dovresti prima offrirmi almeno una cena?»
Betty arrossì e spinse ripetutamente gli occhiali sul naso. «Hai capito cosa intendo. Devo vedere cosa sistemare della calzamaglia e… quindi tu… devi… indossarla.»
Michelle storse il naso nel vedere i due amici in quella situazione. Da quando Billy e Zec avevano rivelato a Betty il sospetto che Donovan nutrisse dei sentimenti per lei, la ragazza aveva cambiato atteggiamento verso di lui. Non era più pronta a rispondere alle sue battutacce e sembrava meno diretta e aggressiva nel rivolgersi a lui. Inoltre, ciò che Michelle temeva di più era quello che sarebbe successo se anche loro due fossero diventati una coppia. Con già Zec e Billy fidanzati più o meno ufficialmente, non voleva ritrovarsi a fare la quinta incomoda nel loro gruppo.
«Sai che parteggiavo per te» disse Donovan, slacciandosi il bottone dei jeans. «Saresti stata una grande Giulietta.»
Betty si voltò, dandogli le spalle. «Sì, sì, basta che ti dai una  mossa. Non voglio impiegare il resto del pomeriggio solo per il tuo costume.»
Donovan soffocò una nuova risata e Michelle rimpianse di aver lasciato la Falce nella borsa in auditorium. Avrebbe voluto staccargli la testa quando si comportava così.
«Ehm, scusatemi se vi interrompo» una ragazza dalla pelle color cioccolato e treccine di capelli neri raccolte insieme in un’unica coda, si presentò davanti all’entrata dello stanzino-sala costumi. «Volevo sapere a che punto siete?»
«Ciao Kerry, vieni entra» la salutò Betty, girando lievemente la testa. «Se il nostro futuro Romeo la smette di perdere tempo, dovrebbero volerci solo pochi minuti.»
«Se pretendi che mi spogli davanti a tutto questo pubblico, almeno tirate fuori qualche banconota» disse Donovan, facendo oscillare lentamente i pantaloni sotto la vita.
«In realtà in auditorium hanno bisogno di Michelle» rispose Kerry sorridendo.
«Meno male» fece Michelle avanzando verso di lei. «Sono pronta, andiamo.» Uscì prima che Betty potesse voltarsi e che Donovan se ne uscisse con un'altra allusione al suo potenziale futuro da spogliarellista.
Kerry le fu subito accanto in corridoio. «Sei tesa per le prove?»
Michelle sospirò. «In verità non sono fatta per il teatro. Diciamo che sono finita in mezzo a questa storia per sbaglio.»
«Ti capisco. Anche io non sono una fan del club del teatro» spiegò Kerry. «Ma i crediti extra fanno sempre comodo e la professoressa Noxon era davvero disperata per questa messa in scena decisa all’ultimo minuto, tanto da accettare chiunque fosse disposto a unirsi per dare una mano.»
«È l’unico aspetto positivo. Così le dive da palcoscenico sono in numero ridotto» disse Michelle. «Anche perché Chas basta e avanza.»
Kerry scoppiò a ridere. «Credo che la pensiamo tutti allo stesso modo su Chas.»
Michelle sorrise a sua volta. Non aveva visto molto Kerry dall’inizio delle prove, ma le sembrava simpatica. «Tu che ruolo hai?»
«Faccio varie comparse e poi do una mano per il resto. Trucco, costumi, richiamare gli attori… vado dove servo.» Kerry arrivò davanti alle porte dell’auditorium e tenne aperta la sinistra, facendosi da parte per farla passare. «Prego, prima i ruoli principali.»
«Per favore, non farmici pensare.» Michelle la superò ed entrò nell’auditorium. La maggior parte degli zaini e delle borse erano scomparse dai sedili e nessun altro membro del club era presente. «Dove sono tutti?»
Kerry chiuse la porta dietro di sé. «Ho dimenticato di dirtelo. Per oggi le prove sono terminate. La professoressa Noxon ha mandato tutti a casa.»
«Allora perché mi hai riportato qui?»
«Volevamo fare due chiacchiere in privato.» Un ragazzo, rassomigliante a Kerry sbucò alla sua sinistra, aveva la stessa pelle scura e gli stessi capelli ricci e crespi. Camminava tranquillo e si fermò a pochi passi da lei. «Non ti faremo fare tardi.»
Michelle ricordò di averlo già visto in mezzo agli altri compagni durante i meeting per lo spettacolo, ma non sapeva il suo nome. «E tu chi sei?»
«È mio fratello gemello Kenny» rispose Kerry. «È tutto a posto.»
Il sentirselo dire, non convinse affatto Michelle. Non le piaceva che fossero ricorsi a un piccolo inganno per condurla lì da sola. «Cosa volete dirmi?»
«Abbiamo solo una semplice domanda da farti» disse Kenny, sorridendo in maniera amichevole. «Dov’è la Falce?»
«Una falce? Non ricordo che ci sia tra gli oggetti di scena» fece finta di non capire Michelle.
«Non renderlo più difficile.» Kerry avanzò, facendosi schioccare le dita della mano destra. «Sai benissimo di cosa stiamo parlando. Evita di prenderci in giro.»
Michelle spostò lo sguardo da una all’altro. Non sapeva come comportarsi. Continuare a negare per prendere tempo, o ricorrere ai suoi poteri e rischiare di fare del male a qualcuno che fin’ora non le aveva fatto nulla?
Kenny fece un passo avanti. «Mia sorella è un po’ rude, ma ti assicuro che non abbiamo cattive intenzioni. Non devi mentire con noi. Siamo al corrente delle stranezze che accadono a scuola e in città.»
«Ah sì? E cosa siete?» domandò Michelle, intuendo che la tattica dell’ingenua non avrebbe retto. «Demoni? Vampiri? Una qualche bestia infernale?»
«Siamo qualcosa di cui dovresti preoccuparti se provi a usare contro di noi i tuoi trucchetti da Dark Michelle» rispose Kerry.
Michelle la fissò sorpresa. «Come fate a saperlo?»
«Te l’ho detto: siamo al corrente di tutto. Diciamo che l’ho visto in anteprima o in diretta, non sono sicuro sui tempi. Comunque era tutto qui» affermandolo, Kenny si tamburellò l’indice destro sulla tempia. «Ora rispondi: dov’è la Falce?»
Michelle non riuscì a capire cosa voleva dire con quella storia di aver visto tutto. Forse i gemelli erano stati presenti in sala mensa quando aveva manifestato i suoi poteri; oppure li avevano spiati in un’altra occasione, ripensandoci né lei e neanche i suoi amici erano stati sempre attenti non ci fosse qualcuno in giro quando affrontavano minacce soprannaturali.  
«Ammesso che sappia di cosa parliate e dove si trova, perché la volete?»
«Non ti riguarda» sbottò Kerry, con la mascella contratta.
«Possiamo usarla meglio di voi e in un certo senso ci appartiene» rispose Kenny.
«Neanche per sogno.» Michelle si girò e corse verso la fila centrale dei sedili, dove aveva lasciato la borsa con l’arma.
Kerry, essendo più magra di lei, compì uno scatto da maratoneta e l’afferrò per la manica della lunga veste, trattenendola. «Dove credi di andare? Devo farti sputare la risposta con i pugni?»
Michelle era convinta non fosse una minaccia a vuoto. L’avrebbe fatto sicuramente e senza neanche troppa fatica, a giudicare dalla semplicità con cui riusciva a bloccarla con una mano sola. Sembrava più forte di quanto il suo fisico asciutto e longilineo facesse pensare.
Kenny camminò tranquillo verso di loro e le superò. «La violenza non è necessaria. Basta un po’ di cervello.» S’inserì tra due file di sedili, finché non notò la borsa sul pavimento. S’inginocchio e la raccolse, estraendo la Falce. «Hai visto? Abbiamo comunque ottenuto quello che volevamo.»
«No! Lasciala!» urlò Michelle provando a divincolarsi dalla presa della ragazza. «Non è Vostra! Ridatemela!»
Le porte dell’auditorium si spalancarono sbattendo contro il muro. Michelle, Kenny e Kerry spostarono lo sguardo sull’entrata, dove erano comparsi Donovan, Betty, Billy e Zec.
«Leva la mano dalla nostra amica» intimò Donovan serio.
Kerry lo ignorò e strinse ancora di più il braccio di Michelle. «Che diavolo ci fate voi ancora qui? Credevo ve ne foste già andati.»
Zec mutò d’aspetto con vene scure sulla fronte e sotto gli occhi, preannunciando il manifestarsi del suo potere. «Sei stata avvertita. Peggio per te.» Allungò le braccia in avanti e staccò telecineticamente Kerry dal terreno e da Michelle e la fece volare contro il palcoscenico.
Kenny corse fuori dalla platea e mise il braccio destro intorno al petto di Michelle in modo che la lama della Falce le sfiorasse il collo. «Fermi o la userò. Come sapevate che eravamo qui?»
«Kerry non è tornata a chiamare Donovan, poi Zec e Billy ci hanno raggiunti dicendoci che le prove erano finite e siamo venuti a cercare Michelle» spiegò Betty. «Passando qui davanti l’abbiamo sentita urlare.»
«Quindi è stato un caso. Il vostro amico non ha avvertito niente di soprannaturale» si compiacque Kenny.
«Perché avrei dovuto?» domandò Billy. «E come fai a sapere del mio senso speciale? E cosa vuoi fare con la nostra Falce?»
«Siete più stupidi di quanto credevamo» rispose Kerry, rimettendosi in piedi e ripercorrendo il corridoio in direzione del fratello, senza mostrare neanche un livido o un graffio. «Tu sei un impostore e noi siamo gli unici e originali.»
Donovan inarcò le sopracciglia. «Che diavolo stai dicendo?»
«Siamo i veri ammazzavampiri» disse Kenny. «I legittimi discendenti delle Cacciatrici.»
«Ma tu sei un maschio» fece Betty poco convinta.
Michelle intuì perché l’amica era scettica, ma poi le tornò in mente un particolare. «Vuoi dire che siete come la Cacciatrice del futuro, quella del fumetto, siete come Fray e suo fratello?»
«Sì siamo come Melaka Fray e Harth» disse Kenny alle sue spalle.
Kerry li raggiunse e si fermò al suo fianco. «Io ho la forza e l’agilità. Lui i sogni profetici e le conoscenze passate.»
«Ma tu hai detto di avermi visto usare i miei poteri in una di queste visioni e questo non è quello che succede a una vera Cacciatrice» disse Michelle con l’arma ancora sotto il mento.
«Ha ragione. Le abilità psichiche di una Cacciatrice creano un collegamento mentale con ciò che chi l’ha preceduta ha vissuto» confermò Billy. «Quindi la conoscenza che hai su di lei da dove deriva? Metà scuola era presente al manifestarsi dei poteri di Michelle, quindi per logica o tra loro c’è una vera Cacciatrice, o siete degli impostori anche voi.»
Kerry lo guardò rabbiosa. «Vuoi una prova? Ti farò sputare i denti a suon di pugni per dimostrasti che ho davvero una forza soprannaturale.»
«Non alzerai un dito contro nessuno di noi» ribatté Betty. «Michelle, quella Falce è nostra, l’abbiamo forgiata noi e tu sai ha una particolarità che quella della serie tv non possiede. Usala.»
Michelle non dovette riflettere molto per capire a cosa si riferiva, ma non sapeva come poteva fare quello che le chiedeva. «Non so se ci riesco da sola.»
«Non sei sola» rispose Zec. «Ti aiuteremo noi.»
Billy gli afferrò la mano e poi prese quella che gli porgeva Betty. «Ricorda: noi l’abbiamo forgiata.»
Betty le sorrise, mentre Donovan pendeva la mano della ragazza e diceva: «Basta volerlo.»
«Siete patetici oltre che stupidi» replicò Kenny. «Ho io l’arma in mano, cosa credete di poter fare?»
Michelle chiuse gli occhi. Focalizzò nella sua mente l’arma e ripensò alla prima volta che l’avevano usata, quando Billy aveva spiegato loro il segreto derivante dall’averla creata insieme. «Questo!» disse riaprendo gli occhi.
La Falce tremò nelle mani di Kenny. Il paletto con cui terminava si staccò e volò in mano di Michelle, mentre la parte a forma di ascia sgusciò dalla presa del ragazzo e volò davanti ai suoi quattro amici.
Donovan l’afferrò e li guardò con un sorriso sarcastico: «Vuoi ancora stabilire chi è originale e chi no?»
Michelle si voltò e puntò il paletto contro Kenny e poi lo mosse verso Kerry. «Ci dovete delle spiegazioni. Perché volete rubarci la Falce?»
Kenny scosse la testa. «Non capite. Noi…»
«Zitto. Non vi dobbiamo nulla» lo interruppe la sorella. «Tenetevi pure l’ascia, per ora. Volevamo darvi una possibilità di uscirne senza danni. Peggio per voi. Non rinunceremo.»
«Ci troverete sempre pronti a difenderla» disse Billy.
Kerry lo squadrò con disgusto. «Tu più di tutti non dovresti toccarla. Ti sei autoproclamato ammazzavampiri, ma non sei degno del nome. Anche se è vero che le Cacciatrici hanno in loro una parte di demone, che le rende oscure, nessuno di voi si è accorto che lui ha più oscurità che luce.»
Michelle si girò d’istinto a guardare Billy e notò che anche gli altri compagni lo fissavano interdetti.
Kerry ne approfittò, prese la mano del fratello e corse come una furia verso le porte. Spintonò Betty e Donovan di lato e scappò con Kenny nel corridoio, diretti all’uscita.
Zec posò la mano sulla spalla di Billy. «Li riacciufferemo la prossima volta e non preoccuparti per quello che ha detto.»
«Già. La loro è tutta invidia» disse Donovan e si voltò verso Betty. «Vero?»
Betty annuì. «Sì, certamente.»
Michelle la osservò e vide che non era affatto convinta. La sua voce diceva una cosa, ma i suoi occhi oltre le lenti rivelavano il contrario. Per qualche ragione che non sapeva spiegarsi, Betty credeva alle ultime parole di Kerry sul conto di Billy.

                                                   

                                                          Continua…?


lunedì 1 febbraio 2016

Darklight Children – Gemelli per Destino in vendita in ebook!

Alcuni di voi avranno notato che da qualche tempo è sparita dal blog la serie Darklight Children e se siete ancora più attenti, avrete anche scopeto che il link per il download gratuito della parte 1 non è più attivo… cosa significa tutto ciò?
Semplice: ho deciso di sperimentare l’avventura dell’autopubblicazione (o self-publishing se preferite) e così ora chiunque voglia leggere, rileggere e conservare quella storia, potrà farlo acquistando il libro in formato ebook.
È stata una scelta su cui ho riflettuto abbastanza e una spinta decisiva a tentare questa strada me l’ha data l’affetto di voi lettori, che fin dal principio, all’epoca della sua comparsa sul blog avete apprezzato la storia di Leonardo e Sara e dei loro compagni. Non solo, mi sono reso conto che anche dopo la conclusione della serie a puntate, Darklight Children continuava  suscitare interesse e richiamare lettori e visite qui sul blog e così mi son detto che valeva la pena tentare.
Avrete di certo fatto caso che sul blog in alto a sinistra, è comparsa la scritta “Darkight Children – Gemelli per Destino”  e cliccandoci sopra verrete indirizzati a una pagina specifica in cui troverete le informazioni utili sul libro. Vi avviso fin da subito che il romanzo non è esattamente uguale a come l’avete letto qui sul blog e scaricato nella versione gratuita: quello che comprerete sarà una versione riveduta e corretta, ma in cosa differisce nello specifico, lo lascio scoprire  a voi.
Sempre in quella pagina cercherò di aggiungere i vari negozi (o store se preferite) online che mettono in vendita il libro in formato ebook e da cui potrete scaricarlo.
Per chi non fosse pratico su cos’è un ebook, spiego velocemente che si tratta di un libro digitale, cioè che è possibile leggerlo solo sul Pc tramite il programma gratuito “Adobe Digital Editions”, su Tablet e su lettori ebook e smartphone.
Se avete qualche domanda , usate pure i commenti qui o nella pagina del romanzo per chiedere e se vi è piaciuto o piacerà “Darklight Children – Gemelli per Destino”, lasciate un commento o un parere nei vari siti in cui è in vendita e soprattutto consigliatelo!
Qui sotto la copertina:




Ora, come sempre, non mi resta che augurarvi buona lettura.